I consumatori europei si fidano delle istituzioni preposte alla sicurezza alimentare, ma temono additivi, antibiotici e residui di pesticidi negli alimenti. L’atteggiamento dei cittadini europei nei confronti dei rischi correlati all’alimentazione è rilevato da Eurobarometro speciale 2022 sulla sicurezza alimentare, pubblicato da EFSA. (1)
Eurobarometro sulla sicurezza alimentare percepita dagli europei
L’indagine è basata sulle interviste eseguite su oltre 26mila individui residenti nei 27 Stati membri UE, tra marzo e aprile 2022.
Le risposte riflettono le preoccupazioni di una popolazione stretta tra la paura e la minaccia della guerra in Europa, dopo la pandemia.
Il prezzo guida le scelte
L’aspetto più allarmante è che mediamente in Europa nella scelta degli alimenti il primo fattore sia il prezzo (54%), seguito dal sapore (51%). Questo approccio è più frequente che nella precedente rilevazione del 2019.
Gli italiani si smarcano dalla tendenza europea, indicando nel 59% dei casi come driver delle scelte di consumo l’origine dei prodotti e la sicurezza degli alimenti, intesa come presenza di un ingrediente sgradito. Il sapore è decisivo nel 46% dei casi, mentre il costo ha un’incidenza pari ai valori nutrizionali (40%).
Ancora bassa in tutta Europa, Italia compresa, l’attenzione all’impatto ambientale degli alimenti, che incide nelle scelte per il 16%.
A chi interessa la sicurezza alimentare
Le donne sono generalmente più sensibili al tema della sicurezza alimentare. Nel panorama europeo, i consumatori più attenti sono gli italiani: il 75% si dichiara personalmente interessato al tema, contro una media UE del 70%.
La consapevolezza dei rischi
I rischi di sicurezza alimentare, nel sentire degli europei, possono venire sintetizzati in 10 categorie. A seguire, in ordine decrescente di consapevolezza:
- additivi come coloranti, conservanti o aromi utilizzati negli alimenti o nelle bevande (70%),
- residui di pesticidi negli alimenti (65%),
- antibiotici, ormoni o steroidi nella carne (63%),
- malattie degli animali da allevamento (60%),
- inquinanti ambientali nel pesce, nella carne o nei prodotti lattiero‐caseari (58%),
- intossicazione alimentare causata da alimenti o bevande contaminati da batteri, virus e parassiti (57%),
- benessere degli animali d’allevamento. Ad esempio durante il trasporto, tema proposto nel sondaggio per la prima volta (57%),
- ingredienti geneticamente modificati (OGM) in alimenti o bevande (56%),
- microplastiche negli alimenti (55%),
- presenza di batteri resistenti agli antibiotici negli alimenti (51%), altro argomento di nuovo inserimento nel questionario.
Gli italiani hanno più familiarità con i residui di antibiotici (57%), gli additivi alimentari (54%) e le malattie zoonotiche, cioè degli animali da allevamento (52%). Con minore sensibilità verso la presenza di microplastiche in alimenti e bevande (30%) e il benessere animale (32%).
Le paure a tavola
I timori sui rischi sanitari correlati ad alimenti e bevande tra gli europei riguardano soprattutto la presenza di residui di pesticidi (40%) e di antibiotici o ormoni nella carne (39%), oltre agli additivi (36%).
I residui di antibiotici sono la prima preoccupazione degli italiani (41%), seguiti dalle malattie zoonotiche (36%), in aumento dell’8% rispetto al 2019. Cresce poi il timore per gli effetti dei residui dei pesticidi (31%, +6%) e rimane costante quello su additivi alimentari (33%).
La comunicazione della sicurezza alimentare
La televisione e le persone più vicine (familiari, amici e colleghi) si confermano essere la fonte primaria di informazioni sui rischi alimentari. Ciò vale per la media degli europei (rispettivamente 61 e 44%) come per gli italiani (67 e 44%).
I motori di ricerca sul web sono la terza fonte (37% in media, 34% in Italia). I siti web istituzionali hanno invece un ruolo marginale, vi si affidano il 17% degli europei e il 13% degli italiani.
Tra le varie fonti possibili, la massima fiducia è riposta su:
- medici di base (89%, 85% in Italia),
- scienziati e ricercatori di strutture pubbliche (82% in UE, 80% in Italia),
- associazioni di consumatori (82% media UE, 81% in Italia).
Le responsabilità politiche
La fiducia dei consumatori europei dovrebbe suonare come un richiamo alle responsabilità politiche delle istituzioni preposte alla sicurezza alimentare.
Il 73% degli intervistati europei, infatti, ritiene che siano in vigore norme atte a garantire la sicurezza degli alimenti, ma solo il 41% (42% in Italia) dà per scontato che gli alimenti in vendita siano sicuri.
Da notare che il 37% degli italiani trova che le informazioni sulla sicurezza alimentare siano spesso molto tecniche e complesse (27% media UE).
Marta Strinati
Note
(1) EFSA. Special Eurobarometer Wave EB97.2 Food safety in the EU https://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/2022-09/EB97.2-food-safety-in-the-EU_report.pdf

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".