European Environmental Agency (EEA) ha pubblicizzato il rapporto ‘Stato delle acque in Europa 2024’, ove sono raccolti ed elaborati i dati di 20 Paesi sulla condizione dei corpi idrici del Vecchio Continente (1,2).
Le criticità non mancano tra siccità e inondazioni, inquinanti persistenti e rischio di estinzione di alcune specie vegetali e animali, quindi perdita di biodiversità. Manca solo, come sempre, la determinazione politica ad affrontarle.
1) Stato delle acque in Europa 2024, rapporto EEA
Il corposo acquis comunitario e le politiche per la tutela delle risorse idriche non hanno ancora prodotto miglioramenti significativi. (3)
Le criticità riguardano quantità e qualità delle acque, nonché gli effetti devastanti che il cambiamento climatico esprime alternando siccità e inondazioni.
2) Qualità delle acque superficiali
Il rapporto di Environment European Agency (EEA) riferisce che tra le acque superficiali
– il 71% è afflitto da inquinamento chimico
– il 63% versa in cattive condizioni ecologiche.
Le peggiori sostanze chimiche che si riversano nelle acque superficiali provengono da tre fonti:
– inquinamento atmosferico che deriva dalle centrali elettriche a carbone
– percolazione di prodotti agrochimici da agricoltura convenzionale (i.e. pesticidi, erbicidi, fungicidi, fertilizzanti)
– ricaduta di idrocarburi policiclici aromatici, frutto della combustione di combustibili solidi.
3) Forever chemicals
L’ Agenzia europea dell’ambiente attribuisce un ruolo nefasto soprattutto ad alcuni inquinanti che persistono a lungo nel tempo. Come il mercurio (rilasciato in atmosfera dalla combustione del carbone) e i ritardanti di fiamma bromurati (ormai vietati), senza i quali ‘l’80% delle acque superficiali raggiungerebbe un buono stato chimico anziché il 29%’.
I calcoli attuali non tengono però conto di altri forever chemicals come i PFAS, sostanze che sono ‘dannose per la salute umana e sono diffuse dove sono state studiate (4), ma per le quali attualmente non abbiamo una buona conoscenza della loro presenza complessiva nell’acqua a livello planetario’. (5)
4) Acque sotterranee, la scorta idrica
La condizione delle acque sotterranee – che forniscono due terzi dell’acqua potabile in UE e sostengono ecosistemi come zone umide e fiumi – a sua volta preoccupa.
L ’Agenzia rileva infatti che
– il 9% è in calo quantitativo- il 23% è in cattive condizioni chimiche.
I principali inquinanti sono nitrati e pesticidi.
5) Disastro alluvioni
Le piogge intense che causano alluvioni – devastando territori, con enorme danno anche economico – sono inevitabili. EEA le attribuisce soprattutto al riscaldamento del pianeta e dei mari.
Nel 2023 in pochi mesi si sono verificate gravi inondazioni con perdite di vite umane in Italia, Norvegia, Slovenia e lungo la costa mediterranea. E il 2024 non si annuncia meno nefasto.
L’adattamento a questi fenomeni viene indicato in ‘soluzioni basate sulla natura’ per migliorare la ritenzione idrica e “rallentare il flusso” dell’acqua.
6) Ripristinare i corsi idrici
Gli autori del rapporto ricordano che ‘ottenere fiumi a flusso libero e zone umide ripristinate è essenziale per ecosistemi di acqua dolce sani e ricchi di biodiversità’.
Questo approccio non è peraltro più disponibile in alcune aree ove dighe, canalizzazioni, cementificazione e ‘sotterramento’ di corsi d’acqua non consentono più di assorbire piogge senza fine.
7) Siccità e sprechi
La siccità viene a sua volta attribuita da European Environmental Agency ai cambiamenti climatici.
‘Le pratiche di gestione idrica in Europa sono scarsamente adatte a far fronte a cambiamenti così rapidi e su larga scala, che metteranno a repentaglio la sicurezza idrica’.
La ricetta di EEA prevede di ridurre l’uso dell’acqua e migliorare l’efficienza idrica, mediante
– riduzione delle perdite
– impiego di dispositivi e processi efficienti dal punto di vista idrico
– implementazione del riutilizzo dell’acqua
– modulazione della tariffa dell’acqua per ridurre i consumi e finanziare gli investimenti idrici.
I rincari tariffari scatenerebbero peraltro rivolte popolari in alcuni Paesi, come l’Italia, già afflitti da un carovita insostenibile e una gestione degli acquedotti talora fallimentare.
8) Biodiversità dei sistemi acquatici
‘Gli ecosistemi acquatici europei sono ancora gravemente degradati. Prove complementari riportate ai sensi della Direttiva Habitat mostrano che solo il 17% degli habitat fluviali, lacustri, alluvionali e ripariali protetti sono in buono stato di conservazione (2013-2018)’, riporta EEA.
‘La grande maggioranza delle specie di pesci e anfibi protetti si trova in uno stato di conservazione scarso o cattivo. Rischiano di estinguersi localmente e necessitano di azioni riparatrici. Ciò dimostra che l’UE è lontana dal realizzare i suoi obiettivi in materia di biodiversità negli ecosistemi acquatici’.
9) Migliorare la resilienza idrica dell’Europa
‘La scadenza fissata dalla Water Framework Directive (WFD) affinché i fiumi, i laghi, le acque di transizione, le acque costiere e sotterranee europee raggiungano il buono stato era il 2015. Tale data non è stata rispettata e dal 2010 si sono registrati pochi miglioramenti’, attesta il rapporto ‘Stato delle acque in Europa 2024’.
Anziché continuare a pubblicare strategie, politiche e proclama dissociati dalla realtà, la politica europea e degli Stati membri dovrebbe affermare senza indugio le responsabilità degli enti locali nell’amministrazione della cosa pubblica per il perseguimento degli obiettivi già stabiliti. Oltre a stanziare le risorse necessarie alla tutela del più primario dei beni, l’acqua appunto.
Marta Strinati
Note
(1) EEA report 07/2024. Europe’s state of water 2024: the need for improved water resilience. Environment European Agency. 15.10.24 https://www.eea.europa.eu/en/analysis/publications/europes-state-of-water-2024
(2) I 19 Stati membri che hanno trasmesso dati sono Austria, Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Germania, Francia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia. Assenti Bulgaria, Irlanda, Grecia, Cipro, Ungheria, Malta, Finlandia
(3) Le politiche ambientali e climatiche dell’UE relative alle acque superficiali e sotterranee sono Eighth Environment Action Programme to 2030, EU biodiversity strategy for 2030, Farm to fork strategy, Water scarcity and drought communication and policy review, EU strategy on adaptation to climate change, Zero pollution action plan for air, water and soil, Chemicals strategy — for sustainability, towards a toxic-free environment, Second circular economy action plan, Soil strategy, Sustainable Development Goal 6, Sustainable Development Goal 11.5, Sustainable Development Goal 15
(4) Marta Strinati, Ylenia Desiree Patti Giammello. Inquinamento da PFAS, quasi quattromila morti in più in 30 comuni veneti. GIFT (Great Italian Food Trade). 25.6.24
(5) Marta Strinati, Dario Dongo. PFAS in rainwater and food, global ban urgently needed. FT (Food Times). August 26, 2022

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".