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Metalli pesanti nel baby food, studio USA

Quasi tutti gli alimenti per bambini venduti in USA risultano contaminati da metalli pesanti neurotossici e talora cancerogeni. A lanciare l’allarme è Healthy Babies Bright Futures (HBBF), organizzazione che riunisce scienziati ed enti impegnati nella tutela della salute dei bambini. A esito di un apposito studio, di cui a seguire.

Metalli pesanti nel baby food, lo studio USA

Lo studio What’s in my Baby’s Food riguarda 13 categorie di alimenti per bambini. Cereali, frutta, verdura, succhi di frutta e snack, tra gli altri. Vale a dire gli alimenti più consumati dai più piccoli. HBBF ha sottoposto a campionamenti e analisi di laboratorio 168 prodotti di 61 marchi, misurandone i livelli di arsenico, cadmio, piombo e mercurio.

Il risultato è preoccupante. Appena 9 alimenti sono liberi da metalli pesanti. Nel 95% dei prodotti è presente almeno una delle 4 sostanze tossiche ricercate. E 1 prodotto su 4 (26%) le contiene tutte.

I rischi maggiori si riscontrano sui prodotti a base di riso, a causa dell’elevata concentrazione di arsenico inorganico. Ben 4 su 7, tra i cereali con riso analizzati, ne contengono in misura superiore al limite di 100 ppb (parti per miliardo). La quasi totalità dei campioni appartenenti a questa categoria di alimenti, come non bastasse, ha rivelato la presenza di tutti e 4 i metalli pesanti analizzati.

Succhi di frutta (100% mela e uva), carote e patate dolci, a loro volta consumati con regolarità dai bambini, sono risultati essere gravemente contaminati da arsenico. Se pure in misura inferiore rispetto al passato. Gli attuali livelli di contaminazione da arsenico nel riso e nei succhi sono infatti inferiori (rispettivamente, -37 e -63%) rispetto a quelli rilevati in analoga indagine condotta 10 anni fa.

Il piombo supera invece il limite massimo di 1 ppb nell’83% degli alimenti testati. E in 1 caso su 5 lo oltrepassa di 10 volte.

Gli effetti tossici sul cervello dei bambini

I 4 metalli pesanti oggetto del rapporto sono tutti neurotossici. Possono danneggiare il cervello e il sistema nervoso del bambino, già dalla fase prenatale. Con effetti che variano dai problemi comportamentali – come il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) – fino alla perdita permanente della capacità intellettiva.

L’esposizione a queste sostanze durante la prima infanzia è collegata alla perdita di QI (Quoziente Intellettivo). La letteratura scientifica al riguardo è consolidata da decenni. Almeno 23 studi, pubblicati negli ultimi sette anni, me offrono ulteriore conferma. Lo studio in esame oltretutto mostra l’ubiquitarietà negli alimenti per la prima infanzia dei tre i metalli pesanti più diffusi (piombo, arsenico e cadmio), ai quali ogni bambino potrebbe quindi essere esposto su base giornaliera.

Il danno intellettivo nei neonati statunitensi (0-24 mesi) esposti ad arsenico e piombo contenuti nel cibo è stato stimato, complessivamente, nella perdita di oltre 11 milioni di punti QI. Tale danno è attribuito in misura del 20% ai soli alimenti che contengono riso. Un ulteriore 35% del danno è poi attribuito ad altri 14 alimenti regolarmente consumati dai bambini.

Altri gravi effetti sulla salute attribuiti all’esposizione ai metalli pesanti sono

– diabete di tipo 2,

– malattie cardiache,

– alcuni tumori,

– difficoltà riproduttive, nell’età adulta.

Ridurre dell’80% l’esposizione ai metalli pesanti

I metalli pesanti – che si trovano naturalmente nel suolo e nell’acqua – aumentano con lo sversamento di pesticidi ed erbicidi, rifiuti industriali e inquinamento atmosferico. Sui campi, vengono assorbiti dalle colture e finiscono negli alimenti. Alcune piante sono più inclini all’assorbimento di altre. Il riso, ad esempio, assorbe circa 10 volte più arsenico in confronto agli altri cereali.

Per ridurre l’esposizione dei bambini ai metalli pesanti presenti negli alimenti, HBBF suggerisce alcune semplici soluzioni. Vale a dire

– variare la dieta del bambino (poiché il consumo ripetitivo espone all’accumulo),

– limitare il consumo dei cibi a maggior rischio. Verdure a foglia larga nonché tuberi e radici (come patate e carote) assorbono i metalli pesanti dal terreno più di altri ortaggi,

– scegliere cibi biologici, presumibilmente cresciuti in terreni meno inquinati,

– sostituire i 5 alimenti a maggior rischio contaminazione con altri meno soggetti a tale rischio, come indica la tabella sottostante.

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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