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L’effetto deriva dei pesticidi su api, alberi e piante distanti dai terreni coltivati

L’effetto deriva dei pesticidi colpisce api, alberi e piante selvatiche anche a distanza dalle coltivazioni. Non c’è scampo, sottolineano gli autori della ricerca sperimentale condotta in Trentino – Alto Adige, pubblicata su Frontiers in Physiology. (1)

Salviamo le api e gli agricoltori’, l’iniziativa dei cittadini europei, ancora attende le firme di molti di coloro che aspirano a proteggere gli ecosistemi dalle gravi minacce tuttora in corso.

Api e polline senza segreti

Le api raccolgono il polline da circa 150 fiori e tuttavia, durante lo stesso volo, bottinano piante della stessa specie. I ricercatori hanno per la prima volta suddiviso i pollini raccolti dalle singole api in base al loro colore. Allo scopo di misurare i livelli di contaminazione da agrotossici sia delle piante caratteristiche dei meleti (melo e tarassaco, i cui pollini sono rispettivamente verde chiaro e arancio), sia di quelle che si trovano in aree non coltivate. Quali le piante selvatiche e le specie arboree (es. pini, frassini, castagni).

Le analisi chimica multi-residuale e quella palinologica hanno permesso di identificare con precisione gli insetticidi, erbicidi e fungicidi presenti nelle diverse piante ove le api si sono posate per recuperare il nutrimento. La ricerca è stata coordinata da Sergio Angeli e Riccardo Favaro – entomologi, docenti e ricercatori alla Libera Università di Bolzano, Facoltà di Scienze e Tecnologie – in collaborazione con i ricercatori dell’Agenzia Provinciale per l’Ambiente e la Tutela del Clima di Bolzano. E gli apicoltori trentini e altoatesini, che hanno messo a disposizione otto apiari.

Effetto deriva dei pesticidi

L’innovativo sistema di biomonitoraggio ha consentito ai ricercatori di verificare l’entità del c.d. effetto deriva dei pesticidi (pesticides drift). Vale a dire, l’estensione della loro gittata – e dei rischi che ne derivano per gli ecosistemi (suoli, acque, piante, insetti impollinatori e altre specie animali, ivi compresa quella umana) – al di fuori dei terreni coltivati e delle specie target. La deriva può estendersi anche su lunghe distanze, attraverso l’aria e le piogge nonché il pulviscolo atmosferico.

I pollini raccolti dalle piante erbacee e arboree selvatiche o urbane, al di fuori dei meleti esterne alle zone coltivate, hanno rivelato livelli di contaminazione chimica da agrotossici pari e indistinguibili rispetto a quelli dei meleti ove l’indagine ha avuto inizio. Sia durante la fase della fioritura, sia nel periodo successivo. Si è così verificato l’effetto deriva dei pesticidi nei territori circostanti alle aree coltivate, con valori di tossicità particolarmente elevati.

Pesticidi e moria delle api

Il rischio tossicologico dei residui di prodotti chimici contenuti nel polline sulle api adulte è stato calcolato mediante un apposito quoziente, il Pollen Hazard Quotient. Il PHQ combina la concentrazione dei residui di agrotossici con i loro livelli di letalità per le api.
Gli insetticidi più ritrovati sono FlonicamidPhosmetImidaclopridMethoxyfenozidChlorpyrifos-methyl Chlorpyrifos. (2)

I residui di Chlorpyrifos, che oggi in UE non sono tollerati al di sopra del level of detection, hanno raggiunto in un campione il 160% della LD50 (Lethal Dose 50). (3) Vale a dire il livello di esposizione in grado di provocare la morte del 50% della popolazione di api entro le 24 ore.

Salviamo le api!

Il paradosso – nei meleti italiani come nei mandorleti californiani – è che le api vengano sfruttate per favorire l’impollinamento delle piante e dolosamente avvelenate con gli agrotossici impiegati nelle coltivazioni.

L’iniziativa dei cittadini europei ‘Salviamo le api e gli agricoltori’ merita perciò il nostro massimo impegno.

Aggiungiamo il nostro nome QUI e coinvolgiamo i nostri contatti chiedendo loro di fare altrettanto, entro il 31.3.21. Affinché il legislatore europeo metta progressivamente al bando gli agrotossici che devastano gli ecosistemi, proteggere le aree naturali e la biodiversità, sostenere la transizione ecologica e l’ecoagricoltura.

Dario Dongo

Note

(1) Favaro, R., Bauer, L. M., Rossi, M., D’Ambrosio, L., Bucher, E., & Angeli, S. (2019). Botanical origin of pesticide residues in pollen loads collected by honeybees during and after apple bloom. Frontiers in Physiology, 10, 1069. https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fphys.2019.01069/full
(2) L’utilizzo in campo aperto – non anche in serra – di alcuni pesticidi neonicotinoidi (imidacloprid, clothianidin e tiamethoxam) è stato vietato in UE, con i regolamenti UE 2018/783, 784, 785. V. precedente articolo https://www.greatitalianfoodtrade.it/progresso/pesticidi-via-libera-della-corte-di-giustizia-ue-ai-divieti-nazionali-salviamo-le-api

(3) Chlorpyrifos è il pesticida più ricorrente nelle notifiche al RASFF (Rapid Alert System on Food and Feed) per LMR (Livelli Massimi di Residui) fuorilegge nel 2019. V. https://www.greatitalianfoodtrade.it/sicurezza/rapporto-annuale-rasff-2019-le-allerta-sulla-sicurezza-di-alimenti-mangimi-e-moca-in-ue

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