HomeSicurezzaPFAS nelle acque di 16 regioni. Emergenza in Veneto

PFAS nelle acque di 16 regioni. Emergenza in Veneto

I PFAS, sostanze chimiche tossiche e in alcuni casi già classificate come cancerogene, sono presenti in tutti i corsi d’acqua italiani e talvolta persino nell’acqua potabile. Il dato è rilanciato da Greenpeace, che invita a firmare una petizione per bandire in Italia questi inquinanti. (1,2)

La fonte di inquinamento da PFAS

PFOA e PFOS (i PFAS più studiati) vengono ampiamente utilizzati in applicazioni industriali e prodotti di consumo a causa della loro idrofobicità e lipofobicità, proprietà tensioattive e stabilità chimica.

Gli oggetti di consumo più diffusi che contengono PFAS sono:

– trattamenti di rivestimento resistente a macchie, olio e acqua di materiali e oggetti destinati al contatto con gli alimenti (MOCA). Carta e cartoncino, contenitori e stoviglie monouso, fondi antiaderenti per cottura (es. Teflon) e pentole. Rivestimenti per cavi elettrici

– trattamenti superficiali, in particolare di prodotti tessili (tappeti, tappezzerie antimacchia, tessuti impermeabili tipo Goretex), pelli e pellicole fotografiche, inchiostri

– vernici, schiume antincendio, imballaggi, mobili, etc.

Quattro regioni al buio

I dati sulla ricerca dei PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) nelle acque mancano per quattro regioni italiane del Sud. In Puglia, Sardegna, Molise e Calabria, dal 2017 al 2022, non risulta alcun controllo.

Nel resto del Paese, le rilevazioni – raccolte nel database di Ispra ed elaborate da Greenpeace – confermano sempre la presenza di PFAS a livelli più o meno elevati.

Chi cerca trova

L’intensità e accuratezza delle analisi favorisce l’emersione di un inquinamento altrove sottovalutato. La maggiore frequenza dei casi di positività va dunque contemperata con la più elevata attività di ricerca.

Quasi il 70% delle analisi nazionali viene eseguito in sole quattro regioni del Nord Italia: Veneto e Piemonte, interessate da contaminazioni ben documentate, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia.

Tre regioni oltre il 30% di positività

La più alta percentuale di analisi positive rispetto ai controlli effettuati tra il 2019 e il 2022 emerge in
– Basilicata (31%)
– Veneto (30%)
– Liguria (30%).

In altre sei regioni il tasso di positività è superiore al 10%:
– Lombardia
– Toscana
– Lazio
– Umbria
– Abruzzo
– Campania.

Il caso Veneto

In Veneto si registrano le più alte concentrazioni di PFOA (molecola cancerogena per gli esseri umani) e PFOS.

La regione è afflitta da una delle più gravi contaminazioni da PFAS in tutta Europa che coinvolge anche le acque potabili di diversi comuni nelle province di Vicenza, Verona e Padova.

Il Piemonte inquinato dalla ex Solvay

Il Piemonte a sua volta si distingue per concentrazioni particolarmente elevate di PFOA e PFOS nei corpi idrici interessati dagli scarichi dell’azienda chimica Solvay (oggi Syensqo), unica azienda produttrice attiva di PFAS in Italia.

A seguire, per intensità di PFOA, Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio.

Serve una legge nazionale

La situazione rappresentata dai dati ISPRA è grave, ma la realtà potrebbe essere anche peggiore perché si tratta di dati parziali. 

Per tutelare l’ambiente e la salute delle persone, gli Stati Uniti e diversi Paesi europei hanno già adottato alcuni limiti all’uso dei PFAS, sostituendoli con alternative più sicure già disponibili.

Al nostro governo chiediamo di fare lo stesso con una legge nazionale che limiti l’uso e la produzione di queste pericolose sostanze’, afferma Giuseppe Ungherese di Greenpeace.

Commissione europea inadempiente

Questi dati confermano l’assoluta necessità di vietare la produzione e l’impiego di PFAS in qualsivoglia settore industriale.

La Commissione europea uscente avrebbe dovuto introdurre questo divieto nella tanto attesa riforma strutturale del regolamento Reach (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals), che ha invece omesso di adottare’, afferma Dario Dongo, fondatore di GIFT e candidato (qui il programma) nel Nord-Est alle elezioni europee 2024 con il movimento Pace, Terra, Dignità.

Marta Strinati

Note

(1) Giuseppe Ungherese. Sedici regioni in Italia hanno i corsi d’acqua contaminati da PFAS, sostanze chimiche pericolose. Greenpeace. 28.5.24 https://www.greenpeace.org/italy/storia/23471/sedici-regioni-in-italia-hanno-i-corsi-dacqua-contaminati-da-pfas-sostanze-chimiche-pericolose/

(2) Petizione di Greenpeace ‘Chiedi al governo italiano la messa al bando dei PFAS’ https://attivati.greenpeace.it/petizioni/zero-pfas/?utm_source=greenpeace.org&utm_medium=news&utm_campaign=pfas&utm_content=report-ispra

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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