Il 5 luglio 2023 la Commissione europea presenta la proposta di deregulation dei nuovi OGM (NGTs), senza considerare i rischi per la biodiversità e l’ambiente, la salute di esseri umani e animali, gli insetti impollinatori. (1)
La società civile – attraverso le coalizioni Save Bees and Farmers, European Beekeeping Coordination, Greenpeace Europe, Italia Libera da OGM tra gli altri – rilancia l’allarme, senza peraltro ricevere ascolto. (2) Life science and democracy failure.
1) Deregulation dei nuovi OGM, NGTs. La proposta della Commissione europea
La proposta di deregulation dei nuovi OGM o NGTs (New Genomic Techniques) si basa sull’indimostrata ipotesi dell’industria biotech – fatta propria dalla Commissione europea – che ne deduce la ‘indistinguibilità’ e addirittura la ‘equivalenza’ rispetto agli organismi vegetali ottenuti con i metodi tradizionali di selezione. (3)
1.1) Nuovi OGM o NGTs, nozione
‘Per ‘pianta NGT’ si intende una pianta geneticamente modificata ottenuta mediante mutagenesi mirata, cisgenesi, intragenesi ovvero una combinazione delle due. A condizione che la pianta NGT non contenga alcun materiale genetico proveniente dall’esterno del pool genetico dei riproduttori [breeders] che possa essere stato temporaneamente inserito durante lo sviluppo della pianta NGT’ (proposta di regolamento, articolo 3.1.1).
I nuovi OGM o NGTs come sopra definiti comprendono perciò le piante ottenute attraverso:
- ‘mutagenesi mirata’, le quali comportano modifiche della sequenza del DNA in punti ‘precisi’ del genoma di un organismo,
- ‘cisgenesi’. Inserimento nel genoma dell’organismo di una copia ‘esatta’ di materiale genetico già presente nel ‘pool genetico dei breeders‘,
- ‘intragenesi’. Inserimento nel genoma di una copia ‘riorganizzata’ di materiale genetico composto da due o più sequenze di DNA presenti nel ‘pool genetico dei breeders‘.
1.2) Concetti a vanvera
Nessuno dei concetti è stato finora definito con chiarezza, né esistono esperienze o evidenze scientifiche in grado di dimostrare un livello di rischi inferiore rispetto ad altre modifiche genetiche. Alcune definizioni sono state anzi introdotte al preciso scopo di estendere la deregulation su misura dell’industria biotech.
Il ‘pool genetico dei breeders‘ ad esempio viene definito come l’insieme delle informazioni genetiche disponibili in una specie e nelle altre specie tassonomiche con le quali essa può venire incrociata, anche attraverso tecniche avanzate come il salvataggio degli embrioni, la poliploidia indotta e gli incroci ponte.
1.3) ‘Equivalenza’ alle piante convenzionali
La Commissione propone così di considerare i nuovi OGM o NGTs ‘di categoria 1’ come equivalenti alle piante ottenute con tecniche di riproduzione tradizionali, a condizione che essi:
- siano stati realizzati con non oltre 20 diverse inserzioni genetiche per pianta (fino a 20 nucleotidi), un numero qualsiasi di delezioni o inversioni del DNA e l’introduzione di sequenze di DNA dal cosiddetto ‘pool di geni riproduttori’,
- non siano progettati per ottenere la tolleranza del nuovo OGM o NBT agli erbicidi.
1.4) Deregulation
La deregulation dei nuovi OGM o NBTs di ‘categoria 1’ comporta:
- esenzione da qualsivoglia valutazione del rischio, in barba al principio di precauzione (Article 191.2 TFEU). I produttori potranno limitarsi a una notifica alle autorità nazionali e ottenere che le relative informazioni siano gestite con riservatezza,
- assenza di identificatore univoco del nuovo OGM né altri metodi utili a rintracciare i suoi tratti e la loro propagazione nell’ambiente,
- deroga dai requisiti di tracciabilità, con buona pace ai diritti dei cittadini a compiere scelte informate di acquisto e di consumo
- etichettatura delle sole sementi, con obbligo di indicare ‘nuova tecnica genomica categoria 1’ e facoltà di aggiungere qualsiasi claim sulle loro ipotetiche proprietà,
- nessuna informazione in etichetta dei prodotti agricoli e alimentari che contengano o siano derivati dai nuovi OGM o NBTs.
Altre NGTs, realizzate con inserimenti di DNA ancor più consistenti, sarebbero invece soggette a una ‘valutazione del rischio leggera’. E la Commissione ambisce a riservare a sé il potere di modificare aspetti cruciali della proposta, attraverso atti di esecuzione sottratti al consenso di Parlamento e Consiglio.
2) Sovranità alimentare in fumo
Gli Stati membri rinunceranno di buon viso alla sovranità alimentare proclamata a vanvera, poiché:
- la proposta di regolamento esclude la loro facoltà di proibire la coltivazione dei nuovi OGM o NBTs nei loro territori,
- le amministrazioni nazionali potranno soltanto solo stabilire le misure volte a mitigare, le contaminazioni accidentali.
L’esperienza peraltro insegna – come spiega il direttore scientifico di BeeLife Noa Simon – che già ’il materiale geneticamente modificato proveniente dai vecchi OGM inquina aree lontane da dove vengono coltivate le piante, con il contributo degli insetti impollinatori che ne favoriscono la diffusione’. (2)
3) Contaminazioni inevitabili
Le contaminazioni incrociate dei nuovi OGM sono inevitabili e renderanno impossibile distinguere le piante tradizionali da quelle NGTs. II materiale genetico modificato può oltretutto venire trasmesso a piante selvatiche delle stessa specie, con effetti difficili da prevedere sul genoma, la fisiologia e il metabolismo delle piante. (4)
Le produzioni biologiche saranno a loro volta esposte a ulteriori rischi, poiché le contaminazioni da OGM non sono ammesse e possono tuttavia verificarsi a causa di cross-contamination. Di conseguenza, i produttori che hanno dedicato anni a preservare la biodiversità rischiano di perdere la certificazione bio per cause accidentali. (5)
4) Pesticidi a go go, insetti impollinatori a rischio
La grande truffa degli OGM vecchi e nuovi – come già dimostrato nell’ebook ‘OGM, the big scam’ LINK – riguarda la loro funzione. Finora, nella gran parte dei casi, a servizio dell’industria dei pesticidi che è nelle mani degli stessi monopolisti globali. A riconferma di ciò, il rapporto di Food Watch (2023) osserva come in questi anni di ricerca sui nuovi OGM o NBTs, spesso finanziata con fondi pubblici, non sono stati pubblicati studi scientifici volti a ridurre l’impiego degli agrotossici. (6)
World Biodiversity Council ha a sua volta sottolineato la necessità di una apposita valutazione dei rischi causati dai nuovi OGM o NBTs agli insetti impollinatori proprio per evitare, ancora una volta, che l’ignoranza – o la malafede caratteristica di Big Ag, ora Big 4 (7,8) – provochino ulteriori genocidi di api e altri insetti impollinatori. Proprio come accadde trent’anni fa, ricorda Helmut Burtscher-Schaden di #Savethebees and the Farmers, quando le stesse Corporation introdussero le sementi conciate con i pesticidi promettendo addirittura potessero proteggere le api.
5) Agricoltori in schiavitù
Gli agricoltori saranno costretti definitivamente in schiavitù dai monopolisti globali delle sementi (oltreché dei pesticidi, le famigerate Big 4), le quali manterranno brevetti e royalties sulle piante da essi coltivate. Come già accade per le mele ‘varietà club’, la cui coltivazione è permessa solo tramite licenza ed è vincolata a restrizioni alla libertà d’impresa quali il divieto di vendita diretta e di estendere la superficie coltivata. Piuttosto che il dovere di gestire i propri alberi secondo il contratto e di rispettare determinati criteri qualitativi dei frutti (es. forma, dimensione, colore).
Se verranno concessi i brevetti sui NTG, tutte le piante che presentino il gene editato saranno coperte da brevetto. E gli agricoltori potrebbero vedersi negato i diritti sui propri semi e piante – di riprodurli, scambiarli, migliorarne la resistenza ai cambiamenti climatici tramite tecniche di selezione tradizionali – se esse presentino tali geni, anche solo a causa di contaminazioni incrociate involontarie. Ma le confederazioni agricole di massa – Copa-Cogeca in UE, Coldiretti in Italia – continuano a fare il tifo per i nuovi OGM o NBTs, poiché i loro stessi consorzi traggono profitto dalla vendita di sementi e pesticidi, a spese degli agricoltori stessi.
Dario Dongo
#notinournames!
Note
(1) Proposal for a regulation of the European Parliament and of the Council on plants obtained by certain new genomic techniques and their food and feed, and amending Directives 68/193/EEC, 1999/105/EC, 2002/53/EC, 2002/55/EC, and Regulation (EU) 2017/625 https://www.arc2020.eu/leak-draft-ngt-regulation-and-impact-assessment-revealed/
(2) Greenpeace EU, ‘Save bees and Farmers’ ECI coalition, BeeLife. Unscientific deregulation of GMOs puts bees and nature at risk and violates consumer rights. BeeLife. 28.6.2023. https://www.bee-life.eu/post/unscientific-deregulation-of-gmos-puts-bees-and-nature-at-risk-and-violates-consumer-rights
(3) Alessandra Mei. Via Campesina smaschera in 12 punti la retorica sui ‘nuovi OGM’. GIFT (Great Italian Food Trade). 16.6.2023
(4) Dario Dongo, Riccardo Clerici, Silvia Comunian. Nuovi OGM, è indispensabile rafforzare l’analisi del rischio. Rassegna scientifica. GIFT (Great Italian Food Trade). 14.6.20
(5) Regolamento (UE) 2018/848 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32018R0848 V. art. 11
(6) Foodwatch. New Genome Techniques (NGT) – A risky corporate distraction from real sustainable solutions. https://www.foodwatch.org/fileadmin/-INT/pesticides/2023-01-30_foodwatch_Pesticides_and_NGTSs.pdf 31.1.23
(7) Dario Dongo. Come l’industria agrochimica occulta la tossicità dei pesticidi. Nuovi studi. GIFT (Great Italian Food Trade). 13.6.23
(8) Dario Dongo. Sementi, i 4 padroni del mondo. GIFT (Great Italian Food Trade). 15.1.19

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.