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I dolcificanti artificiali aumentano il rischio cardiovascolare

Il consumo di dolcificanti artificiali è associato a un aumento del rischio di malattia cardiovascolare e cerebrovascolare. La correlazione, già emersa in letteratura scientifica, è confermata da uno studio francese. (1)

Dolcificanti artificiali e rischi cardiovascolari

I ricercatori hanno selezionato 103.388 partecipanti dalla coorte NutriNet-Santé, il progetto epidemiologico avviato in Francia nel 2009 per lo studio dell’associazione tra nutrizione e salute.

Come da protocollo, i partecipanti (età media 42,2 anni, donne per il 79,8%) hanno riferito le proprie condizioni di salute (con presentazione di referti, in caso di malattie cardiovascolari) e documentato i consumi alimentari quotidiani, attraverso lo strumento di registrazione dietetica online interattiva disponibile 24 ore su 24.

Al termine dell’osservazione (5 ottobre 2021), i ricercatori hanno diviso i partecipanti in tre categorie di consumo di dolcificanti artificiali (zero, entro la media, più elevato) e hanno rilevato la rispettiva incidenza di malattia cardiovascolare.

80 mg al giorno di edulcoranti

Al netto dei partecipanti deceduti (0,94%) o volontariamente usciti dallo studio (9,4%), il 37,1% del campione ha consumato edulcoranti artificiali, provenienti per circa metà da bibite analcoliche e per il resto da alimenti e dolcificanti da tavola.

Le molecole più consumate sono risultate

  • aspartame, E 951 (58% dei casi),
  • acesulfame potassico, E 950 (29%)
  • sucralosio, E 955 (10%).

Il restante 3% era costituito da ciclammati (E 952), saccarina (E 954), taumatina (E957), neoesperidina diidrocalcone ( E959), glicosidi steviolici (E960) e sale di aspartame-acesulfame potassico (E962).

Il consumo medio procapite è stato di 42,46 mg/giorno, modulato in

  • 7,46 mg/giorno tra i consumatori occasionali,
  • 77,62 mg/giorno tra i forti consumatori.

Il raggiungimento di una dose giornaliera che sfiora gli 80 grammi di molecole sintetiche dolcificanti può sembrare eccezionale. Eppure, colmarla è facile, consumando spesso gli alimenti confezionati ‘senza zuccheri aggiunti’, ma con edulcoranti di sintesi. Questi additivi alimentari sono largamente diffusi negli alimenti ultra-elaborati, come bevande analcoliche, snack, piatti pronti, latticini (come abbiamo visto per gli yogurt iperproteici).

Zucchero vs aspartame e Co.

I timori di consumare troppo zucchero sono fondati. È certa la conseguenza di sviluppare carie e malattie metaboliche. Per questo, EFSA invita a consumarne il meno possibile. (2) E l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di contenerne il consumo entro il 5% dell’apporto energetico giornaliero. (3) Vale a dire 100 kcal in una dieta standard per adulti sani di 2.000 kcal, pari a circa 6 cucchiaini di zucchero. Una soglia facilmente superata persino da chi ne aggiunge al caffè.

Sostituire lo zucchero con gli edulcoranti di sintesi, tuttavia, non è la soluzione ideale.

‘I nostri risultati non suggeriscono alcun beneficio dalla sostituzione dei dolcificanti artificiali con lo zucchero sugli esiti CVD (malattie cardiovascolari, ndr)’, affermano gli autori dello studio.

Il risultato dello studio

In un follow-up di nove anni, l’assunzione di dolcificanti artificiali è stata associata a un aumento del 9% del rischio di malattia cardiovascolare e cerebrovascolare.

In particolare,

  • l’aspartame (E 951) era associato ad un aumentato rischio di eventi cerebrovascolari,
  • acesulfame potassio (E 950) e sucralosio (E 955) erano associati a un aumentato rischio di malattia coronarica.

Complessivamente si sono verificati 1.502 eventi cardiovascolari (all’età media 62,7 anni) tra cui

  • 730 eventi di malattia coronarica (143 infarto miocardico, 75 sindrome coronarica acuta , 477 eventi di angioplastica e 277 eventi di angina pectoris),
  • 777 eventi di malattia cerebrovascolare (203 ictus e 598 eventi ischemici transitori).

L’incidenza di questi eventi era superiore tra i forti consumatori di edulcoranti: 346 casi per 100.000 anni-persona, contro i 314 di coloro che non li utilizzavano.

Identikit del forte consumatore di edulcoranti di sintesi

Lo studio rivela anche il profilo-tipo del forte consumatore (francese) di dolcificanti di sintesi:

– tendenzialmente giovane,

– con indice di massa corporea più elevato

– fumatore,

– meno attivo fisicamente

– a dieta dimagrante, con un apporto energetico totale inferiore e un minore apporto di alcol, lipidi (saturi e polinsaturi), fibre, carboidrati, frutta e verdura e un apporto maggiore di sodio, carne rossa e lavorata, latticini e bevande senza zuccheri aggiunti.

La tesi che questo profilo sia più soggetto a rischio cardiovascolare, a prescindere dagli edulcoranti, è stata affrontata nello studio. E così risolta: ‘Abbiamo escluso gli eventi CVD (malattie cardiovascolari, ndr) verificatisi durante i primi due anni di follow-up e abbiamo anche testato modelli aggiustati per indice di massa corporea al basale, dieta dimagrante e variazione di peso durante il follow-up , che non ha modificato sostanzialmente i risultati’.

Marta Strinati

Note

(1) Debras C, Chazelas E, Sellem L, Porcher R, Druesne-Pecollo N, Esseddik Y et al. Artificial sweeteners and risk of cardiovascular diseases: results from the prospective NutriNet-Santé cohort BMJ 2022; 378 :e071204 doi:10.1136/bmj-2022-071204

(2) Marta Strinati. Il ruolo nocivo degli zuccheri nella dieta, parere EFSA. GIFT (Great Italian Food Trade). 1.3.22

(3) Guideline: sugars intake for adults and children. WHO (World Health Organization). 4.3.15 https://www.who.int/publications/i/item/9789241549028

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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