Una recente revisione della letteratura scientifica pubblicata su Nutrition Reviews (Jiang et al., 2024) esamina le correlazioni tra l’assunzione di cibo biologico e la salute. (1)
1) Meno pesticidi e più nutrienti
La bibliografia scientifica ampiamente dimostra che gli alimenti biologici si distinguono da quelli ‘convenzionali’ (non bio) sotto due principali aspetti di rilievo per la salute dei consumatori:
– livelli inferiori di residui di pesticidi, erbicidi, fungicidi e altre sostanze chimiche impiegate in agricoltura. Oltreché di antibiotici; (2,3)
– maggiori quantità di composti bioattivi e nutrienti benefici. Più acidi grassi benefici nel latte, (4,5) maggiori concentrazioni di antiossidanti nelle colture, (6) più grassi ‘buoni’ nei prodotti lattiero-caseari e nelle carni (7,8).
2) Dieta bio, i benefici accertati per la salute
I ricercatori delle Università di Guangzhou e Pechino (Jiang et al., 2024) hanno esaminato 50 studi scientifici, selezionati tra oltre 1.300, sulle correlazioni tra dieta bio e salute. Sottolineando come i vantaggi per la salute di una dieta bio siano più evidenti in alcuni di questi studi.
2.1) Ridotta esposizione a sostanze chimiche tossiche
I benefici della dieta bio in termini di minori residui di pesticidi (e loro metaboliti) nelle urine sono manifesti. Alcuni esempi a seguire, tra i 16 studi esaminati:
– uno studio su bambini statunitensi di 3-11 anni (Lu et al., 2006) mostra come il consumo di frutta, verdura e cereali bio abbia ridotto a livelli non rilevabili la presenza, nei loro organismi, di un marcatore dello stress ossidativo (MDA, malondialdehyde) e di un altro indicatore di pesticidi organofosforici (TCPY, 3,5,6-trichloro-2-pyridinol). Tali valori sono tornati ad aumentare al ritorno alla dieta con alimenti ‘convenzionali’;
– un altro studio dello stesso gruppo di ricerca (Lu et al., 2008) ha confermato la ridotta esposizione al clorpirifos – insetticida nocivo allo sviluppo del cervello, come si è visto (9) – negli stessi bambini, grazie proprio alla dieta bio;
– lo stesso fenomeno si è osservato in alcuni studi su donne incinte (Curl et al., 2019; Hyland et al., 2019). Anche il glifosato e il suo metabolita AMPA sono diminuiti in misura drastica (-70,93% e -76,71%, rispettivamente) nelle urine dei 16 membri di quattro famiglie alimentate con cibo biologico (Fagan et al., 2020), come pure avevamo riferito. (10)
2.2) Più sostanze antiossidanti
22 pubblicazioni (delle 50 selezionate nella scientific review) hanno indagato l’effetto dell’assunzione di cibo biologico su biomarcatori diversi da quelli che indicano l’esposizione ai pesticidi.
I benefici sono giudicati dagli autori dello studio come evidenti nel solo caso dei fenoli, sostanze antiossidanti con proprietà antimicrobiche, antifungine e antinfiammatorie come si è visto. (11)
Ulteriori studi sono invece richiesti per valutare la funzione di una dieta bio sugli acidi grassi del latte umano, la concentrazione di metalli tossici e carotenoidi, i parametri sierici e lo stato antiossidante totale.
2.3) Meno obesità e varie altre malattie
Le correlazioni complessive tra consumo di cibo biologico e ‘malattie e cambiamenti funzionali’ oppure ‘BMI o obesità’ sono state studiate in 17 pubblicazioni e considerate ‘benefiche’ dagli autori della review.
Le evidenze riguardano
– obesità/BMI (Body Mass Index). Quattro studi convergono sulla conclusione che un maggiore consumo di cibo biologico è associato a un BMI inferiore o a un rischio ridotto di obesità;
– donne incinte. Cinque studi concludono che la dieta bio è associata alla riduzione dei casi di gestosi nella madre e di ipospadia (anomalia dell’uretra) nel neonato;
– allergia. Kummeling et al. (2008) concludono che nutrire i neonati con latticini biologici protegge dal rischio di eczema nei primi 2 anni di vita. Tuttavia, un altro studio (Cheng Q, Liu QQ, Li K, et al., 2022) rileva che i bambini nutriti frequentemente con cibo biologico hanno maggiori probabilità di avere un’allergia alimentare;
– cambiamento funzionale riproduttivo e malattia. Negli uomini che seguono una dieta bio si evidenzia maggiore concentrazione di sperma, ridotta prevalenza di disturbi riproduttivi, maggiore incidenza di criptorchidismo (testicoli ritenuti) (Juhler RK, Larsen SB, Meyer O, et al., 1999). Uno studio di coorte (Huynh LM, Liang K, Osman MM, et al., 2020) condotto su uomini anziani riporta che seguire una dieta biologica riduce di circa 1,8 volte la probabilità di avere disfunzione erettile;
– cancro. Lo studio di coorte francese NutriNet-Santé evidenzia (Baudry J, Assmann KE, Touvier M, et al., 2018) che un maggiore consumo di cibo biologico è inversamente associato al rischio complessivo di cancro nella popolazione francese. Un’associazione benefica di cibo biologico con linfoma non-Hodgkin è stata osservata nelle donne britanniche (Bradbury KE, Balkwill A, Spencer EA, et al., 2014).
3) Proteggere bambini e anziani con la dieta bio
‘Una dieta alimentare biologica può essere benefica per persone di tutte le età. Tuttavia, dati gli stati fisiologici speciali dei bambini e degli anziani e l’elevato costo del cibo biologico, potrebbe essere più conveniente indagare gli effetti sulla salute di una dieta biologica tra queste popolazioni speciali.
Inoltre, la maggior parte degli studi inclusi è stata condotta in Paesi economicamente avanzati, con solo 2 condotti in Brasile. Data l’attuale crescente consapevolezza ambientale dei consumatori, varrebbe la pena avviare studi sugli effetti sulla salute delle diete biologiche nei paesi in via di sviluppo’, concludono gli autori della revisione.
Marta Strinati
Note
(1) Bibo Jiang, Jinzhu Pang, Junan Li, Lijuan Mi, Dongmei Ru, Jingxi Feng, Xiaoxu Li, Ai Zhao, Li Cai, The effects of organic food on human health: a systematic review and meta-analysis of population-based studies, Nutrition Reviews, Volume 82, Issue 9, September 2024, Pages 1151–1175, https://doi.org/10.1093/nutrit/nuad124
(2) Andersen JH, Poulsen ME. Results from the monitoring of pesticide residues in fruit and vegetables on the Danish market, 1998–99. Food Addit Contam. 2001;18:906–931. doi:10.1080/02652030119410
(3) Baker BP, Benbrook CM, Groth E, et al. Pesticide residues in conventional, integrated pest management (IPM)-grown and organic foods: insights from three US data sets. Food Addit Contam. 2002;19:427–446. doi:10.1080/02652030110113799
(4) Butler G, Stergiadis S, Seal C, et al. Fat composition of organic and conventional retail milk in northeast England. J Dairy Sci. 2011;94:24–36. doi:10.3168/jds.2010-3331
(5) Butler G, Nielsen JH, Slots T, et al. Fatty acid and fat‐soluble antioxidant concentrations in milk from high‐ and low‐input conventional and organic systems: seasonal variation. J Sci Food Agric. 2008;88:1431–1441. doi:10.1002/jsfa.3235
(6) Barański, M.; Średnicka-Tober, D.; Volakakis, N.; Seal, C.; Sanderson, R.; Stewart, GB; Benbrook, C.; Biavati, B.; Markellou, E.; Giotis, C.; et al. Concentrazioni più elevate di antiossidanti e più basse di cadmio e minore incidenza di residui di pesticidi nelle colture biologiche: una revisione sistematica della letteratura e meta-analisi. Br. J. Nutr. 2014 , 112, 794–811
(7) Palupi, E.; Jayanegara, A.; Ploeger, A.; Kahl, J. Comparison of nutritional quality between conventional and organic dairy products: A meta-analysis. J. Sci. Food Agric. 2012, 92, 2774–2781
(8) Srednicka-Tober, D.; Baranski, M.; Seal, C.; Sanderson, R.; Benbrook, C.; Steinshamn, H.; Gromadzka-Ostrowska, J.; Rembialkowska, E.; Skwarlo-Sonìta, K.; Eyre, M.; et al. Higher PUFA and n-3 PUFA, conjugated linoleic acid, […]-tocopherol and iron, but lower iodine and selenium concentrations in organic milk: A systematic literature review and meta- and redundancy analyses. Br. J. Nutr. 2016, 115, 1043–1060
(9) Dario Dongo, Marta Strinati. Clorpirifos, il pesticida che danneggia il cervello dei bambini. Class action in USA, deroghe in Italia. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.7.21
(10) Marta Strinati, Dario Dongo. La dieta bio libera l’organismo dal glifosato in pochi giorni. Studio scientifico. GIFT (Great Italian Food Trade). 25.8.20
(11) Salvatore Parisi, Dario Dongo. Polyphenols and natural phenolic compounds in foods, new studies. Food Times. 16.7.19
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".