Future Meat, la prima industria al mondo di carne coltivata in laboratorio, apre i battenti in Israele. (1) Può produrre ogni giorno 500kg di pura lab meat, pari a 5mila hamburger, senza alcuno scarto. Più o meno l’equivalente di un paio di bovini.
Il nuovo che avanza ha sede a Rehovot, sede del Weizmann Institute of Science e della facoltà di Agraria all’Università Ebraica di Gerusalemme, oltreché di Future Meat Technologies (FMT).
L’impianto può ora produrre carni artificiali di pollo, maiale e agnello, a breve anche di manzo. Con cicli di produzione che la startup indica essere circa 20 volte più veloci rispetto a quelli naturali.
Carne ‘sicura e salutare, deliziosa e a buon mercato.’ Di laboratorio però
Gli argomenti di Rom Kshuk, CEO di Future Meat Technologies, sono obiettivamente efficaci. La crisi globale di food security si esprime anzitutto nell’incapacità di distribuire proteine all’intera umanità. FMT offre una tecnologia scalabile che già oggi, attraverso la coltivazione cellulare, consente di produrre una carne:
– sicura, in quanto priva di contaminanti chimici (es. residui di antibiotici, ormoni e altri farmaci veterinari) e biologici (virus e batteri),
– sicura in quanto non derivata da OGM,
– nutritiva,
– appetibile, sotto il profilo organolettico,
– economica.
3,90 USD/kg è il prezzo che già ora può venire applicato alla carne di pollo artificiale coltivata in un impianto di piccole dimensioni. Applicando una economia di scala, ‘i prezzi continueranno a scendere e renderanno la carne coltivata accessibile in tutto il mondo’. LoL.
Carne artificiale, tecnologia sostenibile?
Le linee di cellule animali crescono per sempre senza alcuna modifica genetica. La tecnologia proprietaria di FMT vanta rendimenti 10 volte superiori allo standard industriale, grazie a un processo esclusivo di ‘ringiovanimento’ dei mezzi di coltura che consente di dimezzarne i consumi rimuovendo i prodotti di scarto. I costi di produzione, di conseguenza, sono parecchio inferiori alla media.
La sostenibilità della lab meat viene espressa in un paragone iniquo ma schiacciante, secondo cui la zootecnia tradizionale oggi assorbirebbe oltre l’80% delle terre coltivate e il 30% delle acque dolci, oltre a costituire una causa di deforestationi in America Latina. (2) Il minor impatto della carne coltivata potrebbe così rispondere alla crescente domanda di carni, legata a fattori demografici e cambi di abitudini alimentari. (3)
AltMeat, l’ABC
Le AltMeat – vale a dire i prodotti Veg presentati come alternative ready-to-eat ai consumi di carne – non sono di per sé associate ad agroecologia e produzioni bio. Esprimono piuttosto un ‘salto di specie’, mangiare non è più un ‘atto agricolo’ ma un ‘atto tecnologico’. (4) E gli alimenti che ne derivano sono spesso, infatti, cibi ultraprocessati. (5) Le tecnologie applicate alle AltMeat sono tre:
a) ‘carne’ da proteine vegetali, spesso resa ‘unica’ mediante tecniche di ingegneria genetica (come il sangue vegetale OGM di Impossible Burger),
b) carne ‘coltivata’, ove si fanno crescere le cellule anziché gli animali. Circa 75 imprese oggi se ne occupano, sul pianeta. Eat Just è stata la prima impresa a venire autorizzata alla vendita di carne coltivata di pollo, a Singapore,
c) fermentazione. Una tecnologia millenaria, usata tuttora in Asia per produrre il tempeh (semi di soia fermentati con Rhizopus oligosporus). La fermentazione di biomasse (micoproteine da funghi filamentosi) è alla base della tecnologia sviluppata da Quorn, in UK. La fermentazione di precisione, attraverso microrganismi, a sua volta permette di produrre specifiche sostanze (es. collagene).
Mercati e investimenti
Il mercato delle AltMeat, secondo un recente rapporto di Mc Kynsey, raggiungerà i 25 miliardi di dollari entro il 2039. A condizione che i costi di produzione delle carni coltivate – già calati in media del 99%, rispetto agli esordi – possano risultare competitivi con quelli delle carni autentiche. Un obiettivo prossimo, atteso che Future Meat confida di poter raggiungere i 2 US$/kg entro fine 2022.
Il Good Food Institute – organizzazione che rappresenta il settore AltMeat (alternative della carne) – stima che gli investimenti sull’innovazione legata alle proteine alternative siano aumentati del 6000% in cinque anni, da 6 milioni di US$ nel 2016 a 366 mln nel 2020. La stessa Future Meat ha raccolto 43 milioni di dollari di investimenti presso giganti del calibro di Tyson Foods, primo produttore di carni in USA, e Archer-Daniels Midland.
Regole
Investimenti e tecnologie stimolano anche, com’è ovvio, la riforma delle regole. Il grande spettacolo sul meat sounding – al Parlamento europeo, il 20.10.20 – è stata la più inimmaginabile propaganda all’illusione che le AltMeat possano prendere il posto degli allevamenti. (6) Meglio non era andata la battaglia degli allevatori USA alla finanzindustria. (7) Solo in Messico la carne finta non può venire designata come ‘carne’. (8)
La legislazione da applicare in UE a buona parte dei prodotti ‘alternativi’ è quella sui novel food (ora reg. UE 2015/2283). Vale a dire che i nuovi prodotti alimentari e ingredienti innovativi devono venire autorizzati dalla Commissione europea, in accordo con gli Stati membri riuniti nel Comitato PAFF (Plants, Animals, Food and Feed), a esito di valutazione scientifica di EFSA (European Food Safety Authority).
Niente più e niente meno di quanto richiesto per immettere sul mercato UE un alimento a base di insetti, alghe o microalghe (9,10) – a loro volta, fonti di proteine sostenibili – di cui non sussista esperienza di consumo nel Vecchio Continente anteriore al 1997.
Dario Dongo
Note
(1) Agnieszka de Sousa. Meat Grown in Israeli Bioreactors Is Coming to American Diners. Bloomberg. 23.6.21, https://www.bloomberg.com/news/articles/2021-06-23/meat-grown-in-bioreactors-is-coming-to-american-diners-next-year
(2) Dario Dongo, Susanna Cavallina. Argentina, Gran Chaco in fiamme per soia OGM e bovini da carne. #Buycott. GIFT (Great Italian Food Trade). 10.8.19, https://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/argentina-gran-chaco-in-fiamme-per-soia-ogm-e-bovini-da-carne-buycott
(3) Dario Dongo. Il mondo nel 2050, trasformazioni necessarie. GIFT (Great Italian Food Trade). 4.11.18, https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/il-mondo-nel-2050-trasformazioni-necessarie
(4) Dario Dongo, Guido Cortese. Clima e antibiotico-resistenza. La carne di laboratorio ci salverà? GIFT (Great Italian Food Trade). 9.1.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/clima-e-antibiotico-resistenza-la-carne-di-laboratorio-ci-salverà
(5) Dario Dongo, Marta Strinati. Vegetariani e vegani più esposti ai nocivi alimenti ultraprocessati. Studio scientifico. GIFT (Great Italian Food Trade). 8.8.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/salute/vegetariani-e-vegani-più-esposti-ai-nocivi-alimenti-ultraprocessati-studio-scientifico
(6) Dario Dongo. ‘Carne vegana’, meat sounding. Grande spettacolo al Parlamento europeo. GIFT (Great Italian Food Trade). 23.10.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/carne-vegana-meat-sounding-grande-spettacolo-al-parlamento-europeo
(7) Dario Dongo. Meat sounding, rivolta in USA. GIFT (Great Italian Food Trade). 7.3.18, https://www.greatitalianfoodtrade.it/etichette/meat-sounding-rivolta-in-usa
(8) Dario Dongo. Milk e Meat sounding, aggiunta di acqua alle carni. Lezioni dal Messico. GIFT (Great Italian Food Trade). 28.12.19, https://www.greatitalianfoodtrade.it/etichette/milk-e-meat-sounding-aggiunta-di-acqua-alle-carni-lezioni-dal-messico
(9) Dario Dongo, Alessandra Mei. Insetti commestibili, via libera di EFSA alle tarme della farina. GIFT (Great Italian Food Trade). 22.1.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/progresso/insetti-commestibili-via-libera-di-efsa-alle-tarme-della-farina
(10) Marta Strinati, Dario Dongo. Microalghe e insetti, la ricerca di proteine sostenibili in Horizon 2020. GIFT (Great Italian Food Trade). 27.5.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/innovazione/microalghe-e-insetti-la-ricerca-di-proteine-sostenibili-in-horizon-2020
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.