Il frutto di melograno spaccato, spesso scartato come rifiuto, è sorprendentemente più ricco di antociani in confronto al frutto integro. L’evidenza emerge da un recente studio (Fraschetti et al., 2023) pubblicato su Food. (1)
Melograno, un frutto dalle tante virtù
Ogni parte del melograno (Punica granatum) – bucce, arilli e semi – possiede un fitocomplesso specifico, ricco di composti antiossidanti e antiradicalici.
Tra questi, la punicalagina e l’acido ellagico, molto studiati per i loro numerosi effetti benefici sulla salute umana (induzione dell’apoptosi nelle cellule tumorali, down-regulation dei fattori proinfiammatori, attività antidiabetica, cardioprotezione, prevenzione delle malattie croniche).
Nessuno scarto
Gli arilli di melograno (la polpa dei chicchi rossi) presentano un contenuto molto elevato di ellagitannini, principalmente punicalagine.
Le bucce contengono ellagitannini in misura molto superiore agli arilli (fino a quattro o cinque volte), con un più marcato contenuto di acido ellagico.
I semi (la parte dura dei chicchi rossi) rappresentano invece un’ottima fonte di isomeri coniugati dell’acido linolenico, di cui l’acido punicico è il più rappresentato. Anche in questo caso abbondano le evidenze di benefici per la salute, in termini di effetti sulla regolazione del metabolismo lipidico e sull’attività anti-obesità (oltre alle già citate attività antiossidanti, antinfiammatorie, immunomodulatorie, antiproliferative e anticancerogene).
Il 65% del raccolto a rischio scarto
L’albero di melograno si adatta bene a diverse condizioni climatiche, incluse quelle aride. Tuttavia, per ragioni diverse, nelle varie fasi di maturazione i suoi frutti tendono facilmente a spaccarsi. E si stima che la spaccatura dei frutti determini la perdita del 65% del raccolto, a fronte dell’esigenza commerciale di vendere i soli frutti integri.
Il plus del frutto spaccato di melograno
I ricercatori hanno però dimostrato che il frutto di melograno spaccato è caratterizzato da un profilo chimico migliore, in confronto al frutto intero.
Le analisi sui frutti interi e spaccati della popolare cultivar ‘Dente di Cavallo’ – confrontati anche con due succhi di melograno commerciali (Salus Melagrana e La Marianna), ottenuti dalla stessa cultivar – hanno rivelato nei frutti spaccati un contenuto di antociani decisamente superiore (+60%) rispetto al frutto intero.
‘Con risultati molto interessanti in termini di inibizione dell’α-glucosidasi’ (utile al controllo della glicemia nel sangue), spiegano gli autori dello studio.
Da scarto a superfood
Per impedire che i preziosi frutti spaccati di melograno diventino rifiuto, i ricercatori indicano una via favorita, la vendita a km zero o filiera corta.
I frutti spaccati possono altresì venire utilizzati nella produzione di succo. A condizione che il percorso dal campo all’impianto di spremitura sia abbastanza rapido da ovviare alla maggiore suscettibilità di tali frutti a fermentazioni e contaminazioni microbiche che possono alterarne le caratteristiche organolettiche.
Marta Strinati
Note
(1) Fraschetti C, Goci E, Nicolescu A, Cairone F, Carradori S, Filippi A, Palmieri V, Mocan A, Cesa S. (2023). Pomegranate Fruit Cracking during Maturation: From Waste to Valuable Fruits. Foods. 2023 May 6;12(9):1908. doi: 10.3390/foods12091908. PMID: 37174445; PMCID: PMC10178262.
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".