La Commissione europea ha aggiornato il regolamento sulle notizie da esporre in appositi manifesti, su tutti i punti di entrata in UE. Per richiamare l’attenzione dei viaggiatori provenienti da Paesi terzi sui rischi legati ai souvenir alimentari di origine animale introdotti in Europa. Quali rischi?
Souvenir ed ecommerce, alimenti di origine animale. Le regole UE
L’introduzione in UE di alimenti di origine animale, o altri prodotti che li contengano, è soggetta a precise restrizioni. Le quali si applicano anche alle ipotesi di ecommerce, piccole spedizioni rivolte ai consumatori, nonché alle scorte personali nei bagagli dei viaggiatori. (1)
Gli Stati membri devono garantire che in tutti i punti di ingresso nell’Unione si richiami l’attenzione dei viaggiatori che provengono da Paesi extra-UE sulle norme di polizia veterinaria applicabili alle scorte personali di cibi di origine animale contenuti nei bagagli.
Le notizie da fornire ai viaggiatori e al pubblico in generale, mediante appositi cartelli ben visibili, devono contenere almeno le informazioni riportate in uno dei manifesti che la Commissione europea ha appena aggiornato. (2)
Alimenti di origine animale extra-UE, quali rischi
Importare ‘di straforo’ alimenti di origine animale di provenienza extra-UE presenta gravi rischi, quando pure si tratti di minime quantità. Le restrizioni imposte rispondono dunque a esigenze imperative di tutela della sicurezza alimentare e delle filiere alimentari nostrane.
Fabrizio de Stefani, Direttore del Servizio Veterinario Igiene degli Alimenti dell’AULSS n. 7 Pedemontana, ci spiega quali rischi possono derivare dall’introduzione in Italia di alimenti di origine animale al di fuori del regime di sorveglianza garantito dai controlli pubblici ufficiali.
‘Peste suina africana, brucellosi, tubercolosi e afta sono le malattie uomo/animali più pericolose’, spiega Fabrizio De Stefani. ‘Poi vi sono tutte quelle che provocano tossinfezioni alimentari’, come listeria, salmonella, E.Coli, trichinosi (nei salumi, in particolare).
Le malattie transfrontaliere degli animali sono oggetto di monitoraggio continuo – da parte delle autorità sanitarie degli Stati membri, sotto il coordinamento della Commissione europea e del suo ‘Food & Veterinary Office’ (FVO) – e valutazione scientifica da parte dell’EFSA (‘European Food Safety Authority’).
I rischi di contaminazione, al di là delle tossinfezioni alimentari, possono estendersi alla filiera alimentare nazionale. Il pericolo più grave è rappresentato dalla peste suina africana. (3) L’introduzione di carni suine o cinghiale, fresche e lavorate, va quindi assolutamente evitata.
Dario Dongo
Note
(1) Cfr. reg. CE 206/09
(2) V. reg. UE 2018/1729, ‘che modifica il regolamento (CE) n. 206/2009 per quanto riguarda le informazioni che devono essere fornite nei manifesti rivolti ai viaggiatori e al pubblico in generale in merito a determinate scorte personali di prodotti di origine animale’, in vigore dal 6.12.18
(3) La peste suina africana è una malattia virale dei suini e dei cinghiali selvatici, con effetti generalmente letali. Tale malattia, tuttora priva di vaccini e cure, può avere gravissime conseguenze nei Paesi ove si diffonda. Con esiti catastrofici sulle filiere coinvolte (allevamenti e industrie di trasformazione)

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.