HomeSicurezzaSostanze chimiche e diminuita risposta immunitaria

Sostanze chimiche e diminuita risposta immunitaria

Alcune sostanze chimiche possono indebolire la nostra resistenza nei confronti delle infezioni, e magari aprire la strada alle epidemie? Sì, è possibile: ce lo indica un numero crescente di studi sia sperimentali sia epidemiologici. (1)

Un recentissimo lavoro scientifico, pubblicato da un gruppo di ricercatori statunitensi nel marzo 2021 sullo International Journal of Environmental Research and Public Health compie un ulteriore passo in questa direzione. (2)

Lo studio ha esaminato l’utilizzo del sistema ToxCast per identificare sostanze che inibiscono l’immunità. ToxCast, messo a punto dall’Agenzia per la Protezione Ambientale degli USA (USEPA) è un sistema di screening che identifica i meccanismi di tossicità principali delle sostanze chimiche, permettendo quindi di individuare le priorità per la valutazione dei possibili rischi per la salute.

Il caso dell’additivo diffuso in oli e grassi

Il gruppo di ricercatori ha esaminato in primo luogo un additivo alimentare, il terz-butil-idrochinone (TBHQ), usato come conservante per oli e grassi. La sostanza è stata valutata nel 2004 dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) che, sulla base dei dati su animali da laboratorio disponibili all’epoca, identificò diversi effetti tossici, ma solo a dosi molto alte e senza dare particolare rilievo ad alcuni effetti immunitari. (3)

Tuttavia, lo screening effettuato mediante il ToxCast individua il sistema immunitario come un bersaglio potenzialmente critico per il TBHQ, richiamando la necessità di una valutazione più aggiornata.

PFAS inibitori della risposta immunitaria

Lo studio ha anche considerato le sostanze perfluoalchiliche (PFAS), purtroppo note per il grave caso di contaminazione in Veneto, su cui è intervenuto anche l’Istituto Superiore di Sanità. (4)

I PFAS sono stati ampiamente utilizzati in passato (additivi di tessuti, nel teflon, etc.) e sono contaminanti molto persistenti. Diversamente dal TBHQ, i PFAS sono stati valutati recentemente da EFSA, che ha indicato l’inibizione della risposta immunitaria, osservata in studi sia di laboratorio sia epidemiologici, come l’effetto che si osserva alle dosi più basse e complessivamente più preoccupante.

EFSA ha anche concluso che i livelli di PFAS negli alimenti in Europa destano preoccupazione. (5) Pertanto, si attende che – finalmente – vengano avviati controlli per questi contaminanti.

ToxCast fallisce sui PFAS

Nonostante le evidenze ottenute su animali da laboratorio e nell’essere umano, lo screening mediante il sistema ToxCast non ha sorpredentemente fornito segnali importanti di immunotossicità per i PFAS.

I ricercatori autori dello studio traggono due conclusioni importanti:

1) gli effetti immunotossici delle sostanze chimiche sono importanti e meritano maggiore attenzione;

2) il ToxCast rappresenta uno screening per la tossicità delle sostanze chimiche all’avanguardia e potenzialmente utilissimo, ma che deve venire aggiornato per cogliere in modo più accurato la immunotossicità: lo dimostra la sua inefficacia nei confronti dei PFAS.

Obiettivo One Health

Questo studio rafforza ulteriormente il nuovo concetto di One Health, in cui il rischio da inquinamento chimico e il rischio infettivo vanno visti come fattori che possono, purtroppo, interagire e sviluppare sinergie in contesti ambientali che non controllano adeguatamente tali rischi.

Inoltre, gli effetti sulla risposta immunitaria debbono ricevere l’attenzione che meritano nella valutazione della sicurezza delle sostanze chimiche.

Alberto Mantovani

Note

(1) Alberto Mantovani. Contaminants and infections: a link to explore. Open Access Government, 17.4.2020 https://www.openaccessgovernment.org/contaminants-and-infections-a-link-to-explore/85701/

(2) Naidenko, Olga V.; Andrews, David Q.; Temkin, Alexis M.; Stoiber, Tasha; Uche, Uloma I.; Evans, Sydney; Perrone-Gray, Sean. 2021. Investigating Molecular Mechanisms of Immunotoxicity and the Utility of ToxCast for Immunotoxicity Screening of Chemicals Added to Food’. Int. J. Environ. Res. Public Health 18, no. 7: 3332. https://doi.org/10.3390/ijerph18073332 https://www.mdpi.com/1660-4601/18/7/3332/htm

(3) V. https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.2903/j.efsa.2004.84

(4) Istituto superiore di sanità (ISS). Contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche in Veneto. Valutazione dell’esposizione alimentare e caratterizzazione del rischio https://www.sivempveneto.it/wp-content/uploads/2019/07/Relazione-PFAS_ISS-2019_finale.pdf

(5) V. PFAS nei cibi: l’EFSA ne valuta i rischi e stabilisce il limite di sicurezza. 17.9.20  https://www.efsa.europa.eu/it/news/pfas-food-efsa-assesses-risks-and-sets-tolerable-intake

Tossicologo, dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), già presidente della Società Europea di Teratologia. Nonché membro storico, per 15 anni, del panel scientifico su mangimi e pesticidi presso EFSA (European Food Safety Authority) ove continua a lavorare come esperto esterno.

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