Zootecnia italiana 4.0, vale a dire ‘zootecnia informatizzata per allevare in salute, dal Modello 4 alla ricetta elettronica. Una cartella clinica europea?‘ Gli Stati generali di allevamento e sanità animale si incontrano il 26 maggio 2017 a Padova. Per tracciare le linee di un progetto-pilota che potrà distinguere ancor meglio la filiera Made in Italy nel panorama europeo.
Ne parliamo con Fabrizio De Stefani, Direttore del Servizio veterinario d’igiene degli alimenti alla Azienda ULSS n. 7 Veneto – Pedemontana, moderatore del convegno.
‘L’occasione ci viene offerta dalla imminente introduzione del nuovo Modello IV informatizzato‘, spiega Fabrizio De Stefani. ‘Il documento che in Italia accompagna gli animali nei loro spostamenti da un allevamento all’altro o verso il macello. Il ‘foglio rosa’, nella sua versione originale, ove l’allevatore riportava gli estremi anagrafici dell’allevamento e degli animali. Compresi i trattamenti immunizzanti o farmacologici somministrati negli ultimi tre mesi. Oltre ai dati di mezzo di trasporto e autista che prende in carico gli animali. E in caso di presenza sul territorio di origine di malattie infettive, anche l’attestazione dello stato sanitario degli animali da parte del servizio veterinario della ASL‘.
A partire da settembre 2017 – secondo quanto previsto da un decreto del 2016 – il ‘foglio rosa’ dovrà cedere il posto alla versione digitale. Che nella fase di invio degli animali al macello, dovrà riportare altresì le informazioni sulla catena alimentare, c.d. ICA.
‘Le informazioni sulla catena alimentare’, prosegue De Stefani, ‘rilevano a entrambi i fini della sicurezza alimentare e del benessere animale‘. Esse infatti comprendono:
· lo stato sanitario dell’azienda di provenienza, o lo stato sanitario del territorio regionale, per quanto riguarda gli animali,
· le condizioni di salute degli animali,
· i medicinali veterinari somministrati e gli altri trattamenti cui sono stati sottoposti gli animali nell’arco di un determinato periodo (con un tempo di sospensione superiore a zero giorni), come pure le date delle somministrazioni e dei trattamenti. E dei relativi tempi di sospensione,
· la presenza di malattie che potrebbero eventualmente incidere sulla sicurezza delle carni;
· i risultati, ove pertinenti ai fini della tutela della salute pubblica, di tutte le analisi effettuate su campioni prelevati dagli animali. O su altri samples raccolti al fine di diagnosticare malattie che potrebbero incidere sulla sicurezza delle carni. Ivi compresi i campioni prelevati nel quadro di monitoraggio e controllo su zoonosi e residui,
· le informazioni relative alle ispezioni, ante e post mortem, sugli animali della stessa azienda di provenienza. Comprese le relazioni del veterinario ufficiale,
· i dati relativi alle produzioni zootecniche, qualora da essi si possa evincere la presenza di una malattia,
· il nome e l’indirizzo del veterinario privato che assiste di norma l’azienda di provenienza.
Una mole straordinaria di notizie, i Big Data della zootecnia. Ma come gestirli? Il passaggio al formato digitale prefigura complessità di non poco conto, nella fase iniziale. Gli allevatori dovranno assumere dimestichezza con strumenti informatici non esattamente smart. E i veterinari pubblici si troveranno a fare conti con sistemi gestionali differenti, da una Regione all’altra. Ma ogni problema può essere visto come un’opportunità e così, proprio dal Veneto, viene lanciata l’idea rivoluzionaria, o disruptive come direbbero gli inglesi.
Attuare in Italia il primo sistema informativo integrato sulla salute degli animali d’allevamento, sotto il controllo dalle autorità sanitarie. ‘L’idea‘ – riprende Fabrizio De Stefani – ‘è quella di fare convergere in un unico database ogni informazione pertinente la salute e il benessere di ciascun animale allevato nel nostro Paese. E in prospettiva, anche i dati di animali in arrivo da altri Stati membri UE. Il database permetterà di estrarre in tempo reale e nella maniera più semplice tutte le notizie richieste dalle normative europee e internazionali, ai fini delle esportazioni.’
Il database integrato della zootecnia italiana 4.0 può così garantire il livello massimo di trasparenza nell’intero corso della filiera ‘origine Italia’. (1) Un sigillo di qualità nazionale, il Sigillo Carne Italiana, from stable to table, garantito dai servizi veterinari pubblici più capillari del pianeta. Con ulteriori prospettive di certificazione delle carni, sulla base dei disciplinari di produzione approvati dal Ministero delle politiche agricole o dalle Regioni.
Il sistema potrà poi venire proposto a livello europeo, ove è prevista l’istituzione di un sistema informatico integrato. (2) L’IMSOC (Information Management System for Official Controls), ove confluiranno tutti i sistemi informativi attualmente impiegati in UE per certificare la salute di animali e piante. (2)
Dario Dongo
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Note
(1) Oltre a risolvere i problemi di frammentazione dei sistemi anagrafici tuttora in uso nelle varie Regioni
(2) Cfr. reg. UE 429/2016 e reg. UE 625/2017
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.