HomeConsum-attoriSpreco alimentare, 5 app utili anche al risparmio

Spreco alimentare, 5 app utili anche al risparmio

Lo spreco alimentare si combatte anche con le app. Alcune aiutano ad approfittare degli sconti di fine giornata sugli alimenti deperibili. Dal pane alla frutta, fino a dolci, piatti pronti, pasta fresca. Cibo buono e ancora fragrante, a prezzi super scontati. Altre forniscono informazioni sulla gestione della dispensa e del frigo, con consigli di esperti qualificati. Ne abbiamo esaminate 5.

Spreco alimentare, il sotto-obiettivo SDG 12.3

Il 12° obiettivo dell’Agenda ONU 2030 per uno sviluppo sostenibile impegna tutti noi a ‘Garantire modelli sostenibili di produzione e consumo’. Il punto 3 punta specificamente a dimezzare lo spreco alimentare che si verifica lungo il percorso che gli alimenti seguono, dal campo alla tavola.

La quantificazione dello sperpero di risorse che per popolazioni più sfortunate è merce rara è difficile. Nelle abitazioni però è più facile averne un’idea. Lo spreco di cibo (e di denaro) è nel pane raffermo, nella verdura appassita, negli avanzi del pasto gettati nel secchio. Negli alimenti lasciati scadere in frigoriferi e dispense troppo pieni. (1) Con una visione miope, a corto raggio, che non immagina i campi e gli allevamenti da cui provengono. L’acqua, il suolo e il lavoro degli uomini impiegati per ottenerli.

Le app contro lo spreco alimentare

Le app contro lo spreco alimentare scaricabili sullo smartphone che abbiamo esaminato sono quasi sempre una soluzione 4 volte win. Utile ai commercianti, ai consumatori, all’ambiente e alle casse delle società di gestione delle app, che guadagnano milioni di euro con un business virtuoso.

In una versione contemporanea della procedura già adottata da alcuni negozianti di ‘smaltire’ la merce invenduta in prossimità della chiusura praticando forti sconti, le applicazioni sfruttano la geolocalizzazione. Scaricate gratuitamente sullo smartphone, consentono di individuare nei dintorni tutti i negozi e ristoranti che preparano le box.

Too Good To Go

Nel genere, la app più nota è Too Good To Go. Fondata in Danimarca nel 2015 e sbarcata in Italia a marzo 2019, su questa una piattaforma virtuale negozianti e ristoratori offrono il cibo invenduto a circa un terzo del prezzo ordinario. L’unità di misura è la Magic Box, una quantità variabile di cibo venduta a prezzo fisso (in genere da 3 a 5 euro).

La quantità e qualità degli alimenti è a discrezione dell’offerente. I consumatori ne danno riscontro mediante un punteggio (fino a 5), che evidenzia 3 punti di forza (personale gentile, grande quantità di cibo, rapporto qualità-prezzo, etc.). È possibile indicare due preferenze (vegetariana e vegana) ma non le allergie alimentari.

app spreco alimentare

Mediante la app si ordina e si paga (con carta o PayPal) la Magic Box, si assegna il punteggio al commerciante e si inviano eventuali reclami. Su ogni vendita, Too Good To Go trattiene 1,19 euro. Una cifra corposa, considerato che solo in Italia in due anni e mezzo sono state vendute 4,6 milioni di Magic Box.

Phenix, l’ultima arrivata

Apparentemente simile alla danese, Phenix è una app francese nata nel 2014, attiva in 5 paesi, con circa 2,5 milioni di utenti in Europa e appena attivata in Italia (per ora solo a Milano). In principio lo scopo era dirigere gli alimenti in scadenza di supermercati e industria verso le associazioni caritatevoli.

OggiPhenix funziona più o meno come To Good To Go, pur mantenendo la collaborazione (gratuita) con le associazioni a sostegno delle persone vulnerabili e vantando le certificazioni B-Corp ed ESUS (Azienda solidale di utilità sociale), rilasciate dal governo francese.

Per i consumatori a caccia di sconti, la app elenca negozi e ristoratori con le box del cibo invenduto. A differenza dei danesi, però, conserva il tipico approccio francese consumer-friendly:

– consente di filtrare le preferenze alimentari anche evidenziando le allergie (a glutine e lattosio), l’adesione a una dieta vegetariana, halal, bio, vegana, kosher, interessata alla produzione locale e ai prodotti sfusi,

– offre un servizio clienti attivo 9-21,

– abbina un programma fedeltà che consente di accumulare punti a ogni acquisto, da trasformare in sconti,

– trattiene dalla vendita di ciascuna box una commissione di 1€ iva inclusa per box venduta al prezzo pari o inferiore a 5 € o del 20% iva inclusa per importi superiori. Con garanzia di bonifico il terzo giorno di ogni mese.

LastMinuteSottoCasa, manca lo sprint

Lo schema è lo stesso anche per LastMinuteSottoCasa, startup del Politecnico di Torino. La app lanciata 5 anni fa rimane purtroppo limitata geograficamente. Anche il sito perde colpi, privo di aggiornamenti.

Per i fortunati abitanti delle zone servite, la piattaforma consente di fruire degli sconti di fine giornata presso i commercianti di zona. Quale commissione è richiesta alle imprese? Nulla, salvo ricontrattazione degli accordi, spiega la nota pubblicata dal sito web.

Myfoody, fondi scaduti

Myfoody è invece frutto di una impresa italiana ed è nata con il sostegno della regione Lombardia e i fondi europei. Gli sconti di fine giornata in questo caso provengono soltanto dai supermercati.

La app segnala i prodotti scontati fino al 50% proposti nei supermercati salvati dall’utente nei preferiti. Un blog fornisce qualche suggerimento sull’impiego domestico degli scarti alimentari. A giudicare dal blog e dalla pochezza delle insegne della GDO presenti (appena 2 a Roma, Coop e Lidl) l’iniziativa sembra però arenata da qualche anno.

Una Buona Occasione, consigli qualificati

Una Buona Occasione è infine la app informativa che aiuta a non sprecare alimenti. Anche in questo caso la scarsità degli aggiornamenti del sito indicano che il progetto è fermo. Tuttavia, il materiale pubblicato merita attenzione.

La app offre informazioni utili per oltre 500 alimenti. Tra l’altro, vengono offerte indicazioni degli esperti dell’Istituto zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria sulla corretta conservazione dei cibi e sulla sicurezza alimentare. Temi sempre utili, specie se trattati da esperti del settore.

Note

(1) Sullo spreco alimentare relativo alla incomprensione della durabilità degli alimenti vedi i precedenti articoli:

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

Articoli correlati

Articoli recenti

Commenti recenti