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La vitamina D entra nel protocollo di cure anti Covid-19

L’integrazione di vitamina D entra nel protocollo di cure domiciliari per i pazienti affetti da Covid-19 residenti in Piemonte. Trova così applicazione concreta l’ipotesi emersa in letteratura scientifica che livelli sierici adeguati di 25-idrossivitamina D [25 (OH) D] siano utili a prevenire e trattare l’infezione da virus che ha scatenato la pandemia da SARS-CoV-2 ancora in corso.

Vitamina D nel protocollo Covid-19

L’appello a inserire la vitamina D nella terapia e prevenzione di Covid-19 è stato rivolto alle istituzioni sanitarie e alla comunità scientifica poco più di tre mesi fa. La richiesta è stata veicolata con una lettera aperta, sottoscritta da 61 professionisti della sanità italiana (il Gruppo dei 61).

Capofila i due medici dell’Accademia di Medicina di Torino, Giancarlo Isaia ed Enzo Medico, rispettivamente professori di geriatria e istologia, che per primi, a marzo 2020, hanno intuito e descritto in un documento il possibile ruolo benefico della vitamina D nella prevenzione e trattamento delle infezioni. (1)

I benefici della vitamina D

L’utilità della vitamina D contro il Covid-19, come documentato da Isaia e Medico, si manifesta in una protezione dal contagio e in un decorso della patologia meno grave e con ridotta mortalità, tra gli individui infettati.

La tesi è confermata da diverse centinaia di studi scientifici, come ricordato nella citata Lettera aperta del Gruppo dei 61. E appena ribadita dal lavoro condotto da un team del policlinico universitario Tor Vergata di Roma, pubblicato sul Journal of The American College of Nutrition. (2)

Il Protocollo del Piemonte

Alla luce di tante evidenze, la Regione Piemonte ha inserito tra i provvedimenti terapeutici consigliati per il trattamento dei malati di Covid-19 la supplementazione di vitamina D. Precisando che nei singoli casi la prescrizione si configurerebbe come uso off label, vale a dire non previsto tra le indicazioni del farmaco.

‘Benché la supplementazione vitaminica D sia già parte dell’opera medica, in particolare nelle fasce più spesso in carenza, la segnalazione in merito si giustifica per alcuni rilievi clinico-scientifici a proposito della carenza vitaminica D misurata nei pazienti affetti da COVID-19, specie se anziani, e nei quali veniva circostanzialmente valorizzata l’opportunità di correggerne i livelli attraverso la supplementazione’. (3)

L’ostilità del ministero della Salute

Indifferente alle evidenze citate, condivise anche dai ricercatori di ISS, Istituto superiore di sanità, il governo italiano conferma l’ostilità alla integrazione di vitamina D. (4)

Nel sito web del ministero della Salute l’utilità della vitamina D ancora figura tra le fake news su Covid-19. (5) Mentre rimane in vigore la nota 96/19 di Aifa, Agenzia italiana del farmaco, che – come abbiamo visto – da fine 2019 nega la copertura del SSN alla prescrizione di vitamina D per persone con livelli sierici non inferiori a 20 ng/mL.

Il prezzo del risparmio

Al di là delle promettenti correlazioni in chiave anti Covid, la vitamina D è essenziale al mantenimento della salute di ossa e muscoli. La principale fonte è l’esposizione diretta alla luce solare per 10-15 minuti al giorno (senza creme di protezione). Una ‘dose’ drasticamente ridotta dalla prolungata clausura all’interno delle abitazioni imposta alla popolazione dalle misure anti contagio.

Non a caso, il governo scozzese sta distribuendo gratuitamente integratori di vitamina D. Per evitare, quanto meno, di accogliere nei reparti Covid pazienti in gravi condizioni con livelli di vitamina D ridotti a 4 (quattro) ng/mL, come documenta il citato studio dei ricercatori di Tor Vergata.

Approfondimenti

Approfondimenti sulle correlazioni tra dieta, sistema immunitario, infiammazioni e infezioni virali sono disponibili sul primo volume della trilogia ‘Covid-19, l’ABC’ su https://www.greatitalianfoodtrade.it/covid-19-abc-volume-i-persone_1

Marta Strinati

Note

1) Giancarlo Isaia ed Enzo Medico, Possibile ruolo preventivo e terapeutico della vitamina D nella gestione della pandemia da COVID-19. Università di Torino, documento 25.3.20 https://www.unitonews.it/storage/2515/8522/3585/Ipovitaminosi_D_e_Coronavirus_25_marzo_2020.pdf

2) Infante M, Buoso A, Pieri M, Lupisella S, Nuccetelli M, Bernardini S, Fabbri A, Iannetta M, Andreoni M, Colizzi V, Morello M. Low Vitamin D Status at Admission as a Risk Factor for Poor Survival in Hospitalized Patients With COVID-19: An Italian Retrospective Study. J Am Coll Nutr. 2021 Feb 18:1-16. Epub ahead of print. https://doi.org/10.1080/07315724.2021.1877580

3) Protocollo per la presa in carico dei pazienti covid a domicilio da parte delle unità speciali di continuità assistenziale, dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta: revisione. Versione 4 marzo 2021. Dipartimento interaziendale funzionale a valenza regionale ‘malattie ed emergenze infettive’. V. ALLEGATO

4) V. https://www.iss.it/coronavirus/-/asset_publisher/1SRKHcCJJQ7E/content/covid-19-la-vitamina-d-potrebbe-cooperare-con-l-interferone-nella-risposta-antivirale

5) V. http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/archivioFakeNewsNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&tagId=1314

6) V. il sito del governo scozzese https://www.gov.scot/publications/coronavirus-covid-19-vitamin-d-take-up-by-the-shielding-group/

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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