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FAO, State of Food and Agriculture, 2024

Il rapporto FAO ‘The State of Food and Agriculture 2024 – Value-driven transformation of agrifood systems’ sottolinea ancora una volta, come già il precedente rapporto del 2023 (1) – i costi nascosti del cibo. Sulla salute pubblica anzitutto, la anche su ambiente e società.

1) FAO, i costi nascosti del cibo

I costi nascosti del cibo esulano dal loro prezzo di vendita. La maggior parte dei sistemi agroalimentari si caratterizza infatti per la diffusione di alimenti ultraprocessati con profili nutrizionali squilibrati (HFSS, High in Fats, Sugar and Sodium), il cui consumo incide in misura sostanziale sulla prevalenza di malattie non trasmissibili (NCDs, Non-Communicable Diseases) gravi e croniche.

Questi alimenti spesso rappresentano l’opzione più economica – o conveniente, in quanto richiedono minor impegno nella preparazione – e sono però causa di malnutrizione, a livello globale. Sotto entrambi gli aspetti di eccessi (in grassi saturi, zuccheri e sodio) e difetti (di proteine, fibre alimentari, grassi polinsaturi, vitamine e minerali, frutta e verdura).

USD 12 trilioni/anno è la stima dei costi nascosti del cibo elaborata dagli esperti della FAO, in uno studio condotto in 156 dei 194 Paesi aderenti. E il 70% circa di tali costi, stimati in 8,1 trilioni di dollari, si noti bene, sono di tipo sanitario.
Poiché alimenti e modelli dietetici squilibrati provocano NCDs quali infarti, ictus, diabete, cancro e varie altre malattie.

2) Fattori di rischio sanitario

I principali fattori di rischio di salute pubblica, a livello globale, sono identificati in:

– insufficiente assunzione di cereali integrali, a cui si associa il 18% dei costi sanitari nascosti legati al cibo;

– apporto eccessivo di sale/sodio, a cui viene attribuita la responsabilità del 16% dei costi sanitari nascosti;

– scarsa assunzione di frutta e verdura, a sua volta responsabile del 16% dei costi nascosti del cibo;

– a seguire, consumo eccessivo di carni rosse e (soprattutto) lavorate.

3) Rischi sanitari nei vari sistemi agroalimentari

I diversi contesti socio-economici sono a loro volta associati a variazioni nei fattori di rischio nutrizionale e di salute:

– nella maggior parte dei sistemi il principale fattore di rischio alimentare è legato alle diete a basso contenuto di cereali integrali;

– nei sistemi agricoli in crisi prolungata (a causa di guerre e carestie) e in quelli tradizionali, il rischio principale è il basso consumo di frutta e verdura;

– l’elevato consumo di sale caratterizza l’evoluzione dei sistemi agroalimentari e inizia lievemente a diminuire nei sistemi industriali;

– il consumo di carni rosse e lavorate aumenta costantemente nella transizione dai sistemi tradizionali a quelli industriali.

4) Costi ambientali e sociali

Paradossalmente – nonostante l’impatto micidiale delle deforestazioni e gli annosi dibattiti sull’impatto ambientale della zootecnia intensiva (3) – i costi nascosti delle filiere alimentari sulla salute pubblica, secondo gli esperti FAO, superano di gran lunga quelli sull’ambiente e sul suolo, oltreché quelli sociali legati alle diseguaglianze nell’accesso al cibo.

L’impatto ambientale delle pratiche agricole insostenibili è legato al cambiamento nell’uso dei suoli, l’inquinamento idrico, emissioni di gas serra. ‘I Paesi che affrontano crisi prolungate sopportano i più alti costi ambientali relativi, equivalenti al 20% del loro prodotto interno lordo’.

I costi sociali, tra cui la povertà e la denutrizione, sono più diffusi nei sistemi agroalimentari tradizionali e quelli colpiti da crisi prolungate. Questi costi sociali rappresentano rispettivamente l’8 e il 18 per cento del prodotto interno lordo, evidenziando l’urgente necessità di migliorare i mezzi di sussistenza e gli sforzi integrati di sviluppo e di costruzione della pace’.

5) ‘Tutti hanno un ruolo da svolgere’

Una trasformazione dei sistemi agroalimentari è indispensabile a ridurre i costi nascosti sulla salute, l’ambiente e la società. FAO insiste nel sostenere che ‘il vero cambiamento inizia con le azioni individuali’:

– un agricoltore che adotta pratiche sostenibili
– un’azienda agroalimentare e un sistema finanziario che premia le catene del valore sostenibili
– una scuola e un ospedale che sostiene i sistemi alimentari locali attraverso l’approvvigionamento
– un consumatore che sceglie prodotti migliori per la propria salute e per quella dell’ambiente’.

Incentivi finanziari, programmi di informazione ed educazione e regolamenti possono sostenere questo cambiamento, garantendo che anche le famiglie vulnerabili possano partecipare e beneficiare di questi cambiamenti’.

Questi sforzi devono venire sostenuti da politiche e investimenti che guidino la trasformazione collettiva necessaria per affrontare in modo olistico i costi nascosti dei sistemi agroalimentari’. Senza trascurare il ruolo degli enti di ricerca e della società civile.

6) Conclusioni provvisorie

I costi nascosti dei sistemi agroalimentari ammontano a circa il 10% del prodotto interno lordo globale. È pertanto necessaria un’azione strategica e tutti gli attori dei sistemi agroalimentari, dai produttori e dalle imprese agroalimentari ai consumatori e ai governi, hanno un ruolo cruciale da svolgere’. (1)

In Italia, per riportare un esempio, i costi sanitari nascosti del sistema agroalimentare sono stimati al 5,62% del prodotto interno lordo. I governi che si sono succeduti negli ultimi anni, nondimeno, si ostinano a rinviare di anno in anno la ‘sugar tax’ e ad opporsi strenuamente al sistema di etichettatura nutrizionale Nutri-Score. Cui prodest?

Dario Dongo, Sabrina Bergamini

Note

(1) Dario Dongo, Alessandra Mei. FAO, SOFI report 2023. The hidden costs of agri-food systems. FT (Food Times). November 23, 2023

(2) The State of Food and Agriculture 2024 – Value-driven transformation of agrifood systems. FAO, Rome, 2024 https://doi.org/10.4060/cd2616en

(3) Dario Dongo, Marina De Nobili. Livestock, FAO proposes 5 areas of action to reduce greenhouse gas emissions. FT (Food Times). August 29, 2020

(4) Dario Dongo. Salute pubblica, Nutri-Score e misure fiscali a confronto. GIFT (Great Italian Food Trade). 27.12.24

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