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Più probiotici meno antibiotici 

Più probiotici e meno antibiotici, sarà mai possibile? Una meta-analisi pubblicata il 14.9.18 sullo European Journal of Public Health offre spunti utili ai decisori politici che lo sapranno cogliere.

Antibiotici e antibiotico-resistenza, esseri umani e animali

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha adottato a maggio 2015 un piano globale per gestire il problema dell’antibiotico-resistenza. Con l’obiettivo di assicurare la prevenzione e cura delle malattie infettive con farmaci sicuri ed efficaci. (1)

Gli antibiotici sono farmaci usati per prevenire e curare le infezioni batteriche. La resistenza agli antibiotici si verifica quando i batteri cambiano in risposta all’uso di questi medicinali. I batteri, non gli esseri umani o gli animali, diventano resistenti agli antibiotici’ (WHO, World Health Organization). 

La dimensione del problema è offerta al di là dell’Atlantico dal CDC (Center for Disease Control and Prevention). Secondo l’agenzia sanitaria USA, ogni anno si verificano negli Stati Uniti circa 2 milioni di casi di infezioni da batteri antibiotico-resistenti, le quali causano 23.000 morti.

La riduzione d’impiego degli antibiotici è quindi un’esigenza condivisa a livello planetario. Dato atto che l’uso eccessivo di tali sostanze contribuisce alla resistenza agli antibiotici, le amministrazioni sanitarie raccomandano di prevenirne l’abuso. Evitando il loro impiego, ad esempio, per malattie virali come raffreddori, influenza e altre infezioni respiratorie acute.

L’OMS ha poi raccomandato la riduzione dell’impiego di tali farmaci nella filiera zootecnica. Le Linee guida pubblicate a novembre 2017 evidenziano infatti come il consumo complessivo degli antibiotici essenziali in medicina, in alcuni Paesi, venga assorbito dalla zootecnia in quota rilevante, fino all’80%. (2)

Probiotici e salute

I probiotici sono microrganismi vivi che, ove somministrati in quantità e tempi adeguati (almeno un miliardo al giorno 3-4 settimane), possono apportare vari benefici alla salute umana. Da principio utilizzati per la prevenzione e cura delle malattie gastrointestinali, i probiotici hanno rivelato la capacità di rafforzare la struttura e la funzione della barriera intestinale, e così del sistema immunitario.

Le evidenze scientifiche richiamate nello studio in esame suggeriscono inoltre la capacità dell’integrazione probiotica di ridurre l’incidenza e la gravità delle malattie infettive comuni, incluse le infezioni del tratto respiratorio e la diarrea. (3) L’impiego di supplementi probiotici potrebbe quindi venire associato a un ridotto uso di antibiotici.

Probiotici, la meta-analisi

La meta-analisi di Sarah King e collaboratori, pubblicata sullo European Journal of Public Health, ha considerato l’impatto dell’integrazione con probiotici, rispetto all’utilizzo di antibiotici. Nei casi di infezioni acute  – del tratto respiratorio, del tratto digestivo inferiore o otite media acuta – su individui (altrimenti) sani di tutte le età.

La revisione sistematica di studi randomizzati controllati ha incluso neonati, bambini, adolescenti, adulti e anziani di qualsiasi Paese e contesto, clinico o non clinico. Le infezioni idonee allo studio hanno compreso infezioni del tratto respiratorio acuto (cioè raffreddore, influenza, sinusite, faringite, bronchite acuta, polmonite), otite media acuta e infezioni acute del tratto digestivo inferiore (diarrea). Non anche i sintomi gastrointestinali associati ad antibiotici. 

Sono stati inclusi studi che hanno valutato qualsiasi ceppo probiotico assunto per via orale, da solo o in combinazione con un altro ceppo probiotico. Per una durata variabile  tra 4 giorni a 9 mesi (superiore a un mese nella gran parte dei casi). A raffronto con placebo o senza trattamento. 

Su neonati e bambini che hanno ricevuto probiotici contenenti Lactobacillus e Bifidobacterium, sotto forma di integratori e prodotti alimentari, si è riscontrato  il 29% in meno di probabilità di trattamenti antibiotici.

L’integrazione probiotica ha ridotto l’incidenza di malattie infettive comuni, incluse le infezioni del tratto respiratorio e la diarrea. È inoltre associata alla riduzione della durata dei sintomi in bambini e adulti soggetti ad infezioni del tratto respiratorio superiore.

Riducendo l’occorrenza, durata e/o gravità delle infezioni acute comuni, la somministrazione di probiotici potrebbe quindi venire considerata una strategia utile a ridurre la necessità di antibiotici. E così contribuire a gestire l’emergenza sanitaria della resistenza agli antibiotici.

Dario Dongo e Carlotta Suardi

Note

(1) Notizie generali in merito ad antibiotico-resistenza e piano OMS/WHO su http://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/antibiotic-resistance

(2) Cfr. WHO guidelines on use of medically important antimicrobials in food-producing animals, su http://www.who.int/foodsafety/areas_work/antimicrobial-resistance/cia_guidelines/en/

3) Sarah King, Daniel Tancredi, Irene Lenoir-Wijnkoop, Kelsie Gould, Hailey Vann, Grant Connors, Mary Ellen Sanders, Jeffrey A Linder, Andi L Shane, Dan Merenstein; Does probiotic consumption reduce antibiotic utilization for common acute infections? A systematic review and meta-analysisEuropean Journal of Public Healthhttps://doi.org/10.1093/eurpub/cky185

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