L’Istituto per l’ambiente di Monaco, l’Umweltinstitut, nel 2017 ha affisso un manifesto nella stazione metropolitana della città per portare alla conoscenza di tutti l’uso massiccio di pesticidi nei meleti (1) della Val Venosta. L’assessore all’agricoltura dell’Alto Adige ha denunciato l’Istituto, ma il processo gli si è rivolto contro e ha permesso agli ambientalisti di entrare in possesso dei registri sull’uso pesticidi da parte delle aziende agricole.
La vicenda giudiziaria
L’Istituto indipendente per l’ambiente di Monaco nel 2017 ha affisso un manifesto satirico ‘Pesticide Tyrol’ per rendere consapevole la popolazione del massiccio uso di pesticidi che viene fatto nelle coltivazioni di mele dell’Alto Adige.
L’azione non è stata ben accettata dall’assessore provinciale all’agricoltura dell’Alto Adige, Arnold Schuler, che ha denunciato penalmente l’Istituto per calunnia ai danni dell’agricoltura e contraffazione del marchio – nel manifesto viene ripreso in modo satirico il logo altoatesino utilizzato nei cartelloni pubblicitari turistici.
I dati sui pesticidi irrorati in Val Venosta
La volontà di intimidazione e di nascondere la verità da parte dei denuncianti era chiara e gli ambientalisti hanno subito trovato supporto da associazioni e cittadini di tutta Europa contro quella che è stata definita una SLAPP, Strategic Lawsuits against Public Participation. (2) Sotto la forte pressione pubblica, Schuler e le 1375 aziende che avevano appoggiato la causa, hanno ritirato le denunce una dopo l’altra fino ad arrivare alla conclusione del processo nel gennaio 2022. (3)
Ma il danno era fatto ormai. La procura di Bolzano ha sequestrato i libretti di irrorazione delle aziende come prove per il processo. L’istituto ambientale è così entrato in possesso delle informazioni di circa 681 aziende sulle 1375. Sebbene sia obbligatorio tenere tali registri, non vengono controllati regolarmente né pubblicati.
Neanche un giorno senza pesticidi
Dalle informazioni raccolte gli attivisti hanno ricostruito che da marzo a settembre 2017 non è passato un giorno in Val Venosta senza che venissero irrorati pesticidi nei frutteti. Quasi un quarto dei principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari usati è considerato particolarmente dannoso. Sono stati utilizzati penconazolo, fluazinam e phosmet, classificati come ‘sospetti di essere dannosi per la riproduzione’, e bupirimato e captano, considerati invece ‘probabilmente cancerogeni’.
Non poteva mancare il glifosato. (4) Nonostante sia nota la sua pericolosità, è ancora il principio attivo più usato negli erbicidi. Il 90% delle aziende valutate lo usava per contrastare le erbe infestanti. Da soli, gli erbicidi rappresentavano il 10% di tutte le applicazioni fatte dagli agricoltori nonostante il diserbo non sia necessario nei meleti. Esistono infatti dei metodi meccanizzati meno impattanti per contrastare le erbe. (5)
Il c.d. ‘effetto cocktail’
Fino a nove agenti chimici sono stati irrorati allo stesso tempo. (5) Si parla in questo caso di ‘effetto cocktail’. Anche se le sostanze chimiche vengono impiegate ognuna secondo i limiti di legge, non sappiamo ancora con precisione quali siano gli effetti sulla salute umana e sull’ambiente del cumulo di queste sostanze.
Nuove tecniche di analisi hanno tuttavia rilevato alterazioni all’asse intestino-fegato nelle cavie esposte a un mix di fitofarmaci. (6) In uno studio del 2021, si è visto che la coesistenza di più pesticidi nel suolo può comprometterne la biodiversità. (7)
La difficoltà di fare biologico in Val Venosta
In Alto Adige i frutteti si susseguono senza soluzione di continuità. Si estendono per circa 18 mila ettari per una produzione, del 2021, di 935 mila tonnellate di mele. (3) I pesticidi vengono nebulizzati sulle chiome creando delle nuvole che vagano per la Val Venosta e raggiungono addirittura le vette della montagna: sono stati ritrovati dei residui persino nei ghiacciai a 1.800 metri di altitudine. (8) Fare biologico in mezzo tanti frutteti convenzionali non è facile, come dimostra la vicenda della famiglia Gluderer.
Residui di pesticidi sono stati trovati nelle loro erbe biologiche. (9) Quando hanno chiesto ai vicini di prendere precauzioni sono stati insultati e minacciati, come raccontano Urban e Annemarie Gluderer – portavoce italiana dei Cittadini Europei per salvare api e agricoltori – alla rivista tedesca Süddeutsche Zeitung. Per proteggere le loro coltivazioni e la loro salute hanno dovuto circondare la propria azienda con dei teli di plastica alti due metri, soluzione costosa e che nega la vista verso quel paradiso che dovrebbe essere l’Alto Adige. La soluzione per la famiglia è stata di fondare un’azienda a 1.400 metri di altitudine. (8)
La mela perfetta
L’uso massiccio dei pesticidi viene giustificato da agricoltori e grossisti col fatto che grande distribuzione e clienti finali vogliono un prodotto perfetto. Mele grandi, lucide, perfette e tutte uguali. Molti dei pesticidi usati non servono a proteggere la pianta ma a rendere bella esteticamente la mela. Il 90% delle 681 aziende avrebbe utilizzato i regolatori di crescita nel loro frutteto secondo la Süddeutsche Zeitung e l’emittente televisiva Bayerischer Rundfunk.
Dithianon, bupirimate e captano sono stati utilizzati per combattere la ticchiolatura e l’oidio del melo, due malattie fungine che non incidono però né sulla qualità delle mele, né sulla salute umana. (10) Forse, anche il reg. (UE) 2019/428 su calibro e aspetto di frutta e verdura andrebbe rivisto. Si eviterebbe l’uso massiccio di sostanze inquinanti non necessarie e di perdere cibo di qualità.
Alessandra Mei
Note
(1) Marta Strinati, Dario Dongo. Mele, uva, pere. Troppi residui di pesticidi negli alimenti. Rapporto di Legambiente. GIFT (Great Italian Food Trade). 25.12.2020
(2) Marta Strinati. Liberté solo a parole, anche in Francia è censura. GIFT (Great Italian Food Trade). 12.10.2021
(3) Umweltinstitut München. Wegen Pestizidkritik auf der Anklagebank. https://umweltinstitut.org/ueber-uns/pestizidprozess/
(4) Marta Strinati. Non solo glifosato. Il 33% dei pesticidi usati in UE è privo di valutazione del rischio. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.11.2022
(5) Fabian Holzheid. Pestizide im Vinschgauer Apfelanbau. Umweltinstitut München. https://umweltinstitut.org/landwirtschaft/projekt-spritzdaten-aus-dem-vinschgauer-apfelanbau/
(6) Robin Mesnage, Maxime Teixeira, Daniele Mandrioli, Laura Falcioni, Quinten Raymond Ducarmon, Romy Daniëlle Zwittink, Caroline Amiel, Jean-Michel Panoff, Emma Bourne, Emanuel Savage, Charles A Mein, Fiorella Belpoggi, Michael N Antoniou. (2021) Multi-omics phenotyping of the gut-liver axis allows health risk predictability from in vivo subchronic toxicity tests of a low-dose pesticide mixture in rats. Commun Biol 4, 471. https://doi.org/10.1038/s42003-021-01990-w
(7) Fiona HM Tang e Federico Maggi (2021). Pesticide mixtures in soil: a global outlook. Environ. Ris. Lett. 16 044051 DOI 10.1088/1748-9326/abe5d6 https://iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/abe5d6
(8) Von Uwe Ritzer. Der einsame Kampf einer Bauernfamilie. Süddeutsche Zeitung. 25.1.2021. https://www.sueddeutsche.de/projekte/artikel/wirtschaft/pestizide-suedtirol-aepfel-e237260/?reduced=true È possibile trovare l’articolo tradotto nel numero 1502 di Internazionale, 10.3.2023
(9) Dario Dongo, L’effetto deriva dei pesticidi su api, alberi e piante distanti dai terreni coltivati. GIFT (Great Italian Food Trade). 21.12.2020
(10) Von Uwe Ritzer, Natalie Sablowski. Apfel-Kosmetik für die Verbraucher. Süddeutsche Zeitung. 25.1.2023. https://www.sueddeutsche.de/projekte/artikel/wirtschaft/pestizide-suedtirol-aepfel-handel-e576423/?reduced=true È possibile trovare l’articolo tradotto nel numero 1502 di Internazionale, 10.3.2023.
Laureata in Giurisprudenza all'Università di Bologna, ha frequentato il Master in Food Law presso la stessa Università. Partecipa alla squadra di WIISE srl benefit dedicandosi ai progetti europei e internazionali di ricerca e innovazione.