Nutrienti, le equiparazioni pubblicitarie sono ingannevoli. Il parere di Andrea Ghiselli
I prodotti alimentari trasformati possono venire equiparati agli alimenti di base – come latte, frutta e verdura – il cui consumo quotidiano viene raccomandato dai nutrizionisti? Il quesito è emerso con l’esame di caramelle al latte pubblicizzate come ‘equivalenti’ al latte fresco e di succhi di frutta promossi come soluzione per assumere le 5 porzioni di frutta e verdura raccomandate ogni giorno. Lo abbiamo sottoposto ad Andrea Ghiselli, dirigente di ricerca al Cra-Nut e presidente della SISA, Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione. Un nutrizionista che non demonizza i cibi industriali, neppure i fast-food.
Aggiungere o ridurre nutrienti
Il nutrizionista spiega un principio molto semplice per riflettere sul ruolo svolto dagli alimenti nella dieta. Alcuni di essi hanno il pregio di aggiungere nutrienti utili. Altri, al contrario, sono apprezzati per la funzione di ridurre gli apporti. Una volta compreso il meccanismo, è più facile organizzare una dieta equilibrata.
Succhi di frutta utili alle 5 porzioni?
Il primo caso esaminato riguarda i succhi di frutta. È utile bere un succo di frutta, anziché consumare frutta e verdura fresche, per totalizzare le famose 5 porzioni giornaliere benefiche alla salute?
“Quando si valuta l’utilità di un succo di frutta bisogna tenere in considerazione che l’importante non è solo il suo contenuto. Certo, la vitamina C dell’arancia fa bene. Ma essendo noi un popolo ipernutrito, l’utilità del consumo di verdura e frutta è togliere, non aggiungere. Mangiandone a sufficienza, si sottrarre spazio ad altri cibi nello stomaco. Se consumiamo una porzione di verdura e frutta, avremo un effetto saziante e probabilmente perderemo il desiderio del panino al fast food. Se invece iniziamo il pasto con il panino, difficilmente avremo poi voglia di consumare vegetali. E aggiungere una pillola di integratore alimentare, ammesso che contenga quanto atteso, non fa altro che sommare una futile dose di vitamine“, spiega Ghiselli.
Le nuove linee guida Cra-Nut per una sana alimentazione, attese entro l’anno, inviteranno perciò a non considerare i succhi di frutta come un sostituto equivalente ai vegetali freschi.
Perché bere un succo di mela non ha lo stesso effetto saziante di mangiare una mela e ci priva degli effetti benefici della fibra sul transito intestinale, intrappolando anche piccole dosi di grassi e zuccheri. A maggior ragione quando l’equiparazione sia proposta con una bevanda realizzata con l’aggiunta di zucchero (si veda come distinguere i prodotti a scaffale).
Latte da succhiare
Altro prodotto confezionato esaminato sono le caramelle al latte Galatine. Il produttore ne vanta in etichetta l’equivalenza con il latte fresco, un messaggio pubblicitario ora al vaglio di legittimità presso lo IAP, il Giurì dei pubblicitari. Ma i conti non tornano.
In confronto a quanto detto per i succhi di frutta, qui il nutrizionista invita a valutare non ciò che c’è in meno, ma quello che c’è in più. “Cercare di assumere il calcio raccomandato attraverso il latte condensato delle caramelle è fuoriluogo, perché espone a un consumo eccessivo di zuccheri”, avverte Andrea Ghiselli.
Troppi zuccheri
Basta fare due conti per comprenderlo.
Il consumo dei 250 ml giornalieri di latte consigliati dalle linee guida per una sana alimentazione, equivalenti a due porzioni di latte o yogurt, fornisce 300 mg di calcio.
Nelle caramelle Galatine un sacchetto da 100 grammi contiene (secondo la dichiarazione nutrizionale) 460 mg di calcio, ma anche 62 g di zuccheri (42 quelli propri del latte e altri 20g aggiunti).
Per assumere la stessa quantità di calcio fornita dalle due porzioni di latte raccomandate attraverso le caramelle, quindi, dovremmo mangiarne almeno mezzo pacchetto, ma questo fornirebbe anche circa 30 grammi di zucchero. Decisamente troppi, nel bilancio giornaliero, e più di quanto suggerito come soglia massima dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità).
Le soglie Oms
Le indicazioni dell’Oms sulla sana alimentazione suggeriscono soglie di assunzione dei nutrienti per mettere al riparo la popolazione dalle patologie non trasmissibili e correlate alla dieta. Per gli zuccheri, raccomandano di non oltrepassare il 10% di calorie giornaliere derivanti da zucchero aggiunto. E di tendere a dimezzare tale soglia, portandola al 5%.
Nella dieta giornaliera convenzionalmente stabilita in 2.000 kcal, quindi, l’introito energetico giornaliero da zuccheri deve essere inferiore a 50 grammi (il 10% dell’apporto totale, ovvero 200 calorie diviso le 4 calorie apportate da un grammo di zucchero), meglio ancora se inferiore a 25 grammi (assecondando il suggerimento Oms di non oltrepassare la soglia del 5%).
Va da sé che colmare (o superare) tale soglia per cercare di assumere calcio con le caramelle è impensabile.
Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".