Frutta e verdura non bio vendute nella UE sono sempre più contaminate dalle pericolose sostanze perfluoroalchiliche, PFAS, aggiunte ai pesticidi. Fragole, pesche, albicocche sono i frutti più inquinati, segnala lo studio di PAN Europe, che riassume un decennio di monitoraggi.
PFAS in frutta e verdura attraverso i pesticidi
È ormai noto che i PFAS vengono utilizzati in diversi prodotti di consumo, come padelle, prodotti tessili, imballaggi alimentari e stoviglie monouso, come quelle individuate dalle recenti analisi di IPEN nei fast food di 17 Paesi. (2)
Poco conosciuta è invece la loro presenza nei pesticidi spruzzati sulle colture alimentari. Compaiono in ben 37 sostanze attive approvate nell’Unione europea.
‘I PFAS sono stati introdotti deliberatamente dall’industria nei pesticidi con l’aggiunta di alcuni atomi di fluoro per aumentarne l’efficacia, oppure risultano come sottoprodotti di degradazione, come l’acido trifluoroacetico (TFA), inquinante dell’acqua.
Gli agricoltori generalmente non sono consapevoli del fatto che stanno spruzzando “forever pesticides” sui loro raccolti. Non è menzionato sull’etichetta’, spiega PAN Europe.
Frutta e verdura contaminata da pesticidi PFAS
L’analisi sulla contaminazione da PFAS di frutta e verdura è basata sulla raccolta 2001-2021 dei dati ufficiali di monitoraggio dei residui di pesticidi negli alimenti provenienti dagli Stati membri UE. Ne emerge che i livelli di contaminazione sono triplicati in dieci anni.
La frutta (non biologica), soprattutto quella estiva, coltivata in Europa risulta più frequentemente contaminata da residui di pesticidi PFAS, in confronto alla verdura:
il 37% delle fragole,
il 35% delle pesche e
il 31% delle albicocche sono contaminate.
– il 20% della frutta contiene cocktail di residui di pesticidi PFAS, con un massimo di quattro diversi tipi rilevati in un singolo campione di fragole e uva da tavola e fino a tre in pesche e albicocche.
Complessivamente la percentuale di verdure (non bio) coltivate in Europa è del 12%. Ma alcune sono altamente contaminate: 42% la cicoria, 30% i cetrioli.
Delle 31 sostanze PFAS rilevate, le più frequenti sono il fungicida fluopyram, l’insetticida flonicamid e il fungicida trifloxystrobin.
Le terre dei forever pesticides
Nel 2021, gli Stati membri che hanno prodotto frutta e verdura più frequentemente contaminata da residui di pesticidi PFAS sono stati
– Paesi Bassi (27%),
– Belgio (27%),
– Austria (25%),
– Spagna (22%),
– Portogallo (21%).
L’Italia è assente dall’elenco non perché più virtuosa, ma in quanto non inclusa nel monitoraggio.
Tra la frutta e la verdura di importazione, la maggiore incidenza di residui di pesticidi PFAS ha origine in
– Costa Rica (41%),
– India (38%),
– Sud Africa (28%),
– Colombia (26%),
– Marocco (24%).
Cocktail chimici altamente tossici
La maggior parte dei residui rilevati nello studio è ‘a norma di legge’, al di sotto dei limiti massimi di residui (LMR). Ciò però non elimina le preoccupazioni.
Le soglie di sicurezza (LMR), infatti, non tengono conto dell’effetto cocktail, vale a dire l’esposizione combinata a diverse sostanze chimiche. E la ricerca ha già dimostrato che gli effetti tossici sono reali e misurabili, come abbiamo visto. (3)
Tossicità certa
Le sostanze PFAS rappresentano una minaccia enorme. Sono note come ‘forever chemical’ per la loro persistenza nell’ambiente e sono correlate a importante tossicità per la salute umana.
La letteratura scientifica le correla a danni a fertilità, sviluppo fetale e funzione dell’ormone tiroideo, interferenza endocrina, cancerogenesi, genotossicità.
La IARC, Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato le due più note sostanze PFAS – PFOA e PFOS – come ‘cancerogeno per l’uomo’ e ‘possibile cancerogeno per l’uomo’ rispettivamente. (4)
Stop ai pesticidi PFAS
È urgente vietare l’uso dei pesticidi PFAS per frenare l’esposizione dei cittadini europei e proteggere la salute della popolazione, compresa quella dei gruppi più vulnerabili, come le donne incinte, i neonati e i bambini, ribadisce PAN Europe, che a novembre 2023 ha dedicato un report al tema. (5,6)
L’approvazione dei pesticidi PFAS ‘dimostra un disprezzo per la legislazione europea, consentendo nella nostra produzione alimentare l’uso di pesticidi che possono danneggiare la salute umana e animale, nonché l’ambiente. La persistenza di questi pesticidi PFAS, insieme alle loro intrinseche proprietà tossiche, avrebbero dovuto portare al loro rapido divieto’ sottolinea Angeliki Lysimachou, responsabile scientifico e politico di PAN Europe.
Marta Strinati
Note
(1) Toxic Harvest. The rise of forever pesticides in fruit and vegetables in Europe. PAN Europe. Febbraio 2024 https://www.pan-europe.info/sites/pan-europe.info/files/public/resources/reports/Report_Toxic%20Harvest%20The%20rise%20of%20forever%20PFAS%20pesticides%20in%20fruit%20and%20vegetables%20in%20Europe%2027022024%20%281%29.pdf
Il rapporto è realizzato da PAN Europe in collaborazione con Ecocity, Ecologistas en Acción, Magyar Természetvédők Szövetsége (Amici della Terra Ungheria), Générations Futures, Global 2000 (Amici della Terra Austria), PAN Germania, PAN Paesi Bassi e Nature & Progrès Belgique.
(2) Marta Strinati. PFAS, le sostanze chimiche tossiche in contenitori e stoviglie dei fast-food. Indagine IPEN. GIFT (Great Italian Food Trade). 19.12.23
(3) Marta Strinati. I cocktail di pesticidi causano tossicità, anche alle dosi ammesse in UE. Nuovo studio. GIFT (Great Italian Food Trade). 24.10.20
(4) Marta Strinati. Le sostanze PFAS sono cancerogene, la conferma di IARC. GIFT (Great Italian Food Trade). 3.12.23
(5) Europe’s Toxic Harvest. Unmasking PFAS pesticides authorised in Europe. PAN Europe. Novembre 2023 https://www.pan-europe.info/sites/pan-europe.info/files/public/resources/reports/PFAS%20Pesticides%20report%20November%202023.pdf
(6) Marta Strinati, Dario Dongo. PFAS nell’acqua piovana e negli alimenti, urge un bando globale. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.8.22

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".