Il ruolo cardine degli Omega-3 nella prevenzione delle malattie cardiovascolari trova ulteriore riscontro nell’ultima ricerca di Mayo Clinic, un centro di eccellenza globale in questo ambito di studio. (1)
La meta-analisi considera tutti gli studi clinici di controllo randomizzati con somministrazione di EPA/DHA ed esiti cardiovascolari pubblicati fino ad agosto 2019. Con l’obiettivo di valutare le quantità di EPA e DHA utili alla prevenzione.
Malattie cardiovascolari
Le malattie cardiovascolari (cardiovascular diseases, CVDs) costituiscono a tutt’oggi la prima causa di mortalità prematura a livello globale, così come in Europa e in Italia. E la World Health Organization (WHO o OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità) ne prevede l’incremento, negli anni a venire. (2)
Le cause di questo tipo di malattie sono molteplici, di natura genetica e comportamentale. I principali fattori di rischio risultano essere:
– diete squilibrate,
– sedentarietà,
– fumo,
– diabete di tipo 2. Il quale a sua volta, come si è visto, dipende dai primi tre. (3)
Omega-3 e malattie cardiovascolari
Gli Omega-3 coinvolti nella salute dell’apparato cardiovascolare sono soprattutto EPA e DHA, contenuti nei cibi di origine marina. Pesce, alghe, crostacei e molluschi. (4) La meta-analisi condotta dalla Mayo Clinic ha consentito di correlare gli apporti degli Omega-3 marini alla prevenzione degli esiti da malattie cardiovascolari e valutarne l’efficacia in relazione alle dosi.
Il riesame degli studi clinici ha considerato l’incidenza e le complicazioni di infarti miocardici, malattie coronariche ed eventi cardiovascolari (infarto, angina, ictus, insufficienza cardiaca, malattia arteriosa periferica, interventi chirurgici cardiovascolari non programmati, morte improvvisa). EPA e DHA sono utili alla prevenzione delle CVD e l’effetto aumenta con l’aumentare della dose. (1)
Dieta mediterranea e prevenzione
La dieta mediterranea ha sua volta un ruolo nella prevenzione di malattie cardiovascolari. Grazie al controllo di profili lipidici e pressione sanguigna, salute del microbiota intestinale, riportati in diversi studi clinici randomizzati (PREDIMED, ATTICA). (5)
Gli apporti di Omega-3 offerti dal consumo regolare di pesce sono idonei a favorire gli effetti protettivi indicati. Anche per merito della loro combinazione con altri componenti bioattivi contenuti nei cibi che caratterizzano la dieta mediterranea. (6)
Quali Omega-3?
La combinazione di EPA e DHA, cioè degli Omega 3 marini, secondo i ricercatori della Mayo Clinic, è effettivamente in grado di ridurre in misura significativa il rischio di esiti negativi delle diverse malattie oggetto dello studio. E l’effetto protettivo accresce con l’incremento della dose (dose-dipendenza).
Considerati singolarmente, l’EPA appare più sicuro e maggiormente correlato all’effetto protettivo. Il DHA può infatti portare, in alcuni casi, ad un incremento delle lipoproteine a bassa densità (meglio conosciute come LDL, o ‘colesterolo cattivo’). (7)
Omega-3 e Covid-19, un possibile aiuto
Le proprietà anti-infiammatorie degli Omega-3 possono offrire un aiuto per ridurre la morbilità e mortalità da Covid-19. È quanto emerge da un recente studio pilota, che ha considerato il ruolo degli Omega-3 (EPA e DHA) e i suoi derivati nel mitigare i processi infiammatori dovuti dalle citochine. (8)
La bibliografia scientifica è del resto consolidata sul ruolo essenziale degli Omega 3 nel proteggere l’organismo umano dalle infiammazioni e rafforzare le difese immunitarie. (9)
Dario Dongo e Andrea Adelmo Della Penna
Immagine di copertina: v. nota 10
Note
(1) Aldo Bernasconi et al. (2020). Effect of Omega-3 dosage on cardiovascular outcomes: An updated meta-analysis and meta-regression of interventional trials. Mayo Clinic Proceedings 1-10, https://doi.org/10.1016/j.mayocp.2020.08.034
(2) World Health Organization (2017). Cardiovascular diseases – The problem. https://www.who.int/nmh/publications/fact_sheet_cardiovascular_en.pdf
(3) Tzoulaki et al. (2016). Worldwide exposures to cardiovascular risk factors and associated health effects. Circulation 133(23):2314-2333, https://doi.org/10.1161/CIRCULATIONAHA.115.008718
(4) Rizos et al. (2017). Does supplementation with omega-3 PUFAs add to the prevention of cardiovascular disease? Curr. Cardiol. Rep. 19(6):47, doi:10.1007/s11886-017-0856-8
(5) Casas et al. (2016). Nutrition and cardiovascular health. Int. J. Mol. Sci. 19:3988, https://doi.org/10.3390/ijms19123988
(6) Scoditti et al. (2014). Vascular effects of the Mediterranean diet – Part II: Role of omega-3 fatty acids and olive oil polyphenols. Vascular Pharmacology 63:127-134, http://dx.doi.org/10.1016/j.vph.2014.07.001
(7) Brinton et al. (2017). Prescription omega-3 fatty acid products containing highly purified eicosapentaenoic acid (EPA). Lipids Health Dis. 16(1):23, doi:10.1186/s12944-017-0415-8
(8) Asher et al. (2021). Blood omega-3 fatty acids and death from COVID-19: A pilot study. Prostaglandins, Leukotrienes and Essential Fatty Acids 166:102250, https://doi.org/10.1016/j.plefa.2021.102250
(9) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Coronavirus, Omega 3 e sistema immunitario. GIFT (Great Italian Food Trade). 13.4.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/salute/coronavirus-omega-3-e-sistema-immunitario
(10) Trevor A. Mori (2018). Marine OMEGA-3 fatty acids in the prevention of cardiovascular disease. Fitoterapia, Volume 126, 2018, Pages 8-15, ISSN 0367-326X. https://doi.org/10.1016/j.fitote.2018.04.003