HomeSicurezzaObesità, obesità infantile e marketing. Rapporto WHO Europe 2022

Obesità, obesità infantile e marketing. Rapporto WHO Europe 2022

WHO Europe ha pubblicato il rapporto 2022 su obesità, obesità infantile e il marketing predatorio (già denunciato da UNICEF, nel 2020) che ne costituisce causa primaria (1,2). 220 pagine fitte di dati statistici ed epidemiologici, con numerosi richiami alla letteratura scientifica degli ultimi decenni, evidenziano il fallimento delle politiche finora adottate per la salvaguardia della salute pubblica.

Una vera e propria epidemia, denuncia l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, con impatto disastroso sulla prevalenza di malattie gravi e croniche (NCDs, Non-Communicable Diseases) e i rischi che ne conseguono in termini di disabilità e mortalità prematura. Il cibo-spazzatura è ovunque, in un ambiente ‘obesogeno’ favorito da pratiche commerciali irresponsabili.

1) Obesità e sovrappeso nella macro-regione europea

Nessun Paese del Vecchio Continente è finora riuscito a invertire la rotta rispetto a un’incidenza di obesità e sovrappeso tuttora in crescita:

– il tasso di obesità, +21% nel periodo 2005-2015, è più che raddoppiato (+138%) nelle ultime quattro decadi (1975-2015),

– obesità e sovrappeso, cumulativamente, sono aumentati a ritmo più lento (+8% nel periodo 2005-2015, +51% dal 1975 al 2015).

1.1) Adulti obesi

Il 59% degli adulti, nei 53 Paesi della macro-regione europea, sono afflitti da obesità e sovrappeso. La Global Syndemic annunciata dagli esperti della Commissione EAT su The Lancet (3) ha epicentro proprio qui, ove la prevalenza dell’obesità negli adulti è più alta che in qualsiasi altra regione dell’OMS, ad eccezione delle Americhe.

Il fenomeno ha ‘proporzioni epidemiche’, secondo WHO Europe, con un picco tra gli uomini adulti (63%) rispetto alle donne (54%). La sola obesità, nel Vecchio Continente, riguarda quasi un quarto degli adulti (23%), le donne soprattutto (24%). E le diffuse diseguaglianze socioeconomiche – reddito, istruzione, condizione occupazionale, luogo di residenza – vi sono correlate.

1.2) Obesità infantile e giovanile

L’epidemia europea non risparmia le giovani generazioni:

– fino ai 5 anni di età, obesità e sovrappeso colpiscono 4,4 milioni di bambini, pari al 7,9% della fascia di popolazione considerata,

– dai 5 ai 9 anni, quasi un bambino su tre (29,5%) è sovrappeso e/o obeso, uno su otto (11,6%) già afflitto da obesità patologica,

– tra i 10 e i 19 anni l’incidenza si riduce temporaneamente. Uno su quattro (24.9%) giovani è sovrappeso e/o obeso, uno su quattordici (7,1%) obeso.

2) Obesità, sovrappeso e salute

Oltre 1,2 milioni di decessi ogni anno, vale a dire più del 13% della mortalità per tutte le cause nel Vecchio Continente, sono causate da obesità, sovrappeso e malattie correlate (NCDs). Le quali altresì rappresentano il primo fattore di rischio di disabilità e sono causa del 7% degli anni trascorsi con disabilità.

Il rischio di insorgenza di almeno 13 tipi di tumori – mammella (nelle donne in post-menopausa), colon-retto, endometrio, rene, fegato, cistifellea, ovaio, pancreas, esofago, tiroide, mieloma multiplo e meningioma – è aumentato in misura significativa dall’obesità. Che in Europa si stima essere oggi causa diretta di almeno 200 mila nuovi casi di cancro l’anno, con previsioni in crescita.

3) Previsioni e prospettive

Nei decenni a venire, l’obesità supererà il fumo quale principale fattore prevenibile di rischio tumori. Le caratteristiche associate all’obesità possono peggiorare le conseguenze del Covid-19, soprattutto per le vie respiratorie e la compromissione immunologica. Le persone con obesità sono a maggior rischio di malattie clinicamente gravi e mortalità con COVID-19.

4) Europa, un ambiente ‘obesogeno’

L’OMS riferisce espressamente all’Europa come a un ambiente ‘obesogeno’. Vale a dire un contesto socioculturale ed economico che stimola – anziché ostacolare – lo sviluppo di obesità, obesità infantile e sovrappeso. I suoi fattori sono noti, benché del tutto ignorati o quasi dai decisori politici, anche a causa delle malevole influenze (4) delle lobby di Big Food:

marketing irresponsabile di alimenti ultraprocessati HFSS (High in Fats, Sugar and Sodium), alias cibo spazzatura (o junk-food),

– prevalenza dei cibi HFSS e loro minor costo, nell’offerta commerciale, rispetto agli alimenti più equilibrati dal punto di vista nutrizionale.

5) Big Food, marketing irresponsabile

A livello globale, le industrie alimentari e delle bevande analcoliche hanno speso oltre 33 miliardi di dollari in pubblicità per i loro prodotti nel 2020.

L’esposizione alla commercializzazione di cibi e marchi malsani normalizza il consumo di cibi insalubri e influenza atteggiamenti, aspettative e comportamento di acquisto e consumo nel corso della vita, in particolare nei bambini’.

I bambini sono sotto l’assedio del marketing obesogeno di Big Food in ogni contesto della vita quotidiana. Anzitutto nell’ambiente digitale, oltreché in tv, nei supermercati, le scuole e perfino gli impianti sportivi.

5.1) Marketing obesogeno digitale

L’ambiente digitale alimentare è ampiamente assente dall’agenda di salute pubblica. Per esempio è difficile regolamentare la pubblicità di prodotti malsani in quanto la pubblicità è diventata più mirata e personale e, di conseguenza, più difficile da monitorare’. (1)

Nondimeno, ‘l’incremento nei consumi di cibo malsano nei bambini può essere osservata immediatamente dopo essere stati esposti a pubblicità di cibo non salubre. Questo effetto è ancora più forte per i bambini che già convivono con sovrappeso o obesità’.

5.2) Target bambini e giovani

L’advergame è una delle tecniche di marketing online più pervasive. Si tratta di giochi online sviluppati per i bambini per pubblicizzare determinate marche di prodotti in un ambiente di intrattenimento positivo. ‘Le prove dimostrano che questi giochi hanno un effetto significativo sul consumo di cibi malsani’.

L’uso di algoritmi complessi e nuove strategie come il social media influencer marketing’ consente poi a Big Food di raffinare il bombardamento pubblicitario, per influenzare con la massima efficacia possibile le scelte di consumo dei più piccoli. È il neuromarketing ad avere reso ‘il marketing online molto potente e influente, soprattutto per i bambini e i giovani’.

5.3) Social mediainfluencer marketing

Social media e influencer – su Facebook, Instagram, Snapchat, YouTube, TikTok – stimolano i bambini e i giovani a interagire con i contenuti condivisi dalle celebrità online. Con l’illusione che esse condividano la loro vita come farebbero veri amici, salvo invece promuovere cibo-spazzatura, spesso in maniera occulta come abbiamo invano denunciato in Italia all’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (c.d. Antitrust). (5)

Gli studi scientifici richiamati da WHO Europe hanno dimostrato come il marketing alimentare di cibo spazzatura attraverso gli influencer sui social media abbia un effetto immediato sul comportamento alimentare dei bambini. E tra l’altro, quand’anche i bambini vedano e capiscano che il contenuto include pubblicità, tendono ancora a fidarsi dei loro influencer preferiti in un rapporto di dipendenza psicologica progettata a tavolino.

5.4) Food delivery, le app da indagare

Le correlazioni tra l’utilizzo di app di food delivery (meal delivery apps) e l’obesità meritano approfondimenti. L’evidenza scientifica mostra infatti che:

– i cibi preparati fuori casa sono generalmente più ricchi di grassi, zucchero, sale,

– le porzioni sono spesso più grandi. Ciò incoraggia il consumo di cibo in eccesso, soprattutto quando vi sia poca differenza di prezzo tra le maxi-porzioni e quelle più piccole, come è uso nei fast-food,

– la cena fuori casa e il pasto da asporto aggiungono così 200 kcal, in media, alla dieta quotidiana.

Il food delivery può inoltre incoraggiare attitudini sedentarie, soprattutto quando si accompagni a comportamenti quali il binge-watching su Netflix o su altri servizi di streaming.

5.5) Non i mezzi ma i fini

Le tecnologie digitali non sono necessariamente una minaccia per la salute pubblica; piuttosto, il problema è come viene utilizzata la tecnologia – cosa viene pubblicizzato e come il contenuto degli annunci viene compreso, e cosa è disponibile sulle piattaforme digitali che possa contribuire all’obesogenicità degli ambienti alimentari digitali’.

6) Soluzioni da adottare

Gli Stati membri di WHO nella macro-regione europea devono contrastare l’epidemia in atto e rimuovere le cause di questo ambiente obesogeno, con una serie di interventi che comprendano:

– drastiche restrizioni al marketing obesogeno, sulla scia di quanto realizzato in UK grazie allo Health and Care Bill, (6)

– introduzione dell’obbligo di etichettatura nutrizionale di sintesi (FOPNL, es. NutriScore) sul fronte delle confezioni (7,8),

– misure fiscali apposite (es. maggiori aliquote IVA e sugar tax), per scoraggiare produzione e vendite di junk-food, (9)

– agevolazioni fiscali e sussidi per l’acquisto di alimenti sani, naturali ed equilibrati da parte delle famiglie a basso reddito,

– promozione di pasti salutari ed equilibrati già a partire dalle scuole e le istituzioni pubbliche, (10)

– interventi concreti volti a favorire l’accessibilità alle strutture sportive nelle fasce di popolazione a basso reddito.

#PeopleOverProfit! #SDG3, ensure good health and well-being.

Sabrina Bergamini e Dario Dongo

Immagine di copertina da Gourmandia

Note

(1) WHO European Regional Obesity Report 2022. Copenhagen: WHO Regional Office for Europe; 2022. Licence: CC BY-NC-SA 3.0 IGO. ISBN: 978-92-890-5773-8. https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/353747/9789289057738-eng.pdf

(2) Dario Dongo. Clima, marketing predatorio e salute dei bambini. Rapporto Unicef. GIFT (Great Italian Food Trade). 21.2.20,

(3) Marta Strinati. Global Syndemic, il mix micidiale di malnutrizione e crisi ecologica. GIFT (Great Italian Food Trade). 7.6.19,

(4) Marta Strinati. Nutrizione e salute, ecco come Big Food ostacola l’OMS. GIFT (Great Italian Food Trade). 3.9.20,

(5) Dario Dongo. Influencer marketing, la nostra segnalazione all’Antitrust. GIFT (Great Italian Food Trade). 25.7.20,

(6) Dario Dongo. Inghilterra, stop alla pubblicità di cibo spazzatura grazie allo Health and Care Bill. GIFT (Great Italian Food Trade). 2.5.22,

(7) Dario Dongo. Codex Alimentarius, il NutriScore e le linee guida WHO. GIFT (Great Italian Food Trade). 29.9.21,

(8) WHO (Geneva). Nutrition labelling: policy brief. ISBN: 978-92-4-005132-4 7.6.21, https://www.who.int/publications/i/item/9789240051324

(9) Dario Dongo e Sabrina Bergamini. Bevande zuccherate e dolcificate, snack dolci. Studi su mortalità prematura e sugar tax. GIFT (Great Italian Food Trade). 10.9.19,

(10) Dario Dongo. Salute a scuola, belle parole in accordo Stato-Regioni. GIFT (Great Italian Food Trade). 10.3.19.

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