HomeSaluteCoronavirus, perché eliminare o ridurre al minimo i consumi di bevande alcoliche 

Coronavirus, perché eliminare o ridurre al minimo i consumi di bevande alcoliche 

L’emergenza coronavirus è valsa ad alcuni furbetti per divulgare fake news su ipotetici benefici legati al consumo di alcol. Bisogna invece chiarire perché, in questa fase soprattutto, sia il caso di eliminare o ridurre al minimo i consumi di bevande alcoliche.

Alcol e salute, Viral Deception

Assoenologi, ‘in merito all’emergenza Covid-19 (…) dopo un confronto con importanti rappresentanti della comunità medica, rileva’ che è da escludere il rischio di trasmissione attraverso il nettare di Bacco. Come peraltro già chiarito – in relazione ad alimenti e bevande in generale – sia dal ministero della Salute, il 2.3.20, sia dall’EFSA (European Food Safety Authority), il 9.3.20.

Viral Deception. L’inganno virale proposto da Assoenologi sta nell’affermazione secondo cui ‘un consumo moderato di vino, legato al bere responsabile, può contribuire a una migliore igienizzazione del cavo orale e della faringe. Area, quest’ultima, dove si annidano i virus nel corso delle infezioni.’ (1) Anziché cogliere l’occasione della pandemia in atto per richiamare l’attenzione dei propri associati (enologi ed enotecnici) verso le misure igieniche essenziali – distanze minime di sicurezzalavaggio frequente delle mani, sanificazione di superfici e oggetti, uso delle mascherine e altre misure previste nel Protocollo 14.3.20 (con cenno alle responsabilità dei datori di lavoro) – il presidente di Assoenologi promuove il consumo di vino quale soluzione ‘igienizzante’. È utile allora richiamare le verità nascoste.

Alcol e salute, le verità nascoste

L’associazione tra il consumo di bevande alcoliche e l’occorrenza di tumori è una delle poche certezze su cui la scienza converge ormai da decenni. Sono note le correlazioni tra il consumo di alcol e l’insorgenza del cancro nell’orofaringe, laringe, esofago, fegato, colon-retto e seno. (2) Le donne sono soggette a maggiori rischi, rispetto gli uomini, per via della ridotta capacità di metabolizzare l’alcol (dovuta a una minore espressione dei geni che codificano gli enzimi imputati alla sua degradazione). (3)

Le patologie cardiovascolari – prima causa di mortalità prematura a livello planetario (4) – sono a loro volta associate, tra l’altro, al consumo eccessivo di alcol. Il rischio è minore, ma sempre presente, anche qualora il consumo sia ‘molto moderato’. (5) Alcuni studi che sembravano mostrare una correlazione tra consumi moderati di alcol e ipotetici effetti protettivi rispetto alle malattie cardiovascolari, d’altra parte, sono stati ritenuti non confermabili. (6)

La depressione – altra malattia ad alta prevalenza su scala planetaria, spesso non diagnosticata – è altresì associata, tra le varie cause, all’assunzione di bevande alcoliche. (7) Il consumo di alcol può condurre alla depressione e/o aggravarla. Ed è spesso lo stato di depressione già in corso a dare il via a un consumo abusivo e cronico di alcol, erroneamente considerato come una forma di ‘automedicazione’. (8)

Alcol e sistema immunitario

Il sistema immunitario può venire gravemente compromesso dal consumo regolare di alcol, che contribuisce allo sviluppo di diverse patologie tra cui sepsi, malattie al fegato e al sistema respiratorio (polmonite). Andrebbe perciò evitato, soprattutto in era Covid-19. Proprio perché la compromissione del sistema immunitario, nell’indebolire le difese dell’organismo, aumenta la vulnerabilità agli agenti che determinano lo sviluppo di varie patologie. (9)

Il microbiota intestinale – che regola diverse funzioni essenziali, tra le quali anche il sistema immunitario – è a sua volta influenzato negativamente dall’alcol. Il suo afflusso altera la composizione microbica intestinale, riducendo le capacità di difesa da microrganismi patogeni che possono innescare varie malattie. Con pregiudizio, tra l’altro, all’epitelio intestinale e i leucociti (responsabili delle difese tramite anticorpi. V. nota 10).

Alcol e consumi, nozioni di base

I ricercatori dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità, o World Health Organization, WHO) considerano la dose limite di alcol pari a… zero. A qualsiasi concentrazione, effetti avversi per la salute possono infatti venire osservati. L’unico modo per escludere con certezza i problemi associati al consumo di alcol è farne a meno.

Ogni eventuale aspetto favorevole, come i polifenoli presenti nel vino, non è sufficiente a compensare i problemi associati al consumo. Le fasce di popolazione più sensibili sono i giovani, a rischio anche per possibili danni al sistema nervoso centrale, che termina il suo sviluppo a 25 anni di età. Oltre alle donne, come si è sopra accennato, e agli over-65. (11)

Gli abusi di alcol hanno rilevanza endemica, in Italia e in Europa come nel resto del pianeta, con eccezione in alcuni Paesi a maggioranza islamica. (4)

Alcol, obesità e sovrappeso

L’emergenza Covid-19 sta costringendo la gran parte dei cittadini italiani ed europei a rimanere a casa. Poiché è questa la misura più efficace di contenimento di un virus altamente contagioso che si trasmette tra esseri umani. La sedentarietà che ne consegue va tenuta in debito conto nel bilancio energetico giornaliero. Vale a dire, nel rapporto tra l’energia (kcal) assunta attraverso alimenti e bevande e quella consumata da ciascuno di noi.

Il valore energetico dell’alcol – che ancora, vergognosamente, viene occultato sulle etichette della quasi totalità delle bevande alcoliche in Europa – è pari a 7 kcal per grammo. Di poco inferiore a quello del burro (7,58 kcal/g. Fonte CREA, Tabelle di Composizione degli Alimenti, 2019), per intendersi.

Se il bilancio energetico è eccessivo, l’indice di massa corporea (BMI, Body Mass Index) tende ad aumentare, provocando o aggravando condizioni patologiche di sovrappeso e obesità già prevalenti, in Italia e in Europa come nel resto del mondo.

Obesità e sovrappeso espongono al rischio di numerose malattie gravi e non trasmissibili (Non-Communicable Diseases, NCDs), non ultima tra le quali lo sviluppo del diabete mellito. (12) Questa forma di diabete si può sviluppare anche in soggetti non obesi, pure a causa dell’esposizione all’alcol. (13)

Bevande alcoliche, una vera necessità?

La dieta mediterranea offre un prezioso modello per mantenere buona salute e peso forma (Indice di Massa Corporea, o Body-Mass Index, BMI). La sedentarietà imposta dalle misure di contenimento del coronavirus, impone perciò di ridurre l’apporto energetico giornaliero. Si può allora rivedere la nostra dieta quotidiana, eliminando (o almeno riducendo al minimo) ciò che non è indispensabile. Anzitutto gli alimenti ultraprocessati, spesso cibo spazzatura (che rappresenta oltre il 68% dei prodotti destinati ai minori, come si è visto, in Unione Europea) e l’alcol. Combinazione, le categorie di prodotti su cui il marketing irresponsabile è più aggressivo e sregolato.

L’alcol, si noti bene, è l’unica fonte energetica di cui l’organismo umano non ha bisogno. Presentando anzi una tossicità che è tra l’altro fattore di rischio  di sviluppo di diverse patologie acute e cronico-degenerative. Molte fake news in merito a ipotetici effetti positivi dell’alcol nella lotta al coronavirus sono già state smentite dalla WHO. La World Health Organization ha insistito sulla necessità di avvertire la popolazione mondiale circa gli effetti avversi del consumo di alcol e del suo contatto con la pelle (allorché impiegato, senza le diluizioni raccomandate, per disinfettare le mani e il corpo). (14)

Gli effetti nocivi sulla salute e il rischio di un’assunzione inconscia e incosciente da parte della popolazione hanno invero determinato la WHO a promuovere appositi programmi di educazione pubblica volti a ridurre il consumo dannoso di alcol a livello globale. (15) Per favorire la consapevolezza sui consumi individuali, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha messo a disposizione un questionario che permette di capire se il consumo individuale di alcol risulta essere eccessivo e potenzialmente pericoloso per la salute. (16)

Bere consapevolmente, acqua anzitutto!

Dario Dongo e Andrea Adelmo Dalla Penna

Note

(1) Coronavirus e il vino: il parere di Assoenologi, https://www.assoenologi.it/comunicato_stampa/coronavirus-e-il-vino-il-parere-di-assoenologi/. Il comunicato stampa originale, a firma del presidente Riccardo Cottarelli, 12.3.20, su https://www.newsfood.com/coronavirus-un-bicchiere-di-vino-non-ci-salva-dal-virus/

(2) IARC (2009). IARC monographs on the evaluation of carcinogenic risks to humans. Volume 100E – Personal habits and indoor combustions. Lyon: International Agency for Research on Cancer

(3) Bagnardi V. et al. (2015). Alcohol consumption and site-specific cancer risk: a comprehensive dose-response meta-analysis. Br. J. Cancer. 112(3):580–93. doi: 10.1038/bjc.2014.579

(4) WHO (2018) Global status report on alcohol and health 2018. eISBN: 9789241565639 https://www.who.int/publications-detail/global-status-report-on-alcohol-and-health-2018

(5) Leong D.P. et al. (2014). Patterns of alcohol consumption and myocardial infarction risk: observations from 52 countries in the INTERHEART case-control study. Circulation. 113(5):390–8.  doi: 10.1161/CIRCULATIONAHA.113.007627

(6) Holmes M.V. al. (2014). Association between alcohol and cardiovascular disease: Mendelian randomization analysis based on individual participant data. BMJ. 349:g4164. doi: https://doi.org/10.1136/bmj.g4164

(7) Rehm J. et al. (2017). The relationship between different dimensions of alcohol use and the burden of disease— an update. Addiction. 112(6):968–1001. doi:10.1111/add.13757

(8) Bolton J.M. et al. (2009). Self-medication of mood disorders with alcohol and drugs in the National Epidemiologic Survey on Alcohol and Related Conditions. J. Affect. Disord. 115(3):367–75. doi: 10.1016/j.jad.2008.10.003

(9) Sarkar D. et al. (2015). Alcohol and the immune system. Alcohol Res. 37(2):153–5. PMCID: PMC4590612

(10) Engen P.A. et al. (2015). The gastrointestinal microbiome: Alcohol effects on the composition of intestinal microbiota. Alcohol Res.;37(2):223-3

(11) WHO. Q&A – How can i drink alcohol safely? http://www.euro.who.int/en/health-topics/disease-prevention/alcohol-use/data-and-statistics/q-and-a-how-can-i-drink-alcohol-safely

(12) Malone J.I. et al. (2019) Does obesity cause type 2 diabetes mellitus (T2DM)? Or is it the opposite? Pediatr Diabetes. ;20(1):5-9. doi: 10.1111/pedi.12787.l

(13) Greenhouse L. et al. (1996) Alcohol-associated diabetes mellitus. A review of the impact of alcohol consumption on carbohydrate metabolism. Arch Fam Med.; 5(4):229-33. doi: 10.1001/archfami.5.4.229

(14) WHO. Harmful use of alcohol. https://www.who.int/health-topics/alcohol

(15) WHO. WHO to accelerate action to reduce the harmful use of alcohol. 28.03.2020 https://www.who.int/news-room/detail/28-03-2020-who-to-accelerate-action-to-reduce-the-harmful-use-of-alcohol 

(16) WHO. Do you drink too much? Test your own alcohol consumption with the AUDIT test. http://www.euro.who.int/en/health-topics/disease-prevention/alcohol-use/data-and-statistics/q-and-a-how-can-i-drink-alcohol-safely/do-you-drink-too-much-test-your-own-alcohol-consumption-with-the-audit-test

Andrea Adelmo Della Penna

Laureato in Tecnologie e Biotecnologie degli Alimenti, tecnologo alimentare abilitato, segue l’area di ricerca e sviluppo. Con particolare riguardo ai progetti di ricerca europei (in Horizon 2020, PRIMA) ove la divisione FARE di WIISE S.r.l. società benefit partecipa.

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