Gli addolcitori dell’acqua possono nuocere gravemente alla salute – favorendo le malattie cardiovascolari – e all’ambiente. Il rischio riguarda gli impianti a scambio ionico installati dappertutto – case e uffici, bar e ristoranti, hotel – per eliminare il calcare. Un approfondimento.
Il ‘problema calcare’
La quasi totalità delle acque potabili in Italia si caratterizza per un’elevata ‘durezza’. Vale a dire la presenza di quantità significative di sostanze minerali, in particolare di ioni di calcio e ioni di magnesio. E la combinazione di questi due ioni genera incrostazioni di calcare, quando l’acqua viene riscaldata oltre i 40 °C.
La formazione di incrostazioni di calcare rappresenta un problema per il corretto funzionamento di tubazioni ed elettrodomestici a contatto con l’acqua calda, caldaie e scaldabagno in primis. Tendono così a verificarsi malfunzionamenti e riduzione dell’efficienza energetica degli apparecchi, i quali richiedono interventi di manutenzione periodica.
L’impiego degli addolcitori è senza dubbio utile nel trattamento delle acque a uso tecnico (es. impianti di riscaldamento, macchine professionali da caffè, tintorie). E tuttavia può comportare gravi rischi per la salute, ove le acque siano invece destinate al consumo umano.
Addolcitori a scambio ionico e demineralizzazione delle acque
Gli addolcitori a scambio ionico sono gli impianti più diffusi negli ambiti domestici e professionali. Tali sistemi si compongono di un contenitore per le resine, uno per il sale – che serve a rigenerare le resine – e un apparecchio elettronico. Il quale avvia (con una frequenza che in genere non supera i 4 giorni) il processo di rigenerazione delle resine, altrimenti soggette a proliferazione batterica.
La formazione di calcare viene inibita attraverso lo scambio ionico. Gli ioni di calcio (Ca) e magnesio (Mg) vengono infatti trattenuti nelle resine e sostituiti dal rilascio in acqua di ioni di sodio, i quali non producono incrostazioni. Uno scambio salvifico per le serpentine dei boiler e gli scambiatori delle caldaie, che può produrre tuttavia diversi danni per la salute e l’ambiente.
Scambio ionico e demineralizzazione, i rischi
Le linee guida ministeriali sui sistemi di addolcimento dell’acqua potabile invitano a porre attenzione ‘ai potenziali rischi di un’eccessiva demineralizzazione delle acque e conseguente minore apporto di micronutrienti e sali minerali per il consumatore che potrebbe essere associata a taluni trattamenti‘. (1)
Proprio il calcio e il magnesio – i principali determinanti della ‘durezza’ di un’acqua potabile – hanno infatti un ruolo cruciale nella dieta alimentare. E l’acqua ne rappresenta una fonte primaria, in particolare per gli individui intolleranti al lattosio e i vegani.
‘Gli utilizzatori di questi dispositivi devono essere informati delle modifiche nella composizione minerale causate dai trattamenti e delle possibili conseguenze sull’assunzione totale di sostanze nutritive’ (Organizzazione mondiale della sanità, Oms. V. nota 2).
Oltre al rischio di impoverimento minerale, le acque trattate con addolcitore a scambio ionico risultano arricchite di sodio (ione aggiunto per annientare calcio e magnesio). Un elemento notoriamente nocivo all’apparato cardio-circolatorio.
Proprio per questi motivi le norme che fissano i parametri di potabilità stabiliscono delle soglie minime di durezza e delle soglie massime di concentrazione di sodio. Senza porre limiti viceversa alla presenza di sali minerali, in quanto oligoelementi fondamentali che l’organismo umano non produce, dei quali l’acqua rappresenta la più preziosa fonte di assunzione quotidiana. (3)
I benefici di calcio e magnesio
Gli effetti sulla salute dei precursori del calcare sono benefici per la popolazione generale. I minerali disciolti nell’acqua potabile sono infatti elementi essenziali all’organismo.
‘Lo ione Calcio è il secondo messaggero più comune nelle cellule eucarioti. Si è visto infatti che una grande varietà di stimoli, che vanno dai fattori di crescita ai neurotrasmettitori, sono trasmessi all’interno della cellula mediante variazioni della concentrazione Calcio all’interno delle cellule. (…) Il Calcio ricopre quindi un ruolo di fondamentale importanza in tutti i sistemi biologici’, (prof. Paolo Pinton, Università di Ferrara. Estratto della relazione tenuta alla Conferenza ‘Labirinto D’Acque‘ il 24.03.2018).
Sull’apparato cardio-circolatorio, inoltre, i due minerali che rendono dure le acque svolgono un effetto protettivo noto dalla fine degli anni ’50. Centinaia di studi epidemiologici, condotti ‘in differenti periodi, aree geografiche e popolazioni hanno ribadito l’esistenza di un effetto protettivo dei contenuti di calcio e magnesio disciolti nei confronti dell’insorgenza di CVDs’. (4)
L’impatto negativo sull’ambiente
Un ulteriore problema causato dagli addolcitori a scambio ionico è l’impatto ambientale. I processi di trattamento restituiscono infatti un’acqua acida, a elevata concentrazione di cloruri, altamente corrosiva e inquinante.
Per questo in molti Paesi gli addolcitori sono consentiti solo per usi tecnici ben precisi e in ogni caso per il trattamento di acque non destinate al consumo umano. In molti Stati della federazione USA, dove questa tecnologia ha avuto il più ampio sviluppo, tali impianti sono vietati da alcuni anni proprio a causa del loro devastante impatto sull’ambiente.
Conclusioni provvisorie e nuovi orizzonti
L’acqua è il nutriente primario del nostro organismo e i minerali in essa contenuti sono fondamentali per la nostra salute. Mai come in questo momento il nostro organismo ha bisogno di oligoelementi che non è in grado di produrre e svolgono ruoli fondamentali. Chi ha dotato la propria casa o l’ufficio di addolcitori a scambio ionico dovrebbe perciò sottoporli a periodici controlli, per garantire la sicurezza delle acque destinate al consumo umano.
I nuovi orizzonti sono costituiti da nuovi sistemi ‘fisici’ di trattamento delle acque, i quali possono ridurre la formazione del calcare senza tuttavia alterare la composizione chimica dell’acqua. Tali sistemi – che consistono in apparecchiature magnetiche o a ultrasuoni – frazionano i legami molecolari dei minerali e impediscono la formazione del cristallo di calcite quando l’acqua raggiunge i 40 gradi. L’acqua così trattata forma invece cristalli di aragonite, i quali:
– sono innocui, per le tubature così come per la salute, e
– rimangono in sospensione nell’acqua, grazie alle loro dimensioni molto contenute, senza potersi aggregare né dar luogo a incrostazioni.
Marta Strinati e Dario Dongo
Note
(2) V. nota 1
(3) I parametri di potabilità delle acque sono stabiliti dal d.lgs 31/2001 e successive modifiche. Stabiliscono soglie minime di durezza di 15°-50° F, equivalenti a 60-200 mg/l di calcio, con il limite inferiore riferito alle acque sottoposte a trattamento di addolcimento o di dissalazione. E un limite massimo alla concentrazione di sodio pari a 200 mg/l
(4) M. Ottaviani, L. Achene, E. Ferretti, L. Lucentini. ‘La durezza dell’acqua destinata al consumo umano: riflessi sulla salute umana‘, Notiziario dell’Istituto superiore di sanità, vol. 20, n. 3, marzo 2007