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Diabete, emergenza Italia

L’incidenza del diabete in Italia è più che raddoppiata e continua a crescere. 800.000 i nuovi casi nel solo decennio 2000-2010. È quanto risulta dallo studio appena pubblicato su Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases. (1) Si delinea un’emergenza di sanità pubblica, a tutt’oggi trascurata, che richiede misure drastiche su pubblicità, etichette e tassazione di scopo.

Diabete, emergenza Italia

L’analisi è stata sviluppata a partire dalle ‘indagini multiscopo Istat: condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari’ su campioni di soggetti di età superiore a 20 anni, rappresentativi della popolazione generale italiana.

Il diabete si conferma una malattia cronica con impatto elevato per il sistema sanitario e destinato a crescere negli anni futuri.’ (2) È questa la drammatica conclusione dei ricercatori, che hanno tracciato con precisione la parabola di una vera e propria emergenza in Italia. Con grave impatto sulla qualità della vita degli individui, oltreché sui costi sociali e di sanità pubblica che ne derivano.

Lo studio mostra come la prevalenza del diabete sia aumentata, nel periodo 1980-2013:

– dal 3,3% al 7,1% (+115%) nella popolazione maschile, dal 4,7% al 6,8% (+45%) tra le donne,

– le diagnosi sono aumentate da 1,6 a 3,4 milioni.

Con una maggiore occorrenza nella popolazione con una bassa scolarità e in quella ‘anziana’ (oltre 65 anni d’età).

I numeri sono destinati a crescere negli anni a seguire, secondo i ricercatori, per effetto dell’invecchiamento della popolazione ‘ma anche per l’aumento della prevalenza di sovrappeso/obesità’. In linea con le previsioni della International Diabetes Federation (3) e con i trend internazionali.

Diabete e malattie non trasmissibili, le regole che servono

Il dato statistico è ineluttabile, il diabete è una vera e propria epidemia che già ora colpisce quasi il 6% della popolazione italiana ed è tuttora in crescita. L’incidenza del diabete di tipo 2 – che rappresenta il 90% dei casi, nello studio – è del resto legata a diete squilibrate e stili di vita insalubri. La prevenzione è cruciale, ma gli strumenti finora adottati in sinergia pubblico-privata non sono serviti neppure a mitigare il fenomeno.

Basta una lattina di Coca-Cola a superare del 20% la soglia giornaliera di zuccheri raccomandata dall’OMS a un individuo adulto. Il cibo-spazzatura manda in tilt il sistema immunitario, ma la sua pubblicità sul web e i social network non conosce limiti, a dispetto delle raccomandazioni dell’OMS.

Servono regole drasticheDivieto di ogni forma di pubblicità e promozione commerciale su alimenti che si qualificano come HFSS (High Fats, Sugar and Sodium), o junk-food. Tassazione delle bevande zuccherate, proprio come l’OMS ha suggerito (4) e soda tax.

I codici cromatici sulle etichette degli alimenti di seconda trasformazione industriale, i c.d. semafori, sia pure nella versione francese NutriScore. Per aiutare i consumatori meno edotti – proprio quelli che lo studio italiano mostra essere maggiormente esposti al diabete – a ridurre gli eccessi. Con la sola esclusione, da tutte le succitate misure, dei cibi tradizionali derivati in via diretta da materie prime agricole (es. succhi di frutta, miele, oli, latticini, carni lavorate e prodotti ittici).

È impossibile altrimenti arginare la piaga delle malattie non trasmissibili, a cui il più ampio studio mai condotto sul tema – in 195 Paesi, tra il 1995 e il 2016 (su The Lancet) – attribuisce una morte prematura su cinque. E ben più malattie, i cui costi non possono gravare solo sui singoli e sulla collettività. (5)

Dario Dongo

Note

(1) R. Gnavi, A. Migliardi, M. Maggini, G. Costa, Prevalence of and secular trends in diagnosed diabetes in Italy: 1980-2013, su Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases, https://doi.org/10.1016/j.numecd.2017.12.004

(2) La prevalenza di diabete in Italia dal 1980 al 2013, presentazione dello studio di cui sopra, su http://www.epicentro.iss.it/problemi/diabete/PrevalenzaItalia1980-2013.asp
(3) ‘
Global estimates of diabetes prevalence for 2013 and projections for 2035’, L. Guariguata, D.R. Whiting, I. Hambleton, J. Beagley, U.Linnenkamp, J.E. Shaw, su Diabetes Res Clin Practhttp://dx.doi.org/10.1016/j.diabres.2013.11.002

(4) Si veda da ultimo il documento OMS/WHO Reducing consumption of sugar-sweetened beverages to reduce the risk of unhealthy weight gain in adults, su http://www.who.int/elena/titles/ssbs_adult_weight/en/

(5) La tassazione di scopo serve appunto a ripartire sui produttori di cibo-spazzatura almeno parte dei costi sociali delle malattie da esso provocate, i c.d. NCDsNon Communicable Diseases https://ncdalliance.org/

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