Un’indagine del Nucleo Anti-Sofisticazioni (NAS) dell’Arma dei Carabinieri del su ristoranti etnici e magazzini di alimenti d’importazione ha condotto alla contestazione di gravi irregolarità in un locale su due. E al sequestro di 128 tonnellate di cibo per un valore stimato in circa 5,3 milioni di euro. Prodotti scaduti o mal conservati, etichette incomprensibili, importazioni fuorilegge.
Ristoranti etnici, carenze igieniche in 242 locali
242 locali dei 515 controllati sul territorio italiano hanno rivelato gravi carenze igieniche. Strutture e procedure inadeguate, cattive condizioni di conservazione e alimenti scaduti. Ma anche prodotti importati senza rispettare le regole, etichette non conformi alle norme europee e trattamenti vietati in quanto pericolosi, come il ricongelamento di cibi decongelati.
I NAS hanno aperto un vaso di Pandora in un comparto, la ristorazione in Italia, che finora ha vantato una solida storia di rispetto diffuso delle regole su igiene e sicurezza alimentare. Ed è tuttavia permeabile alle infiltrazioni della malavita, nazionale e d’importazione.
’All you can eat’ o carenza di ispettori, qual è il problema vero?
I ristoranti etnici – i c.d. All you can eat, in particolare – sono risultati irregolari nel 48% dei casi. I NAS hanno contestato 477 violazioni di legge, comminato sanzioni per 411mila euro, denunciato 23 operatori e chiuso 22 attività.
La ministra della Salute Giulia Grillo è intervenuta con un commento quasi frivolo. ‘Ben vengano le cucine etniche, a tutti piace il sushi, ma ‘all you can eat’ non può fare rima con rischio di intossicazione alimentare, le regole valgono per tutti. Non si mette a rischio la salute dei cittadini con pratiche illegali per mantenere i prezzi stracciati’.
Dovrebbe semmai spiegare, la ministra, perché la metà dei locali che i NAS hanno ispezionato a sorpresa siano risultati irregolari. Dove erano le ASL, competenti a rilasciare le autorizzazioni – dopo aver verificato la rispondenza di locali, attrezzature e procedure ai requisiti igienico-sanitari – e ai controlli ordinari?
Il problema, noto agli operatori di settore ma ignorati dalla stampa generalista, è che buona parte degli ispettori sanitari sta andando in pensione e le relative posizioni di lavoro vengono estinte. Ne gioveranno i conti pubblici ma non l’occupazione di giovani meritevoli né il livello di tutela della sicurezza alimentare in Italia.
Conclusioni
Nulla di personale nei confronti della ministra, sia ben inteso. Anche questo fenomeno, come altre disgrazie del Paese, ha avuto inizio sotto precedente governo di diverso colore. E nell’alternanza democratica di inefficienze e frivolezze non possiamo che rendere tributo, ancora una volta, alla Benemerita.
‘L’interesse che tutti prendono perché l’Arma dei Carabinieri Reali (parte eletta dell’esercito) proceda di bene in meglio è in ragione appunto del pregio in cui essa è tenuta e degli indefessi e segnalati servigi che la rendono dovunque veramente benemerita del Paese’ (1)
Un Grazie all’Arma dei Carabinieri da parte di tutti noi, dunque! Con l’incoraggiamento a portare avanti il suo prezioso lavoro anche sul fronte degli allergeni, dichiarati poco e male anche nei bar e pubblici esercizi, oltreché nei ristoranti (etnici e italici).
Dario Dongo
Note
(1) Fonte: relazione della Commissione Affari interni della Camera dei deputati al governo, 24.6.1865

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.