La Federazione Italiana Escursionismo (FIE) propone un programma di sviluppo delle aree marginali e montane del nostro Paese, nell’ottica di interventi strutturali di lungo periodo che valorizzino realtà trascurate ma potenzialmente strategiche.
I guardiani degli ecosistemi
Sul territorio montano, migliaia di operatori – piccoli contadini, allevatori, artigiani, artisti – partecipano da secoli alla conservazione degli ecosistemi. Con le attività caratteristiche dell’agricoltura di montagna (coltivazione, pastorizia e transumanza) e varie iniziative di valorizzazione del territorio.
L’appello della FIE è rivolto alle istituzioni tutte, centrali e locali, che nell’era Covid-19 sono chiamate a programmare l’agenda economica del Paese con urgenza.
Il programma di sviluppo
Il programma di sviluppo delle Comunità Rurali delle Aree Marginali e di Montagna deve considerare:
– garanzia dei servizi universali (poste, banche, sanità, istruzione di base, servizi sociali),
– semplificazione fiscale e/o la defiscalizzazione per i piccoli operatori economici,
– infrastrutture telematiche e viarie indispensabili,
– piano energetico da fonti rinnovabili,
– linee di credito ‘verde’ agevolato,
– manutenzione del territorio e recupero dei beni storici, monumentali e ambientali,
– finanziamento di politiche a tutela delle biodiversità e valorizzazione delle antiche varietà produttive,
– un piano sul turismo verde, incentrato sulla fruibilità delle aree protette e dei percorsi escursionistici nell’interezza della loro valenza gerarchica (Sentieri Europei, Cammini Tematici, Alte Vie, Sentieri storici e tematici locali).
Il progressivo abbandono e il conseguente spopolamento delle aree rurali e montane deve venire scongiurato, anche attraverso interventi legislativi specifici, a salvaguardia di saperi e tecniche antiche, presidio di salvaguardia socio-culturale e morfologico-territoriale.
La tutela delle valli interne e di montagna, e del patrimonio naturale in esse riposto, racchiude ulteriore valore, dopo l’esperienza con la pandemia Covid-19. Salvaguardare l’ambiente naturale, senza sottrarre ulteriormente suolo, è infatti tra le migliori precauzioni contro l’insorgenza e la diffusione di virus originati in alcune specie animali, candidati al salto di specie.
Allo stesso modo, facilitare la vita negli insediamenti abitativi meno popolati e più in armonia con la natura, rispetto ai contesti urbanizzati e maggiormente inquinati, può rivelarsi una misura di potente protezione della salute pubblica.
Giulia Caddeo
Laureata in giurisprudenza, master in Food, Law & Finance. Ha approfondito il tema degli appalti verdi e delle urban food policies presso il settore Cooperazione internazionale e Pace della Città di Torino.