Il Ministero della Salute spagnolo ha avviato un progetto per migliorare i profili nutrizionali di alimenti e bevande di larga diffusione, specie tra bambini e ragazzi. Il piano è realizzato assieme all’Agenzia spagnola per la sicurezza alimentare e la nutrizione (AECOSAN) e mira a ridurre del 10% il contenuto di sale, zucchero e grassi in oltre 3.500 prodotti, grazie all’impegno volontario di oltre 500 aziende. Obiettivo, contrastare l’obesità e le tre malattie croniche più diffuse, diabete, patologie cardiovascolari e cancro.
I prodotti inclusi nel Piano contribuiscono per il 44,5% dell’energia totale dei prodotti con zuccheri aggiunti che compongono il carrello della famiglia spagnola media. Nella sua realizzazione sono impegnati operatori della produzione e della distribuzione alimentare, anche automatica (vending machine), e della ristorazione collettiva.
Nel rispetto del Piano, nelle mense di scuole e ospedali vengono migliorati i profili nutrizionali dei menu, aumentando gli alimenti più salutari – carni magre, pesce, verdure e frutta di stagione – e riducendo i pasti cucinati con metodi sconsigliati (frittura e intingoli).
I gestori dei distributori automatici di alimenti e bevande si impegnano ad acquistare solo prodotti riformulati e ad aumentare l’offerta di alimenti bilanciati, oltre a ridurre del 15% la quantità massima di zucchero aggiunto nelle bevande calde offerte dalle macchine.
A loro volta, i produttori alimentari si impegnano ad azioni concrete, con la riduzione di
– contenuto di sale e grassi saturi in patatine e prodotti snack, con l’impegno dell’Associazione dei produttori di snack,
– zucchero e grassi nei biscotti, con l’impegno della Spanish Dulce Association (PRODULCE),
– zucchero in nettari e succhi di frutta, con l’impegno della Associazione spagnola dei produttori di succhi di frutta (Asozumos). In questo caso, l’impegno riguarda solo questi nettari con zuccheri aggiunti e senza dolcificanti, perché nei succhi di frutta al 100% non è consentito aggiungere zucchero.
– contenuto di sale in crocchette, pasticci, cannelloni e lasagne, surimi, con l’impegno della Associazione spagnola di produttori di piatti preparati (ASEFAPRE).
– zuccheri aggiunti nei prodotti lattiero-caseari, con l’impegno della Federazione nazionale di categoria (FENIL).
– quantità di zucchero nel ketchup (largamente consumato dai ragazzi), con la collaborazione dell’associazione spagnola di produttori di verdure in scatola (AGRUCON) e di quella di prodotti culinari (CULINARIOS).
Davvero un ottimo esempio, da parte di una delle culle della dieta mediterranea che a sua volta si trova ad affrontare l’emergenza sanitaria pubblica legata al cibo-spazzatura. Mentre in Italia, con la complicità di Coldiretti e il sostegno della politica, ci si limita a criticare i semafori in etichetta.
Il Piano è consultabile qui.
Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".