La ’sugar tax’ in Italia, o tassa sulle bibite zuccherate, entrerà in vigore il 1° luglio 2025 e consiste in un’imposta volumetrica sui prodotti con zuccheri aggiunti (SSB, Sugar-Sweetened Beverages) che contengono più di 25 grammi di zucchero per litro. Questa misura rientra in uno sforzo globale per combattere l’obesità e le malattie non trasmissibili (NCDs) legate al consumo eccessivo di bevande zuccherate. La tassa è fissata a €0,10 per litro per tutte le SSB che superano la soglia di zucchero, con l’obiettivo di scoraggiare l’assunzione eccessiva di zucchero e promuovere scelte di bevande più salutari.
Sugar tax in Italia, il meccanismo impositivo
In Italia la ‘sugar tax’ è stata progettata come un’imposta volumetrica, vale a dire che viene applicata solo sulle base del volume delle bevande che vi sono soggette, a prescindere dal loro contenuto di zucchero. Questo approccio semplifica la struttura fiscale, ma appare grossolano poiché non in grado di incentivare la riformulazione dei prodotti.
La tassa si applica a tutte le SSB, inclusi soft drink gassati, tè freddi, bevande alla frutta e energy drink, ma esclude le bevande con meno di 25 grammi di zucchero per litro, come le bibite dietetiche e alcuni succhi di frutta.
L’imposta è applicata ai produttori, che si prevede trasferiranno il costo ai consumatori attraverso prezzi al dettaglio più elevati. Studi empirici suggeriscono che i produttori spesso aumentano i prezzi al consumo in quota superiore al tasso di imposta. Questo fenomeno potrebbe quindi portare a moderati aumenti di prezzo per i consumatori.
Possibile impatto sulle assunzioni di zucchero e la salute
L’obiettivo principale della tassa sullo zucchero italiana è ridurre il consumo di SSB e, di conseguenza, l’assunzione di zucchero. Secondo le simulazioni (Tiboldo et al., 2024), la tassa potrebbe portare a una riduzione media del 18% nel consumo di SSB e a un calo del 24% nelle assunzioni di zucchero.
La tassa incoraggia i consumatori a passare a alternative a basso (o nessun) contenuto di zucchero, il che potrebbe avere benefici a lungo termine per la salute. Tuttavia, la sua efficacia nel promuovere la riformulazione dei prodotti è limitata dalla sua struttura a tasso fisso, che non fornisce forti incentivi per ridurre il contenuto di zucchero al di sotto della soglia di 25 grammi.
‘Sugar tax’, il contesto europeo
In Europa 10 Paesi e una regione hanno implementato tasse sulle bibite zuccherate, utilizzando due diversi approcci: tasse volumetriche, che applicano un’imposta fissa per litro a prescindere dal contenuto di zucchero (oltre una soglia prestabilita), e tasse proporzionali al tenore di zucchero delle singole bevande:
- tasse volumetriche. Il Belgio (2016) applica un’imposta fissa per litro di bevande, così come l’Ungheria (2011) ove la tassa è peraltro estesa a un maggior numero di alimenti, anche solidi. La Norvegia ha introdotto un’imposta fissa per litro sulle bevande zuccherate oltre un secolo fa, nel 1922, e la ha aumentata nel 2018. La Polonia (2021) segue principalmente un modello volumetrico, e tuttavia include un costo aggiuntivo per il contenuto di zucchero aggiunto;
- tasse basate sul contenuto di zucchero (a due livelli o graduate) sono applicate in Francia, dal 2018, dopo sei anni di applicazione del modello volumetrico (2012). Il Regno Unito (2018) ha a sua volta implementato la Soft Drinks Industry Levy (SDIL), con due aliquote, una più lieve per le bevande con ≥5g di zucchero/100ml e una più ‘salata’ per quelle con ≥8g di zucchero/100ml soggette a un’aliquota più alta. L’Irlanda (2018) segue un modello simile, tassando le bevande nelle stesse due fasce di zucchero. Anche il Portogallo (2017) ha introdotto un sistema a due livelli, mentre Lituania (2019) e Lettonia (2016) applicano tasse proporzionali alla concentrazione di zucchero. La regione Catalogna (2017) tassa le bevande con più di 8g di zucchero/100ml a un’aliquota più alta.
Implicazioni politiche e raccomandazioni
La ‘sugar tax’ italiana, sebbene efficace nel ridurre il consumo di SSB e di zucchero, potrebbe venire migliorata adottando una struttura graduale basata sul contenuto di zucchero. Ciò fornirebbe incentivi più forti per i produttori a riformulare i propri prodotti e ridurre i livelli di zucchero. Inoltre, le entrate fiscali, stimate in almeno 47 milioni di euro all’anno, potrebbero essere reinvestite in programmi sanitari rivolti alle famiglie a basso reddito e ai bambini, anche al fine di rendere la tassa più equa.
Sovrappeso, obesità e diabete in Italia
L’Italia affronta sfide significative riguardo ai tassi di sovrappeso, obesità e diabete tra adulti e bambini:
- obesità e sovrappeso negli adulti. Uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) su 110.742 soggetti intervistati in ogni regione italiana, durante il periodo 2017-2020, mostra che il 42,4% degli adulti in Italia ha un indice di massa corporea (BMI = peso (kg)/altezza (m²) eccessivo. Nel dettaglio, il 31,6% della popolazione adulta è in sovrappeso (BMI 25-29,9), il 10,8% è obeso (BMI ≥ 30);
- sovrappeso e obesità infantile. L’Italia riporta dati preoccupanti riguardo al sovrappeso e all’obesità infantile. Dati su oltre 50.000 bambini indicano che il 20,4% è in sovrappeso, il 9,4% è obeso e il 2,4% è gravemente obeso, secondo i criteri della International Obesity Task Force. Questi tassi sono ancora più alti se si utilizzano i riferimenti di crescita dell’OMS. In particolare, la regione Campania, che include Napoli, ha un tasso di sovrappeso del 43% tra i bambini, con il 18,6% classificato come obeso;
- prevalenza del diabete. Nel 2023, quasi il 6,3% della popolazione (3,7 milioni, su 58,99 milioni di individui) in Italia convive con il diabete. Questa prevalenza sottolinea l’entità della sfida nutrizionale e i costi straordinari per la salute pubblica associati ad assunzioni eccessive di zucchero e diete squilibrate .
Conclusione
La tassa sullo zucchero italiana rappresenta un passo significativo nella lotta contro l’obesità e le malattie non trasmissibili. Sebbene sia efficace nel ridurre il consumo di SSB e di zucchero, la sua struttura a tasso fisso ne limita il potenziale nell’incentivo alla riformulazione dei prodotti. Le positive esperienze di altri grandi Paesi, quali Francia e Regno Unito, potrebbero guidare l’Italia verso una riforma della ‘sugar tax’ che introduca una proporzione tra l’imposta e il tenore di zucchero delle SSB.
Le statistiche sopra accennate evidenziano tuttavia la necessità e urgenza di una politica nutrizionale più ampia, in Italia, per affrontare le tendenze crescenti di sovrappeso, obesità e diabete in tutte le fasce d’età. Una politica che dovrebbe quindi includere:
- un sistema di etichettatura nutrizionale fronte-pacco (FOPNL) efficace e di facile comprensione, come il Nutri-Score, ampiamente adottato in nove Paesi europei nonché dimostrato efficace e utile da oltre 150 studi scientifici;
- misure fiscali estese a tutti gli alimenti ultra-processati con profili nutrizionali non salutari.
Dario Dongo
Riferimenti
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- Diabetes in Italy – Statistics & Facts. Statista. https://tinyurl.com/bdemb82h
- Epicenter, Epidemiology for public health. Steps, 2017-2020. ISS (Superior Institute of Health). https://tinyurl.com/dbnvwbfs

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.