L’influenza aviaria è una zoonosi che nel corso degli anni ha causato gravi problemi per la sanità animale e le filiere avicole coinvolte. La sua diffusione e il ‘salto di specie’, registrato su alcuni bovini da latte e in rari casi anche su esseri umani, ha comportato l’adozione di misure di sicurezza che comprendono, in Unione Europea, l’acquisto di vaccini per uso umano. Un approfondimento.
1) Influenza aviaria, premessa
L’influenza aviaria (Avian Influenza, AI) è descritta dallo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) dell’Unione Europea come una malattia infettiva, causata da virus a RNA, che si manifesta principalmente con segni e sintomi respiratori.
L’infezione colpisce e si diffonde principalmente tramite gli uccelli selvatici acquatici. I ceppi vengono distinti in alta patogenicità (HPAI, i.e. A/H5, A/H7) e bassa patogenicità (LPAI). Alcuni di essi hanno causato eventi sporadici di trasmissione sull’uomo. (1)
2) Diffusione in Europa
Il virus dell’influenza aviaria A(H5N1), identificato per la prima volta nel Sud della Cina e a Hong Kong, è emerso nel 1996 e si è rivelato in grado di uccidere un’alta percentuale del pollame infettato.
La sua diffusione in Europa, solo sporadica nel pollame e gli uccelli selvatici fino al 2021, ha da allora causato le più grandi epidemie mai osservate su tali specie (oltre 50 milioni di uccelli, nel 2022):
– 2014/2015. Identificazione in Europa del sottotipo A(H5N8). A seguire, questo e altri sottotipi si sono diffusi nei vari Stati membri fino a scatenare delle vere e proprie epidemie;
– 2016/2017. Prima identificazione di A(H5N8) in un uccello selvatico in Ungheria, poi anche negli allevamenti in 19 Stati membri. A(H5N6), nel 2017, nel pollame in Italia e Ungheria;
– 2018. Bassi livelli di A(H5N6) in Finlandia, Svezia, Paesi Bassi, Germania, Irlanda, Repubblica Slovacca, Regno Unito e Danimarca. Focolai di H5N8 nel pollame in Bulgaria;
– 2019. Conferma di A(H5N6) in uccelli selvatici, fortemente correlato a virus di anni precedenti. Pochi focolai nel pollame, concentrati in Bulgaria;
– 2020. Diversi focolai di A(H5N8) in allevamenti di Polonia, Repubblica Ceca, Germania, Slovacchia, Romania e Ungheria. A seguire, focolai estesi ai sottotipi H5N5, H5N1 e H5N3 negli uccelli selvatici, a partire dai Paesi Bassi;
– 2021. Sensibile miglioramento della situazione, con alcuni focolai concentrati nel periodo estivo tra gli uccelli selvatici;
– 2022. H5N1 è divampato in 25 Stati membri UE su uccelli selvatici, pollame e altri volatili in cattività. Gli uccelli selvatici marini sono stati tra i più colpiti, ed è stato difficile adottare misure di contenimento del virus per il pollame. Soprattutto in Francia, Italia e Ungheria ove i focolai sono stati più numerosi;
– 2023. Diffusione in 26 Stati membri, maggior numero di focolai ma minor gravità. Il numero di specie mammifere identificate con il virus, soprattutto H5N1, è aumentato con particolare riguardo a carnivori selvatici, animali da pelliccia, mammiferi marini e animali da compagnia (se pure in rarissimi casi);
– 2023/2024. Dal secondo trimestre 2023 la situazione è migliorata, ma una nuova stagione epidemica è iniziata nell’ottobre 2023 con nuove introduzioni del virus HPAI da parte degli uccelli selvatici migratori (le gru comuni erano le specie più colpite). (2)
3) Casi di infezione umana
ECDC riferisce che la trasmissione del ceppo A(H5N1) dagli uccelli all’uomo è rara, sebbene possa causare gravi malattie, e non è stata osservata alcuna trasmissione da uomo a uomo. Il ceppo A(H7N9), identificato in Cina nel 2013, è invece risultato molto virulento e letale sull’uomo, sebbene sia classificato come LPAI. Le vaccinazioni massive su pollame hanno permesso di contenere i rischi di infezioni sull’uomo.
Le preoccupazioni per la salute umana sono aumentate a causa delle variazioni genetiche che il ceppo A(H5N1) ha subito nel corso del tempo, le ripetute epidemie in uccelli selvatici e domestici, il salto di specie su alcuni mammiferi (e.g. leoni marini, visoni).
La conoscenza delle vie di trasmissione, i serbatoi, la sequenza genetica (anche in seguito a mutazioni), la patogenesi e altri aspetti legati al virus sono fondamentali per lo sviluppo di strumenti di prevenzione (i.e. vaccini) e di diagnosi, al fine di limitare potenziali epidemie o pandemie su uomo. (3)
3.1) Recenti casi di infezione umana
WHO (World Health Organization) ha registrato, tra il 2003 e il 22 maggio 2024, 891 casi di infezioni umane da influenza aviaria A (H5N1), inclusi 463 decessi, da 24 Paesi. Quasi tutti i casi sono collegati a uno stretto contatto con uccelli infetti vivi o morti, o ad ambienti contaminati. Nonostante ciò, WHO valuta come ‘basso’ il rischio per la popolazione generale dei virus A(H5), poiché la capacità di trasmissione e la probabilità di diffusione da uomo a uomo sono basse.
3.1.1) Australia
Il 22 maggio 2024 è stato segnalato a WHO un caso confermato in laboratorio di infezione umana da A(H5N1) a Melbourne, Victoria. (4) L’infezione da fonte non accertata ha riguardato una bimba di 2 anni, ora in buona salute, di ritorno da un viaggio in India. Tra i sintomi riportati vi sono stati perdita di appetito, irritabilità, febbre e vomito.
Il caso ha suscitato particolare scalpore per via del fatto che è risultata la prima segnalazione registrata in Australia, ma anche in virtù dell’assenza (dichiarata dai genitori) del contatto della bambina con animali o persone malate, durante la permanenza in India. Pertanto, si ipotizza che la trasmissione sia avvenuta in un contesto di ambiente contaminato.
3.1.2) Messico
L’ultimo rapporto sulle zoonosi di ECDC ha segnalato in Messico il primo caso confermato in laboratorio di infezione umana dal virus A(H5N2), il cui rischio di trasmissione in UE è considerato basso (5,6). L’uomo è stato ricoverato a Città del Messico, ed è deceduto lo stesso giorno di ospedalizzazione. Anche in questo caso l’uomo non risulta essere stato esposto a pollame o altri animali e la fonte dell’infezione è sconosciuta, con la differenza che diversi focolai di A(H5N2) nel pollame sono stati segnalati in Messico.
Il soggetto ha sviluppato febbre, mancanza di respiro, diarrea, nausea e malessere generale, condizioni peraltro già manifeste nel periodo precedente con uno stato di allettamento di tre settimane. Non sono risultati casi di trasmissione da uomo a uomo, come confermato anche in un caso sospetto risultato negativo a una valutazione dell’influenza A tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).
3.1.3) Stati Uniti d’America
Un lavoratore a contatto con bovini da latte presumibilmente infetti ha contratto infezione dal virus A(H5N1) in U.S.A. È il secondo caso di influenza aviaria contratta negli Stati Uniti da lavoratori esposti al contatto con mammiferi infetti. WHO ha registrato la notifica l’1 aprile 2024. (7) Diagnosi di congiuntivite senza sviluppo di altre patologie. L’infezione non è stata trasmessa a parenti o ad altre persone con cui il lavoratore è entrato in contatto.
Numerosi uccelli selvatici risultano infetti dal 2022, con casi sporadici in animali d’allevamento (pollame) e mammiferi, tra cui gatti nei pressi degli allevamenti lattiero-caseari, segnalati in 50 Stati o territori. Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) in U.S.A. ha pubblicato le sequenze del virus identificato e il genoma del virus nel paziente, che presenta cambiamenti minori rispetto ai virus animali, in modo da aiutare l’identificazione di nuovi casi di A(H5N1).
4) Trasmissione del virus su altri mammiferi, rapporto EFSA
EFSA (European Food Safety Authority), in seguito all’incremento delle segnalazioni di casi di influenza aviaria sui mammiferi, ha redatto con gli esperti di Enetwild un rapporto sul potenziale epidemico del virus, basato su una peer review sistematica di 76 articoli scientifici, utilizzando le diverse specie mammifere come serbatoi e sorgenti d’infezione. (8)
I taxa più rappresentati sono compresi nell’ordine dei carnivori, con il rischio di infezione attribuito principalmente alla predazione (o alimentazione) di uccelli infetti o al contatto con specie aviarie. Le prove della trasmissione da mammifero a mammifero in natura sono solo circostanziali e devono ancora venire confermate. Le modalità di trasmissione trofiche devono tuttavia venire considerate con scrupolo, per valutare il rischio di trasmissione alimentare del virus, soprattutto di ceppi modificati.
Tra i sottotipi da controllare, H3N8 e H9N2 sono stati ritenuti i più importanti per via della maggiore facilità di replicazione nelle cellule dei tratti respiratori dei mammiferi (umani inclusi), favorendo potenzialmente la diffusione sull’uomo. Il monitoraggio attivo e sistemi di sorveglianza efficaci in natura e in contesti di cattività sono consigliati per identificare mutazioni e/o modalità che favoriscono la diffusione del virus su tali specie.
5) Monitoraggio e gestione dell’influenza aviaria in UE
L’Avian Influenza rientra tra le malattie oggetto di programmi di sorveglianza dell’UE da gestire secondo le regole generali dell’Animal Health Law. Queste prevedono norme specifiche per la prevenzione e il controllo, insieme ad apporti programmi di sorveglianza ed eradicazione, l’adozione di misure di emergenza in caso di focolai, l’attuazione di vaccinazioni profilattiche d’emergenza. (9)
IZS – l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie è il laboratorio di riferimento dell’Unione (EURL), il centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria, nonché il laboratorio di riferimento della World Organisation for Animal Health (WOAH). (10) IZS ha sviluppato un sistema di reportistica dei casi totali di influenza aviaria notificata dagli Stati membri di WHO, in relazione ad allevamenti di pollame commerciale, allevamenti da cortile, altri uccelli in cattività e uccelli selvatici. (11) ECDC, invece, pubblica report settimanali sulle zoonosi.
L’EFSA ha a sua volta sviluppato uno strumento volto a facilitare sia la previsione di insorgenze di epidemie di influenza aviaria, sia l’adozione di allerta rapida per consentire ai diversi Stati membri l’adeguata gestione dei rischi. Il ‘Migration Mapping Tool’ consente di valutare i dati su abbondanza, distribuzione e movimento di uccelli selvatici, mentre il ‘Bird Flu Radar’ pone le basi per adottare le diverse misure, estese anche agli allevamenti. (12)
6) WOAH, monitoraggio e gestione
WOAH – World Organization for Animal Health – ha incluso l’influenza aviaria nella lista delle malattie oggetto di monitoraggio e gestione.
6.1) Monitoraggio
I 183 Stati aderenti a WOAH devono segnalare i seguenti casi di infezione:
– virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità, indipendentemente dai loro sottotipi, rilevata negli uccelli (domestici e selvatici);
– volatili diversi dal pollame, compresi quelli selvatici, con virus dell’influenza A ad alta patogenicità;
– uccelli selvatici domestici e in cattività con virus dell’influenza aviaria a bassa patogenicità di cui è stata dimostrata la trasmissione naturale all’uomo, associata a gravi conseguenze. (13)
Su base volontaria, gli Stati membri di WOAH possono segnalare i casi di influenza aviaria a bassa patogenicità (LPAI) negli uccelli selvatici, nonché dichiarare l’assenza di influenza aviaria sul territorio o zona di riferimento.
6.2) Gestione
La gestione dell’influenza aviaria da parte di WOAH è prevista nei suoi Terrestrial Code e Terrestrial Manual che prevedono, oltre alle specifiche misure da adottare per la gestione di questa malattia, le misure di compartimentazione da adottare (in sostituzione o in complementazione alla regionalizzazione) come misura di biosicurezza.
La compartimentazione, come si è visto nel caso della peste suina africana, è sicuramente più efficace per garantire soluzioni più rapide che non compromettano le produzioni e gli scambi commerciali.
WOAH e FAO hanno lanciato insieme la rete OFFLU, in modo da:
- favorire lo scambio e la ricerca di dati e di materiale biologico (inclusi i ceppi virali) per favorire la diffusione della conoscenza da ricercatori e autorità veterinarie, e
- adottare piani di prevenzione, diagnosi, sorveglianza e controllo. Tramite la rete, ad esempio, si è diffusa un’allerta FAO sull’influenza aviaria che può insorgere durante gli scambi di pollame prima e durante le festività del Capodanno lunare in Asia. (14) WHO, a sua volta, offre un aggiornamento settimanale sui casi di influenza aviaria nell’uomo. (15)
7) Unione Europea, approvvigionamento di vaccini per l’uomo
La Commissione Europea, tramite la sua Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA), ha firmato per conto degli Stati membri un contratto quadro di aggiudicazione congiunta per la fornitura di 665.000 dosi, fino a 40 milioni di dosi nei 4 anni, del vaccino ‘anti pandemico’ Zoonotic Influenza Vaccine Seqirus, da destinare alle persone più esposte a potenziali trasferimenti di influenza aviaria da volatili o animali, come allevatori di pollame e veterinari. (16)
CSL Seqirus UK è il produttore del principio attivo biologico del vaccino, e fa parte del gruppo CSL, di origine australiana.
Le informazioni sul vaccino, la cui autorizzazione (recentemente modificata) è titolarità della sede italiana, sono disponibili sul registro dell’Unione dei prodotti medicinali, da cui è possibile verificare tutte le informazioni sul prodotto. (17)
WOAH considera la vaccinazione come uno strumento fondamentale di prevenzione di una possibile pandemia da influenza aviaria. In cooperazione con WHO ha anche sviluppato raccomandazioni per la gestione farmacologica di persone infette da A(H5N1) e lo scambio di informazioni di natura epidemiologica volte a sviluppare vaccini efficaci (18,19,20).
8) Conclusioni provvisorie
L’evoluzione dell’influenza aviaria ad alta patogenicità rappresenta un grave rischio per il comparto zootecnico e per la salute degli uccelli selvatici.
L’adozione di misure preventive, che comprendono la vaccinazione degli animali di allevamento, viene indicata da WOAH come la strategia necessaria e imprescindibile per garantire la sanità animale e la continuità nella produzione e gli scambi commerciali di pollame e relativi prodotti. (21)
Rimangono perplessità sulla scelta della Commissione europea di acquistare milioni di dosi di vaccini per uso umano, dopo la ‘dittatura sanitaria’ di incerto esito imposta sotto Covid.
Dario Dongo e Andrea Adelmo Della Penna
Note
(1) V. https://www.ecdc.europa.eu/en/avian-influenza
(2) V. https://food.ec.europa.eu/animals/animal-diseases/diseases-and-control-measures/avian-influenza_en
(3) Charostad J. et al. (2023) A comprehensive review of highly pathogenic avian influenza (HPAI) H5N1: An imminent threat at doorstep. Travel Medicine and Infectious Disease 55:102638, https://doi.org/10.1016/j.tmaid.2023.102638
(4) Disease Outbreak News. Avian Influenza A (H5N1) – Australia. 7.6.24 https://www.who.int/emergencies/disease-outbreak-news/item/2024-DON519
(6) Disease Outbreak News – Avian Influenza A (H5N2) –Mexico. 5.6.24. https://www.who.int/emergencies/disease-outbreak-news/item/2024-DON520
(7) Disease Outbreak News – Avian Influenza A (H5N1) – United States of America. 9.4.24. https://www.who.int/emergencies/disease-outbreak-news/item/2024-DON512
(8) Enetwild Consortium et al. (2024) The role of mammals in Avian Influenza: a review. EFSA Supporting Publications 21(3):8692E, https://doi.org/10.2903/sp.efsa.2024.EN-8692
(9) Le normative di riferimento sono il Reg. (UE) 2016/429; Reg. delegato (UE) 2020/687; Reg. delegato (UE) 2020/689; Reg. di esecuzione (UE) 2020/690, il reg. delegato (UE) 2023/361, e la decisione di esecuzione (UE) 2023/2447.
(10) V. https://www.izsvenezie.it/istituto/centri-di-referenza/influenza-aviaria-e-malattia-di-newcastle/
(11) V. https://eurlaidata.izsvenezie.it/epidemio.php
(12) V. https://app.bto.org/mmt/avian_influenza_map/avian_influenza_map.jsp. Selezionare il cursore ‘Migration Map’ per passare alla Migration Mapping Tool.
(13) V. https://www.woah.org/en/disease/avian-influenza
(14) FAO. FAO alert on avian influenza – risk of upsurge and regional spread through increased poultry trade prior to and during Lunar New Year festivities in Asia. https://openknowledge.fao.org/handle/20.500.14283/cc9524en
(15) WHO. Avian Influenza Weekly Update 2024. https://iris.who.int/handle/10665/375483
(16) European Commission. Commission secures access for Member States to 665,000 doses of zoonotic influenza vaccines to prevent avian flu. 11.6.24. https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_24_3168
(17) V. https://ec.europa.eu/health/documents/community-register/html/h1761.htm
(18) WHO (2006) WHO rapid advice guidelines on pharmacological management of humans infected with avian influenza A (H5N1) virus. https://iris.who.int/handle/10665/69373
(19) Schünemann H.J. et al. (2007) WHO Rapid Advice Guidelines for pharmacological management of sporadic human infection with avian influenza A (H5N1) virus. Lancet Infect Dis. 7(1):21-31, https://doi.org/10.1016/S1473-3099(06)70684-3
(20) WOAH. Influenzas with zoonotic potential: the contribution of the animal health sector for pandemic preparedness. 15.5.22. https://www.woah.org/en/influenzas-with-zoonotic-potential-the-contribution-of-the-animal-health-sector-for-pandemic-preparedness/
(21) WOAH. Avian influenza vaccination: why it should not be a barrier to safe trade. https://www.woah.org/en/document/avian-influenza-vaccination-why-it-should-not-be-a-barrier-to-safe-trade/