NAFTA, CETA e salute. I trattati internazionali, come abbiamo già annotato, servono alle lobby anche per smantellare le regole a tutela della salute pubblica. Ed ecco un esempio, che dovrebbe servire da monito.
NAFTA e salute
I negoziati in corso tra Messico e Stati Uniti, per aggiornare le regole del NAFTA (North American Free Trade Agreement), paiono orientati a disattendere le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per combattere il crescente dilagare di obesità, sovrappeso e malattie correlate:
– la delegazione USA mira infatti a proibire gli avvertimenti sul fronte delle etichette del cibo spazzatura, già adottati in Cile ed Ecuador – e proposti in Canada, Perù, Uruguay, Brasile e Messico – per comunicare ai consumatori gli eccessi in zuccheri, grassi saturi e sale,
– la delegazione del Messico, a sua volta, subisce le influenze di un consulente privato che a suo tempo (1994) guidò i negoziati per l’adesione messicana al NAFTA e ha poi diretto ConMéxico, la lobby di Big Food che ha combattuto le politiche locali di prevenzione dell’obesità.
Cibo-spazzatura e politiche di prevenzione delle malattie non trasmissibili
I warning sulle etichette dei cibi HFSS (High Fats, Sugars and Sodium) – che Big Food vorrebbe vietare in tutta l’area NAFTA – hanno la stessa funzione dei c.d. semafori in etichetta.
Vale a dire, comunicare al consumatore, nel modo più semplice, che un alimento ha tenori elevati di sostanze – quali zuccheri, grassi saturi e sale – il cui apporto eccessivo è causa di malattie,
– in linea con le raccomandazioni di OMS, UNICEF, FAO e altre organizzazioni, oltreché delle accademie internazionali,
– quale misura necessaria ed efficace per affrontare l’epidemia in corso di malattie non trasmissibili – NCDs, Non Communicable Diseases – causate da diete squilibrate e stili di vita insalubri.
La soda tax è un’altra misura indispensabile. In Centro America, ove tali bevande sono più disponibili e accessibili dell’acqua stessa, come nell’Italia afflitta dal diabete.
La politica a servizio degli interessi privati
Big Food – vale a dire, le 10 grandi sorelle del cibo a cui si aggiunge Ferrero (1) – insiste invece nel proporre il sistema delle GDAs, (2) cioè i soli numeri relativi alle porzioni dei cibi.
La galassia di lobby che ovunque rappresenta le grandi sorelle del cibo – da ConMéxico (3) a GMA (Grocery Manufacturers of America), fino a Food Drink Europe – persegue dunque la priorità di impedire notizie efficaci e obiettive (basate su 100 g/ml di prodotto) sulle caratteristiche nutrizionali degli alimenti. Oltreché la tassazione di scopo, ovviamente.
Big Food conduce poi una battaglia più ampia, contro ogni possibilità per le imprese virtuose di valorizzare l’assenza di ingredienti avversati dai consumatori – come olio di palma e OGM – nonché l’origine delle materie prime. Con il sostegno di politicanti locali, quali il forzista di Alba Alberto Cirio che si batte a favore del grasso tropicale e dei cibi transgenici. E di governi, come USA e Canada che hanno dichiarato battaglia alle normative europee sull’origine obbligatoria in etichetta.
NAFTA, CETA e salute
Come denuncia l’associazione messicana El Poder del Consumidor,
‘L’intenzione di stabilire nella rinegoziazione dell’accordo commerciale nordamericano il divieto di istituire un’avvertenza circa i tenori elevati di zuccheri, sodio e grassi saturi – sul fronte delle etichette di alimenti e bevande – supera i limiti di un accordo commerciale, violando il diritto alla salute. (…) Questa proposta non solo va contro la Costituzione messicana (…) ma contravviene anche ai trattati internazionali sui diritti umani e alla giurisprudenza negli accordi commerciali che hanno sempre riconosciuto il primato del diritto alla salute sui diritti commerciali.’
Dal NAFTA al CETA, il passo è breve. Tenendo a mente che l’Europa e gli Stati membri hanno espressamente abnegato la loro sovranità normativa in favore degli interessi privati. Al punto che gli investitori possono agire in giudizio nei confronti dell’Unione europea e dei singoli governi nazionali che osino ‘disturbare’ i loro interessi. (4) Sia pure, in nome della salute pubblica.
Dario Dongo
Note
(1) Il colosso di Alba ha acquisito l’area dolciaria (confectionery) di Nestlé USA, a gennaio 2018, per 2,8 miliardi di US$. V. https://www.reuters.com/article/us-nestle-m-a-ferrero/health-conscious-nestle-sells-u-s-candy-to-ferrero-for-2-8-billion-idUSKBN1F5268
(2) Il sistema delle GDAs, Guideline Daily Amounts, è stato recepito dal legislatore europeo – nel reg. UE 1169/11, con il nome di Reference Intakes,Assunzioni di Riferimento – per esprimere sul fronte etichetta i valori nutrizionali relativi a una porzione di prodotto. Sia in termini assoluti (es. 100 kcal), sia in rapporto a un ipotetico fabbisogno giornaliero medio raccomandato (es. 5%, rispetto a 2000 kcal / die)
(3) ConMéxico ha addirittura protestato contro le regole volte a garantire l’offerta esclusiva di cibi e bevande sani ai bambini nelle scuole (!)
(4) Investment Court System

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.