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Allergie alimentari, la promessa in un farmaco per l’asma

Un farmaco per l’asma si è dimostrato utile a ridurre il rischio di gravi reazioni in soggetti con allergie alimentari. L’evidenza emerge da uno studio (Wood, Togias et al., 2024) pubblicato sul New England Journal of Medicine. (1)

Un farmaco contro le allergie alimentari

I ricercatori hanno testato il farmaco omalizumab, indicato per il trattamento dell’asma, su 180 soggetti – 3 adulti e 177 bambini in età compresa tra uno e 17 anni – gravemente allergici alle arachidi e ad almeno altri due alimenti tra anacardi, latte, uova, noci, grano e nocciole.

L’inclusione allo studio randomizzato (farmaco contro placebo) richiedeva nei partecipanti la manifestazione di una reazione allergica a un test alimentare contenente 100 mg o meno di proteine di arachidi e 300 mg o meno di altri due allergeni.

Il risultato

Durante la sperimentazione, i partecipanti hanno ricevuto una dose di omalizumab o placebo somministrata per via sottocutanea (con la dose basata sul peso e sui livelli di IgE) ogni 2-4 settimane.

Dopo circa quattro mesi di trattamento, il 67% dei partecipanti trattati con il farmaco ha ingerito l’equivalente di due o tre noccioline senza manifestare una reazione allergica significativa, rispetto al 7% di quanti hanno invece ricevuto un placebo.

La somministrazione del farmaco ha anche aumentato la tolleranza dei partecipanti agli altri allergeni segnalati.

In soggetti di appena 1 anno di età con allergie alimentari multiple, il trattamento con omalizumab per 16 settimane è stato superiore al placebo nell’aumentare la soglia di reazione per le arachidi e altri allergeni alimentari comuni‘, spiegano i ricercatori.

L’analisi di Nature

La Food and Drug Administration (FDA) statunitense, sulla base di questi risultati, ha approvato l’omalizumab come trattamento per le allergie alimentari a partire da marzo 2024, riferisce Nature, che in un articolo commenta la scoperta. (2)

Il farmaco utilizzato nella sperimentazione (omalizumab) è un anticorpo monoclonale anti-IgE in uso da oltre vent’anni. FDA lo ha approvato (Xolair è il nome commerciale negli Stati Uniti) nel 2003 per il trattamento dell’asma nel 2003 e, successivamente, per l’orticaria cronica e i polipi nasali.

I limiti del farmaco contro le allergie alimentari

Il farmaco è considerato sicuro, privo di effetti collaterali, anche sui bambini. La sua approvazione come ‘attenuatore’ delle reazioni allergiche non è tuttavia priva di controindicazioni. Omalizumab, infatti:

– comporta un abbassamento generale delle IgE, gli anticorpi che si attivano in presenza di proteine riconosciute come minaccia. Nel caso di proteine di allergeni (arachidi etc.) scatenano però un’infiammazione non necessaria che può generare uno shock anafilattico. Da ciò, l’utilità di ‘spegnere’ la reazione immunitaria.

Omalizumab riconosce tutti i tipi di anticorpi IgE, compresi quelli che attaccano gli inquinanti atmosferici (causa dell’asma) e le proteine alimentari. Proprio per questa ampio raggio d’azione, si suppone che esso possa agire anche contro l’allergia ai pollini e l’eczema. D’altro canto, vi è il timore che l’abbassamento delle difese naturali degli anticorpi IgE possa rendere l’organismo più vulnerabile alle infezioni,

– le reazioni allergiche vengono attenuate ma non eliminate. Le persone trattate potrebbero maturare una (falsa) convinzione di avere eliminato il problema, mentre il farmaco può soltanto aumentare la quantità di allergene tollerato. Peraltro, non è chiaro se il farmaco sia in grado di ridurre la gravità della reazione allergica consumando ad esempio una manciata di noccioline,

– la molecola non funziona su tutti. Il 14% dei partecipanti allo studio trattati con omalizumab non erano ancora in grado di consumare nemmeno un frammento di arachide senza avere una reazione allergica,

– il costo del trattamento è elevato. Negli Stati Uniti servono 1.400 dollari per iniezione.

Le alternative a omalizumab

Oltre a omalizumab, FDA ha approvato nel 2020 l’unico altro trattamento disponibile contro l’allergia alle arachidi. Palforzia è una polvere proteica di arachidi indicata per i bambini allergici dai quattro anni in su. Viene somministrata in dosi crescenti per sei mesi, allo scopo di consentire al sistema immunitario di sviluppare nel tempo una tolleranza alle arachidi.

La ricerca frattanto prosegue. Altri due trattamenti sono in fase di test:

– un altro anticorpo monoclonale (dupilumab), approvato per il trattamento dell’asma e dell’eczema, viene sperimentato nelle persone con allergie alle arachidi. Il farmaco prende di mira le molecole di segnalazione, rilasciate dalle cellule immunitarie, che innescano l’infiammazione,

– un farmaco contro l’eczema (abrocitinib), che blocca alcuni tipi di percorsi di segnalazione nelle cellule immunitarie, è in via di sperimentazione per il trattamento di diversi tipi di allergie alimentari.

Altri ricercatori stanno valutando ‘più semplicemente’ se la somministrazione ai bambini di quattro mesi di piccole quantità di otto allergeni comuni come grano e crostacei possa prevenire lo sviluppo di allergie.

Marta Strinati

Note

(1) Robert A. Wood, M.D., Alkis Togias, M.D., Scott H. Sicherer, M.D., Wayne G. Shreffler, M.D., Ph.D., Edwin H. Kim, M.D., Stacie M. Jones, M.D., Donald Y.M. Leung, M.D., Ph.D., Brian P. Vickery, M.D., J. Andrew Bird, M.D., Jonathan M. Spergel, M.D., Ph.D., Ahmar Iqbal, M.D., M.B.A., Julie Olsson, M.D. Omalizumab for the Treatment of Multiple Food Allergies. New England Journal of Medicine. February 25, 2024. https://doi.org/10.1056/NEJMoa2312382

(2) Sara Reardon. ‘Breakthrough’ allergy drug: injection protects against severe food reactions. Nature. 26.2.24 https://www.nature.com/articles/d41586-024-00586-8

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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