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OGM sicuri? Falso!

OGM sicuri per la salute dei consumatori e l’ambiente? È la fake news costruita ad arte sulla notizia di uno studio della Scuola superiore Sant’Anna e dell’Università di Pisa, pubblicato su Scientific Reports. Che si distingue tuttavia per la parzialità dell’analisi. Note critiche a seguire.

OGM sicuri? Quali, e rispetto a quali parametri?

Le agenzie stampa – come i mainstream media che ne hanno ripreso i comunicati, senza preoccuparsi di verificare la notizia – hanno reso servizio alle Big 6. Le sei Corporation che controllano il 75% del mercato globale degli agrotossici e delle sementi ad essi funzionali.

Si è teorizzato che il mais Ogm sarebbe innocuo e anzi addirittura benefico, per la salute umana e per l’ambiente. Un misero tentativo di contrastare il sentire pubblico dei cittadini europei, i quali invece continuano a esprimersi contro gli OGM a tavola e gli agrotossici ad ampio spettro, come il glifosato

A ben vedere tuttavia, i ricercatori pisani si sono limitati a raccogliere alcuni studi già realizzati altrove. Riferendosi al solo mais OGM progettato per resistere ai pesticidi, sotto gli esclusivi punti di vista delle rese dei raccolti e delle biomasse, oltreché della sopravvivenza di insetti fuori target. Alla salute delle altre specie, ivi compresa quella umana, non è stata invece dedicata alcuna considerazione. Tantomeno all’ambiente.

Mais Ogm, lo studio dell’Università di Pisa

Lo studio dell’Università di Pisa ha esaminato 271 pubblicazioni scientifiche sulle coltivazioni di mais transgenico, tra il 1996 e il 2016. Appena il 6% degli studi valutati proviene dal Sudamerica, grande bacino di colture transgeniche, mentre il 74% arriva dal Nord America. (1) Nella quasi totalità dagli USA, il grande laboratorio open-air dei Franken-seed ove è basata Monsanto, già nota per la manipolazione delle ricerche. (2)

I ricercatori di Pisa hanno estrapolato solo alcuni parametri, concludendo che il mais Ogm:

– avrebbe una resa superiore alle coltivazioni di mais convenzionali, variabile tra il 5,6 e il 24,5%,

– aiuterebbe a limitare gli insetti nocivi alle piante,

– ridurrebbe la presenza di contaminanti pericolosi, come le micotossine (- 28,8%) e le fumonisine (-30,6%).

Dati astratti e fuori contesto, che trascurano i fondamentali dell’economia agricola. Gli agricoltori che intendano votarsi al biotech sono invero costretti a riacquistare ogni anno le sementi OGM sterili, oltre a crescenti quantitativi di agrotossici. Poiché i parassiti si adattano con rapidità ai nuovi ostacoli, anche su piante progettate per respingerli, servono sempre più veleni. (3)

Ogm e ambiente, i dati che mancano

Gli ambientalisti come Marco Affronte e Angelo Bonelli, al pari del fondatore di Slow Food Carlin Petrini, hanno richiamato il valore essenziale della biodiversità, senza però dubitare il valore scientifico dello studio pisano.

I ricercatori di Pisa hanno invece omesso di considerare – tra i vari punti cruciali per un’analisi degna di tale nome – proprio l’impatto sulla biodiversità e sulle emissioni di Co2 del sistema produttivo biotech. (4)

Hanno altresì omesso di esaminare gli studi sull’avvelenamento delle acque causato dai pesticidi. Si cita a esempio la ricerca pubblicata nel 2014 sul Journal of the American Water Resources, che ha rilevato la presenza di glifosato e AMPA (aminomethyl-phosphonic acid, un altro micidiale agrotossico) su terreni e sedimenti, fossi e canali, piogge, fiumi e torrenti, laghi e stagni, paludi, acque profonde e di superficie, nei 38 Stati USA monitorati in via sistematica per 10 anni.

Ogm e salute

Sono del tutto carenti gli studi sull’influenza degli Ogm sulla salute umana. In particolare – giocoforza, giacché la coltura di Franken-seed su scala industriale è iniziata 20 anni fa – mancano dati circa gli effetti di lungo e lunghissimo termine.

L’unico dato certo è l’estrema pericolosità dei pesticidi, come glifosato e dicamba, ai quali le piante Ogm sono programmate per resistere. Ma i pisani si sono guardati bene dal considerare alcuno dei numerosi studi – non ultimo quello della Iarc, Agenzia Oms per la ricerca sul cancro – che attestano con certezza gli effetti negativi degli agrotossici sui sistemi nervoso, endocrino e riproduttivo. (5) Causando anche danni al DNA e maggiori rischi di tumori.

Questi veleni si trascinano in acqua potabile e latte materno, che dall’India alla Germania risultano a loro volta contaminati in quantità allarmanti. 34.000 intossicazioni da agrotoxicos in Brasile, registrate dal Ministero della Salute dal 2007 al 2014. Residui di glifosato e AMPA, va da sé, nella quasi totalità dei campioni di urine analizzate in un recente studio argentino. 

Tanto Basta. E se così non fosse, si fa richiamo all’ebook gratuito ‘OGM la Grande Truffa’.

Dario Dongo

Note

(1) Sebbene le colture transgeniche in Brasile (42,2 milioni di ettari) e Argentina (24,3 mln ha) siano quasi pari a quelle USA, 70 mln ha (dati 2014)

(2) I famigerati Monsanto Papers https://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/glifosato-il-rapporto-dell-echa-agenzia-chimica-europea-trascura-la-falsità-dei-dati-prodotti-da-monsanto-la-corporation-ora-sotto-processo-in-usa

(3) Nei soli Stati Uniti d’America il consumo di pesticidi, grazie alla diffusione delle colture biotech, è aumentato di 183 mila tonnellate tra il 1996 e il 2011 (Benbrook, 2012)

(4) Il c.d. carbon footprint è invece parte essenziale del c.d. Life Cycle Assessment (LCA) che nella società moderna dovrebbe presiedere a ogni decisione sulle attività antropiche, a partire dall’agricoltura industriale. Considerato che questa ha tuttora un ruolo primario nelle emissioni di CO2 e gas-serra, ed è certamente influenzata da fattori quali la produzione e l’impiego di fertilizzanti e pesticidi

(5) Si richiama al proposito la condanna della Commissione europea, da parte del Tribunale di Lussemburgo, per il ritardo nell’adottare la definizione di interferente endocrino sulle cui basi improntare la tutela dei cittadini. Si veda https://www.greatitalianfoodtrade.it/salute/interferenti-endocrini-la-commissione-latita

 

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