Erbazzone reggiano, espressione della tradizionale cucina povera, oggi street food eccellente da gustare per le vie di Reggio Emilia, magari accompagnato a un bicchiere di Sauvignon di Parma. Si tratta di una torta salata, composta da una sfoglia di pasta azzima (“fuiada“) e un ripieno di bietola lessa, uova, scalogno, cipolla, aglio e Parmigiano Reggiano, arricchita talvolta da lardo. L’autentico erbazzone è chiamato in dialetto “Scarpasòun” nome dovuto all’impiego dello stelo delle verdure, dialettalmente detto “scarpa“.
Alcuni immaginano il primo erbazzone realizzato da una “redzora” (massaia addetta alla preparazione degli impasti), ma l’impasto non lievitato suggerisce un incontro con la tradizione ebraica. Il Consorzio Erbazzone Reggiano sembra avere pochi dubbi nell’attribuire il piatto al ghetto ebraico, molto popolato nel medioevo, arrivando a segnalare anche il forno in cui è stato cucinato per la prima volta un erbazzone, precisamente in via dell’Aquila, pieno centro cittadino.
Erbazzone, una ricetta medievale, tramandata anche in Romagna senza variazioni nel tempo ed ai nostri giorni apprezzata come cibo di strada, diffusa con alcune varianti nella sua versione “street” consumabile anche in piedi, ma sempre dal sapore genuino, ricco, gustoso.