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Alimenti biologici e sistema immunitario, evidenze scientifiche

Una dieta varia ed equilibrata, come si è visto, può influire favorevolmente sul microbioma e stimolare il sistema immunitario. Di particolare attenzione, nell’era Covid. La qualità nutrizionale dei singoli cibi tuttavia varia, nell’ambito delle stesse categorie di prodotti, in ragione delle prassi agronomiche e dei metodi di produzione adottati. E gli alimenti biologici hanno caratteristiche migliori. Breve rassegna scientifica.

Biologico, ambiente e salute

Il bio è meglio, senza se e senza ma. Per l’ambiente e la società, come la scienza dimostra, ma anche per la salute. Le ragioni essenziali sono due:

– assenza di residui di pesticidi e agrotossici. I quali, come si è visto, possono alterare il microbioma. Riducendo in particolare la presenza dei batteri ‘alleati’ della salute e le difese immunitarie,

– maggiore biodisponibilità quali-quantitativa di nutrienti e una maggiore varietà di microrganismi a effetto probiotico (4,6). Come pure dimostrato in precedenti studi scientifici cui abbiamo già fatto richiamo.

Alimenti bio, microbioma e sistema immunitario

I polifenoli hanno un ruolo cruciale nella riduzione dello stress ossidativo nell’organismo e anche perciò esercitano uno stimolo delle difese immunitarie, come si è visto. (1) I vegetali bio si distinguono – rispetto ai prodotti omologhi ottenuti mediante agricoltura convenzionale, se pure ‘sostenibile’ – per i maggiori contenuti di polifenoli e altri antiossidanti (es. carotenoidi). E la loro concentrazione, nei vegetali bio, è direttamente associata alla salute del microbioma. (5)

La logica è semplice, le piante non trattate con l’agrochimica sono costrette a organizzarsi ‘secondo natura’ per proteggere se stesse. E vi provvedono metabolizzando fitonutrienti quali appunto i polifenoli. I quali poi realizzano una funzione protettiva anche nel consumatore dei relativi prodotti. (2) La composizione microbica del suolo è a sua volta legata ai fertilizzanti impiegati. Laddove l’impiego di fertilizzanti organici aumenta la microbiodiversità e la presenza di microrganismi utili alla qualità e salubrità degli alimenti. (6)

Il microbiota intestinale – che influenza il sistema immunitario – è invero fortemente influenzato dalla dieta, in positivo e in negativo. E dall’uso inappropriato di farmaci (come gli antibiotici). Ed è nota l’influenza del microbiota su malattie immunologiche quali obesità, diabete di tipo 2, patologie cardiovascolari. (3)

L’alimentazione biologica, tra l’altro, può contribuire a mantenere una flora intestinale ottimale grazie ai probiotici che sono presenti in alimenti freschi bio come le verdure. (4)

Nutrienti e antiossidanti, il bio-valore aggiunto

Numerosi studi scientifici dimostrano un’attività biologica più spiccata, negli alimenti bio, rispetto a quelli convenzionali. Nelle produzioni vegetali come in quelle animali, salve rare eccezioni. (8) Le proteine – nei prodotti di origine vegetale e animale – tendono a essere inferiori per quantità ma migliori per qualità e composizione. Carni, latte e formaggi hanno un profilo più bilanciato degli acidi grassi (Omega 6 / Omega 3), grazie alla qualità del foraggio somministrato e assunto al pascolo, nonché un maggiore contenuto di acidi grassi polinsaturi e forme coniugate (10,11,12).

La maggiore capacità antiossidante dei prodotti alimentari bio è stata verificata sperimentalmente – con effetto sulla riduzione dell’attività ossidante nell’organismo – grazie a un migliore stato metabolico ed energetico cellulare. (18)

Figura 1. Differenza dell’attività antiossidante di alimenti convenzionali e biologici. Da osservare il valore delle mediane. Un numero maggiore indica un alimento con maggiore azione antiossidante (De Lorenzo et al., 2009)

Gli spinaci bio hanno mostrato livelli di polifenoli e di flavonoidi superiori (+15%, in media) rispetto ai prodotti convenzionali (13). I pomodori e prodotti trasformati contengono più polifenoli, carotenoidi, flavonoli e vitamina C. (14) I mirtilli sono più ricchi in zuccheri, acidi organici, sostanze fenoliche e altri phytochemicals ad azione antiossidante. (15) Anche l’oliva da olio biologica ha un contenuto maggiore di polifenoli, senza registrare differenze in termini di dimensioni del frutto e contenuto in olio. (16) I cavolfiori bio hanno a loro volta mostrato, nella varietà italiana Velox, un tenore più alto di polifenoli e carotenoidi (+21 e +13%. rispettivamente). (17)

Inquinanti ambientali e microbiota intestinale

Gli inquinanti ambientali – i cui residui sono più frequenti nell’agricoltura convenzionale, per diverse ragioni legate all’impiego di prodotti agrochimici – determinano invece uno scompenso sul microbiota intestinale. Riducono così l’efficienza del sistema immunitario e l’assorbimento dei nutrienti, oltre a contribuire ad altri scompensi metabolici. (7) Tra i vari inquinanti, un cenno merita anche l’azoto – soprattutto nella forma di nitrati, tossici per la salute – che nei suoli e nei prodotti biologici risulta presente in quantità inferiore rispetto agli omologhi convenzionali. (9)

Figura 2. Diversa influenza di alimentazione biologica e convenzionale sul microbiota intestinale (Hurtado-Barroso et al., 2017)

Dieta mediterranea bio, prevenzione e protezione in era Covid-19

La dieta mediterranea affonda radici millenarie nella cultura dei suoi popoli. È riconosciuta come uno dei regimi alimentari ottimali per favorire la durata e la qualità della vita, grazie al miracoloso equilibrio degli alimenti che la compongono. Il sistema immunitario viene sicuramente influenzato in maniera positiva da questo tipo di dieta, grazie alla maggiore concentrazione di fibre alimentari solubili e insolubili, vitamine e minerali, polifenoli e altre sostanze preziose nel combattere i processi ossidativi. Molte verdure aiutano ad avere risposte immunologiche più pronte, soprattutto contro virus e batteri. (19) Le fibre e il ridotto contenuto di grassi saturi aiutano a mantenere un peso forma migliore e a diminuire il rischio di contrarre infezioni come la polmonite (la più diffusa tra le complicazioni delle infezioni da Covid-19). (20)

Alcune vitamine, tra l’altro, hanno un ruolo importante nel rafforzare le difese immunitarie. La vitamina D è stata indicata da più parti – dall’Accademia di Medicina di Torino, oltreché in un recente studio pubblicato su Nutrients (21) – quale potente alleato nella prevenzione di attacchi infettivi, soprattutto se correlati all’infezione di vie respiratorie. Le vitamine A, C ed E sono a loro volta importanti per combattere i radicali liberi e aumentare le difese nell’organismo. Così come lo zinco, un minerale presente in frutta secca e legumi, utile ad aumentare la presenza di globuli bianchi nell’organismo. (22)

Il sistema biologico, nelle produzioni agroalimentari, è volto a garantire la continuità di una tradizione basata sul Rispetto della natura e delle stagioni, gli ecosistemi e le persone. In questo ambito operano quasi 80 mila imprese in Italia, in prevalenza piccole e microscopiche. Le quali apportano sui territori, attraverso modelli di ‘filiera corta’, valore e salute. La scienza e l’attualità ci dimostrano come questo sistema possa incidere sulla salvaguardia dell’ambiente e delle popolazioni.

Dario Dongo e Andrea Adelmo Della Penna

Note

(1) Polifenoli e sistema immunitario, v. https://www.greatitalianfoodtrade.it/salute/polifenoli-e-salute-i-vegetali-amici-del-sistema-immunitario
(2) Barański et al. (2014). Higher antioxidant and lower cadmium concentrations and lower incidence of pesticide residues in organically grown crops: A systematic literature review and meta-analyses. Br. J. Nutr. 112: 794-811,  doi: 10.1017/S0007114514001366
(3) Miele et al. (2015) Impact of gut microbiota on obesity, diabetes and cardiovascular disease risk. Curr. Cardiol. Rep. 17:120, doi: 10.1007/s11886-015-0671-z
(4) Torjusen et al. (2014). Reduced risk of pre-eclampsia with organic vegetable consumption: Results from the perspective Norwegian Mother and Child Cohort Study. BMJ Open. 4e006143, doi: 10.1136/bmjopen-2014-006143
(5) Ozdal et al. (2016). The reciprocal interactions between plyphenols and gut microbiota and effects on bioaccessibility. Nutrients 8:78, doi: 10.3390/nu8020078
(6) Hartmann et al. (2014). Distinct soil microbial diversity under long-term organic and conventional farming. ISME J. 9:1177-1194, doi: 10.1038/ismej.2014.210
(7) Jin et al. (2017). Effects of environmental pollutants on gut microbiota. Environ. Pollut. 222:1-9, doi: 10.1016/j.envpol.2016.11.045
(8) Hurtado-Barroso et al. (2017). Organic food and the impact on human health. Critical Reviews in Food Science and Nutrition. doi: 10.1080/10408398.2017.1394815
(9) Vallverdù-Queralt et al. (2016). Foodonomics: a new tool to differentiate between organic and conventional foods. Electrophoresis 37:1784-1794, https://doi.org/10.1002/elps.201500348
(10) Średnicka-Tober et al. (2016) Composition differences between organic and conventional meat: a systematic literature review and meta-analysis. Br. J. Nutr. 23:1-18
(11) Średnicka-Tober et al. (2016) Higher PUFA and n-3 PUFA, conjugated linoleic acid, α-tocopherol and iron, but lower iodine and selenium concentrations in milk: a systematic literature review and meta- and redundancy analyses. Br. J. Nutr. 115:1043-1060, doi: 10.1017/S0007114516000349
(12) Palupi et al. (2012). Comparison of nutritional quality between conventional and organic dairy products: a meta-analysis. J. Sci. Food Agric. 92:2774-2781, doi: 10.1002/jsfa.5639
(13) Koh et al. (2012). Effect of organic and conventional cropping systems on ascorbic acid, vitamin C, flavonoids, nitrate, and oxalate in 27 varieties of spinach (Spinacia oleracea L.). Agric. Food Chem. 60: 3144-50, doi: 10.1021/jf300051f
(14) Vallverdù-Queralt et al. (2014). Differences in the carotenoid profile of commercially available organic and conventional tomato-based products. J. Berry Res. 4:69-77, doi: 10.3233/JBR-140069
(15) Wang et al. (2008). Fruit quality, antioxidant capacity, and flavonoid content of organically and conventionally grown blueberries. J. Agric. Food Chem. 56:5788-94, doi: 10.1021/jf703775r
(16) Rosati et al. (2014). Effect of agronomical practices on carpology, fruit and oil composition, and oil sensory properties, in olive (Olea europaea L.). Food Chem. 159:236-43, doi:10.1016/j.foodchem.2014.03.014
(17) Lo Scalzo et al. (2013). Variations in the pythochemical contents and antioxidant capacity of organically and conventionally grown Italian cauliflower (Brassica oleracea L. subsp. botrytis):results from a three-year field study. J. Agric. Food Chem. 61:10335-44, doi: 10.1021/jf4026844
(18) De Lorenzo et al. (2009). Ruolo della Dieta Mediterranea Biologica sullo stato di salute.
(19) Craddock et al. (2019). Vegetarian-based dietary patterns and their relation with inflammatory and immune biomarkers: a systematic review and meta-analysis. Adv. Nutr. 10:433-451, doi:10.1093/advances/nmy103
(20) Alwarawrah et al. (2018). Changes in nutritional status impact immune cell metabolism and function. Front. Immunol. 9: 1055-1069, doi: 10.3389/fimmu.2018.01055
(21) Grant et al. (2020). Evidence that vitamin D supplementation could reduce risk of influenza and COVID-19 infections and deaths. Nutrients 122:988, doi:10.3390/nu12040988
(22) Barnard et al. (2019). Plant-based diets for cardiovasculary safety and performance in endurance sports. Nutrients 11(1):130, doi: 10.3390/nu11010130

Andrea Adelmo Della Penna

Laureato in Tecnologie e Biotecnologie degli Alimenti, tecnologo alimentare abilitato, segue l’area di ricerca e sviluppo. Con particolare riguardo ai progetti di ricerca europei (in Horizon 2020, PRIMA) ove la divisione FARE di WIISE S.r.l. società benefit partecipa.

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