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Keto diet e very low carb diet, l’ABC

La dieta chetogenica (keto diet) e la very low carb diet (VLCD) sono ampiamente descritte nei libri e sul web. La narrazione è tuttavia dominata da promesse di perdite di peso miracolistiche, senza considerare i rischi delle diete fai-da-te.

Proviamo perciò a chiarire i meccanismi alla base di queste diete, che sono rivolte sia alle persone sovrappeso e obese, sia ai casi di epilessia refrattaria ai farmaci, con diverse modalità. L’ABC a seguire.

1) Keto diet, la via dell’acidosi

La keto diet, o dieta chetogenica, induce uno stato metabolico di acidosi non patologica bensì programmata e indotta tramite l’eliminazione quasi totale dei carboidrati.

Questa condizione stimola l’utilizzo del glucosio necessario all’organismo, presente negli adipociti, come glicerolo. Assieme agli acidi grassi.

In pratica, l’organismo utilizza il grasso immagazzinato nei tessuti adiposi, spesso in eccesso (1,2), per adempiere ai propri fabbisogni.

2) Sovrappeso e obesità, epilessia refrattaria ai farmaci

Il meccanismo sopra accennato vale per gli individui in sovrappeso e obesi. Oltreché nei casi di diabete, dislipidemia, ipertensione, squilibri endocrini.

I soggetti con epilessia refrattaria ai farmaci escludono invece i carboidrati dalla loro dieta per metabolizzare i corpi chetonici indispensabili al loro sistema nervoso centrale. (3)

Le diete in esame, ora così diffuse da avere stimolato anche la produzione di apposite App, nascono proprio dai protocolli di cura dei casi di epilessia sopra descritti.

3) Keto diet e very low carb diet 

Si distinguono due modelli dietetici:

  • keto diet, volta a stimolare l’acidosi (v. par. 1) oltreché a curare i soggetti con epilessie refrattarie ai farmaci (v. par. 2). Essa non prevede di per sé una riduzione dell’apporto energetico giornaliero (kcal/die),
  • very low carb diet, VLCD, cioè la dieta a bassissimo contenuto di carboidrati, per il sovrappeso e l’obesità. In questo caso, l’apporto di energia viene ridotto e i nutrienti ripartiti come segue, nelle diverse fasi del trattamento.

3.1) Fase ‘di attacco’

La prima fase, o ‘fase di attacco’, dura almeno 4 settimane (in relazione al programma individuale di perdita del peso) e prevede:

  • 1-1,5 g di proteine per kg di peso corporeo,
  • eliminazione di carboidrati e zuccheri,
  • integrazione dell’apporto energetico con i lipidi. (4)

È possibile sostituire i pasti con alimenti progettati come pasti sostitutivi per la dieta keto.

L’integrazione alimentare suggerita comprende Omega 3, citrato di potassio (2 bustine, alle 8 e alle 20), un integratore multivitaminico e multiminerale (utile anche al sistema immunitario, come si è visto. (5)

3.2) Fase ‘integrata’

La seconda fase, o ‘fase integrata’, dura 8-12 settimane. La dieta si basa in genere su un pasto proteico e alcuni pasti sostitutivi (fino a 4-6, per gli uomini, 2-3 per le donne), come nella prima fase. Con l’aggiunta però di un apporto moderato di carboidrati (25-30 g/die).

I chetoni urinari vengono misurati ogni 3 giorni (con strisce di misurazione della chetonuria). Si raccomandano un video consulto ogni 15 giorni e una visita al mese.

3) Fase ‘di transizione’

La terza fase, ‘di transizione’, ha inizio dopo la perdita di almeno il 10% del peso iniziale (in relazione al programma di dimagrimento). L’attività fisica viene introdotta a pieno regime, la chetosi viene gradualmente eliminata. Il regime dietetico prevede un apporto di circa 1200 kcal/die con non più di due pasti sostitutivi (a colazione e merenda).

La reintroduzione graduale di carboidrati avviene mediante apporti di frutta e latticini, seguiti da legumi e semi oleosi.

Da ultimo si inseriscono 30/40 g di pane, infine pasta e patate.

4) Il mantenimento

Il mantenimento prevede un apporto giornaliero di carboidrati (es. pane, pasta) non superiore ai 60-80 g, con proteine da diverse fonti (es. 150 grammi di pesce, 120 grammi di carne, 2 uova). L’integrazione alimentare prosegue.

L’equilibrio alimentare contempla un apporto di proteine (25%) lipidi (30%) e carboidrati, con attenzione a non superare il 10% di zuccheri semplici.

5) Pro e contro

La buona notizia è che questo tipo di dieta è efficace, come confermato anche dal Ministero della Sanità, (4) poiché riduce il senso di fame e consente un rapido calo ponderale. Lo stato di chetosi non è pericoloso, trattasi di acidosi e non iperacidosi patologica

Nondimeno, bisogna tenere conto che:

  • le variazioni del metabolismo non sono continue né permanenti,
  • il mantenimento richiede costanza ed equilibrio, non sempre facili da preservare nel tempo,
  • è perciò prevedibile la necessità di ricorrere periodicamente a nuovi piani di dieta a bassissimo contenuto in carboidrati.

6) I benefici, oltre la perdita di peso

Una dieta ad apporto ridotto di carboidrati – e soprattutto di zuccheri aggiunti, il cui apporto deve venire ridotto al minimo indispensabile, anche secondo EFSA (5) può contribuire a ridurre:

  • la glicemia,
  • la resistenza dell’insulina,
  • la trasformazione dei glucidi in eccesso in trigliceridi,
  • il livello di infiammazione e di conseguenza il comparire o l’aggravarsi di situazioni patologiche come il diabete, l’arteriosclerosi, il cancro, l’alzheimer, la sarcopenia causa negli anziani e nei pazienti fragili del decadere delle condizioni di salute.

Si spera dunque in una maggiore consapevolezza di quanto e cosa introduciamo nel nostro corpo.

7) Cibo e salute

La possibilità di modulare il DNA (azione epigenetica) attraverso la nutracetica consente anche di modificare l’ereditarietà per patologie finora ritenute trasmessibili per via ereditaria. L’attenzione alla qualità nutrizionale dei cibi, non solo alle calorie (kcal) che essi contengono, è quindi essenziale a mantenere uno stato di salute migliore possibile.

Imparare a leggere le etichette nutrizionali, scegliere alimenti con profili alimentari equilibrati, riconoscere il valore degli alimenti biologici e sostenibili ci rende parte attiva in un percorso di evoluzione dell’offerta alimentare. Anche dal punto di vista socio-ambientale (es. filiera corta, rispetto dei diritti dei lavoratori e degli agricoltori, benessere animale).

Conclusioni

Un protocollo mutuato da una condizione di estremo stress neurologico come l’epilessia refrattaria ai farmaci, nella quale l’adozione di un regime dietetico è conditio sine qua non per una sopravvivenza sostenibile, può rappresentare una soluzione accettabile anche per le persone sovrappeso e obese.

I rischi di malattie gravi e croniche, nelle persone obese e sovrappeso che seguano diete squilibrate, non devono venire sottovalutati in una prospettiva di medio-lungo termine, e una dieta pur impegnativa è sempre preferibile alle terapie che potrebbero conseguire alla comparsa dei c.d. NCDs, Non-Communicable Diseases.

Adele Fantoni

Note

(1) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Italia, sovrappeso e obesità in adulti e anziani. Gli studi ISS. GIFT (Great Italian Food Trade). 8.1.22

(2) Dario Dongo. Obesità, obesità infantile e marketing. Rapporto WHO Europe 2022. GIFT (Great Italian Food Trade). 16.6.22

(3) Le persone con epilessia refrattaria ai farmaci hanno un deficit enzimatico legato al vettore che trasporta lo zucchero al cervello. L’esclusione dei carboidrati dalla loro dieta ha una funzione terapeutica, poiché solo così è possibile metabolizzare i corpi chetogenici che si sostituiscono allo zucchero per apportare energia al sistema nervoso centrale. Non è prevista, in questi casi, la riduzione dell’apporto energetico (kcal)

(4) Un grammo di proteine come un grammo di carboidrati apporta 4 kcalorie, un grammo di lipidi 9 kcalorie

(5) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Over-55, rafforzare il sistema immunitario con integratori di vitamine e minerali. Studio. GIFT (Great Italian Food Trade). 23.8.20

(6) Marta Strinati. Dieta iperproteica e dieta chetogenica, pregi e limiti. GIFT (Great Italian Food Trade). 5.12.21

Bibliografia

Corso di aggiornamento “Applicazione clinica della terapia chetogenica: corso teorico-pratico” V edizione alla dieta chetogenica classica al semi-digiuno chetogenico. Pavia, 22-24.6.22

Tozzi R, et al. (2022). Ketone Bodies and SIRT1, Synergic Epigenetic Regulators for Metabolic Health: A Narrative Review. Nutrientshttps://doi.org/10.3390/nu14153145

Dąbek A, et al. (2020). Modulation of Cellular Biochemistry, Epigenetics and Metabolomics by Ketone Bodies. Implications of the Ketogenic Diet in the Physiology of the Organism and Pathological States. Nutrients. doi: 10.3390/nu12030788. PMID: 32192146; PMCID: PMC7146425

Ruan HB, et al. (2018). Ketone bodies as epigenetic modifiers. Curr Opin Clin Nutr Metab Care.  doi: 10.1097/MCO.0000000000000475. PMID: 29697540

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