Qualità e certificazione dei prodotti agroalimentari

Qualità e certificazione dei prodotti alimentari. La guida di Donato Ferrucci

Cosa significa ‘qualità’? Come si realizza e si certifica, in quali ambiti e con quali obiettivi?

Qualità e certificazione dei prodotti agroalimentari’ è la guida organica e didascalica su questo macro-argomento, realizzata dal nostro amico e Autore Donato Ferrucci. Con la collaborazione di Silvio Franco (professore associato in marketing e mercati agroalimentari, Università della Tuscia), Patrizia Sallusti (tecnologa alimentare, collaboratrice scientifica presso l’Istituto per la BioEconomia, IBE, CNR) e Nicolò Passeri (agronomo, Ph.D. in economia e territorio).

Qualità e certificazione dei prodotti alimentari

La guida in esame muove dai principi della legislazione alimentare europea – dal General Food Law (reg. CE 178/02) al Pacchetto Igiene (reg. CE 852, 853/04 e successivi), fino al Food Information Regulation (reg. UE 1169/11) – sulle cui basi si struttura la qualità e i suoi schemi di gestione.

Il concetto di qualità, a ben vedere, è privo di una definizione univoca. Il termine stesso viene indicato dal vocabolario Treccani come ‘una proprietà che caratterizza (una persona, o) un animale o qualsiasi altro essere, una cosa, un oggetto o una situazione – o un loro insieme organico – come specifico modo di essere, soprattutto in relazione a particolari aspetti e condizioni, attività, funzioni e utilizzazioni’.

Le declinazioni di questo concetto nel settore agroalimentare sono molteplici e interessano, variabilmente, i processi e i prodotti. Secondo criteri obiettivi, definiti mediante regole cogenti e/o norme volontarie, che possono riguardare l’intera filiera from seed to fork e from feed to fork (rispettivamente, nelle filiere vegetali e zootecniche) piuttosto che sue singole fasi.

Le procedure e gli schemi di gestione e certificazione, che includono appositi controlli e analisi, costituiscono il corollario di questo percorso. Allo scopo di validare un percorso culturale e organizzativo, teso a esprimere uno o più valori d’interesse collettivo:

– la sicurezza alimentare e la qualifica dei fornitori (ISO 22000, IFS, BRC, Global-GAP, etc.),

– il rispetto di ambiente e biodiversità, che trovano massima espressione nelle produzioni biologiche e in varie norme ISO,

– l’attenzione verso i diritti dei lavoratori (es. SA8000), la filiera corta, e quella equa,

– le qualità nutrizionali e relative alla salute (nutrition & health claims), gli alimenti free from, e molto altro ancora.

I valori delle scelte

‘Il requisito di qualità si identifica con una scelta, un orientamento, fino a determinare una rivoluzione nel sistema dei consumi’. (Donato Ferrucci)

Le politiche sulla qualità degli alimenti sono molteplici, a livello europeo e nazionale. Si cita ad esempio il c.d. ‘Pacchetto qualità’ (reg. UE 1151/12) che riconosce e tutela le c.d. Geographical Indications (GIs) come DOP, IGP, STG. Piuttosto che le varie norme a presidio della sostenibilità in agricoltura.

Esplorare il dedalo delle norme disponibili per valutare l’opportunità di contribuire all’evoluzione delle filiere, in una logica di miglioramento continuo su basi condivise, è la premessa indispensabile. Ed è proprio questa la funzione della guida di Donato Ferrucci, rivolta ai neofiti come agli esperti di settore. Ricordando come ogni informazione commerciale che suggerisca il concetto – di per sé astratto – di ‘qualità’ debba sempre e comunque venire suffragata da dati obiettivi e dimostrabili. A chiusura del cerchio che si basa appunto, come sopra accennato, sulla legalità.

Un libro da non perdere, rivolto anche ai ConsumAttori che intendano approfondire il significato delle dichiarazioni esposte in molte etichette e pubblicità alimentari. Per esercitare al meglio il potere delle proprie scelte, consapevoli e responsabili. Sotto l’egida della sostenibilità di produzioni e consumi, il n. 12 dei Sustainable Development Goals in Agenda ONU 2030.

 

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Dario Dongo

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