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Allergeni in menù, un salvavita per 2 milioni di italiani

L’informazione al consumatore in merito agli allergeni presenti nei singoli cibi offerti dalle collettività (es. bar, ristoranti, mense, esercizi pubblici, venditori ambulanti) è un ‘salvavita’ per circa 2 milioni di persone in Italia. Tanti si stimano essere i consumatori allergici che, nonostante le loro personali precauzioni, continuano a morire inutilmente per choc anafilattici.  40 decessi ogni anno, in media.  (1) Il rischio è gravissimo, ma la quasi totalità degli esercenti continua a disattendere le regole.

Notizie assenti, pericolo di vita

Il dovere di indicare gli allergeni  vale per tutti gli alimenti, siano essi venduti (confezionati, preincartati o sfusi), distribuiti a titolo gratuito (es. Banco Alimentare)  ovvero somministrati da parte delle collettività. Le informazioni devono venire fornite in etichetta dei prodotti confezionati e preincartati o sul cartello di vendita accanto a quelli venduti sfusi.

Brioche,  panini,  tramezzini, più in generale tutti i prodotti esposti al banco dei pubblici esercizi devono riportare evidenza grafica atta a distinguere gli allergeni rispetto ad altri ingredienti.  Nei registri  e/o  menù  di  bar,  ristoranti, pizzerie anche al taglio e altri esercizi (compresi i ‘food truck’), gli allergeni devono poi venire riferiti a ogni singolo piatto offerto, con  preciso  richiamo a ciascuna delle 14 categorie di sostanze oggetto di informazione supplementare specifica. (2)

È vietato  riferire alle categorie degli allergeni, anziché ai singoli ingredienti allergenici (es. ‘frutta con guscio’ invece di ‘mandorle’, ‘cereali contenenti glutine’ anziché ‘frumento’). Soprattutto, le notizie devono venire riferite agli alimenti e non ai locali ove essi sono realizzati (es. ‘prodotto in un laboratorio ove sono presenti…’, ‘in cucina si utilizzano anche…’). (3)

Il registro degli ingredienti  e degli allergeni presenti in ciascun piatto/prodotto deve essere sempre facilmente accessibile e consultabile dai consumatori, mediante esposizione di una pubblicazione cartacea o accesso a un dispositivo elettronico (un tablet, per esempio).  L’omessa indicazione degli ingredienti allergenici nei singoli prodotti  è punita con la sanzione da € 3.000 a € 24.000,  ‘salvo che il fatto costituisca reato’. (4)

Menù digitale

Il menù digitale  è una tra le soluzioni a disposizione dei pubblici esercenti per assolvere ai doveri che su di essi incombono. Una buona occasione anzitutto per ricordare l’esistenza di tali doveri la cui disattenzione, come si è visto, può costare davvero cara. Alla salute di consumatori e clienti, al bilancio d’esercizio e a volte anche alla fedina penale del suo gestore.

Esistono soluzioni  versatili, ‘smartphone  in mano’, come quella offerta  ad esempio da  foodmenu.it. Mediante le quali i  ristoratori possono realizzare e aggiornare il proprio menù digitale, con un ‘filtro allergeni’ e informazioni multilingue. Di particolare utilità in un Paese come l’Italia ove il flusso turistico di alcune destinazioni supera di gran lunga il numero di abitanti. A Roma ad esempio, come si è visto, le presenze di turisti registrate nel 2017 sono pari al 1500% dei residenti.

Lo  smartphone  può costituire  lo strumento di accesso al menù digitale. Basta scansionare  un QR-code posto sul tavolo o tavolino per accedere alla lista delle pietanze, completa di indicazioni dettagliate sugli allergeni. Magari anche per fare gli ordini, negli stabilimenti balneari, o per ricevere altri servizi dalla connessione Wi-Fi ad altre forme di intrattenimento. (5) Il Un sistema versatile, se aggiornato con attenzione a ogni variazione delle pietanze offerte.

#DetectiveFood, l’indagine in corso

Un’indagine diffusa  sulla qualità dell’informazione in tema di allergeni,  #DetectiveFood,  è stata di recente promossa da ‘Food Allergy Italia’ e GIFT (Great Italian Food Trade) ed è tuttora in corso.
Per partecipare  bisogna fotografare i menù e/o i  registri degli ingredienti, i  cartelli di vendita e le etichette alimentari. Precisare il nome e luogo del locale ove le foto sono state scattate e trasmettere le immagini via mail a  detectivefooditalia@gmail.com.

Dario Dongo e Marta Strinati

Note
(1) Dati  diffusi ad aprile 2017 in occasione del XXX Congresso nazionale della  Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic)
https://www.adnkronos.com/salute/2017/04/08/cibo-uccide-italia-morti-anno-per-choc-allergia_nCocgg3B0HKqqmaJ8k48PK.html?refresh_ce
(2)  Cfr. reg. UE 1169/11, articolo 21 e Allegato II
(3) Si vedano al riguardo le linee guida CE 13.7.17, su  https://www.greatitalianfoodtrade.it/allergeni-linee-guida/
(4)  Per maggiori informazioni si veda l’ebook gratuito ‘1169 pene. Reg. UE 1169/11, notizie sui cibi, controlli e sanzioni’, su  https://www.greatitalianfoodtrade.it/1169-pene-e-book-gratuito-su-delitti-e-sanzioni-nel-food/
(5) NB: per garantire l’effettiva informazione di tutti i consumatori, anche quelli sprovvisti di smartphone, è indispensabile mantenere anche un registro stampato, o comunque su ‘tablet’ a pronta disposizione degli avventori. Si veda al riguardo la circolare 6.2.15 del Ministero della Salute. Si veda  http://www.foodagriculturerequirements.com/europa-allergeni-nei-pubblici-esercizi-il-memento-del-min-sal/

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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