Surplus food. Il cibo avanzato se pur integro, o comunque sfuggito al suo primo ipotetico destino, non deve mai venire sprecato. Ovunque possibile se ne deve invece privilegiare il riuso, per alimentare le popolazioni.
Il 16 ottobre 2017 (World Food Day) la Commissione europea ha pubblicato apposite Linee guida. (1) Per aiutare gli Stati membri a gestire correttamente – e migliorare – il recupero delle eccedenze alimentari, senza trascurare le regole a presidio di sicurezza, informazione al consumatore, fiscalità.
Diseguaglianze e spreco alimentare in Europa
Quasi un quarto della popolazione in UE – oltre 119 milioni di cittadini, su un totale di 500 (2) – è a rischio povertà. Di questi, 42,5 milioni non riescono a procurarsi il cibo quotidiano necessario indispensabile alla nutrizione. Al contempo, ogni anno in Europa 88 milioni di tonnellate di alimenti vengono destinati a rifiuto, con un costo di smaltimento stimato in 142 miliardi di euro.
Uno scandalo a catena e una catena di scandali, da attribuirsi a politiche sociali gravemente inadeguate a livello di Unione Europea e di singoli Stati membri. In violazione del diritto al cibo, che si colloca tra i diritti umani internazionali proclamati dalle Nazioni Unite.
Nella produzione e distribuzione degli alimenti, questi dati sono sintomatici dell’intollerabile inefficienza di una filiera da sempre concepita e sostenuta nella sua unica velleità di tutelare i redditi degli operatori coinvolti. Senza badare al consumo di risorse essenziali i cui frutti sono distribuiti in misura sempre più diseguale.
Le linee guida della Commissione europea
Anziché esprimere il coraggio di una politica sociale comune e coesa, all’insegna di quel principio di Égalité evocato dai tempi della rivoluzione francese a fondamento della democrazia, la politica neoliberista della Commissione presieduta da Jean-Claude Juncker lavora sui sintomi.
Si rivolge perciò agli Stati membri, con l’obiettivo di coinvolgere gli attori della filiera alimentare nel recupero di quelle preziose risorse – il surplus food – che possono e anzi dovrebbero, nei toni diplomatici di Bruxelles – venire destinate ai bisognosi anziché a rifiuti. Grazie al lodevole impegno di quelle organizzazioni, come il Banco Alimentare in Italia, la Caritas e altri istituti – che da decenni si dedicano, tra l’altro, a lottare contro lo spreco alimentare.
Surplus food e Surplus people
Il surplus food recuperato ai fini della sua redistribuzione alle classi meno abbienti rappresenta oggi lo 0,47% del cibo complessivamente sprecato in UE (appena 535mila tonnellate, dati 2016). Un risultato degno di stima, considerata l’esiguità delle risorse a disposizione delle ONG che vi lavorano.
Vi sono dunque ampi spazi di miglioramento, per la gestione del surplus food e soprattutto per l’assistenza ai surplus people. Égalité!
Dario Dongo
Note
(2) Cfr. https://europa.eu/european-union/sites/europaeu/files/eu_in_slides_it.pdf

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.