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Sprechi alimentari, gli accordi volontari in 15 Stati europei

La EU Platform on Food Losses and Waste della Commissione Europea ha appena pubblicato un rapporto sugli accordi volontari in essere presso 15 Stati europei, per la riduzione di perdite e sprechi alimentari. (1)

SDG 12.3: “By 2030, halve per capita global food waste at the retail and consumer levels and reduce food losses along production and supply chains, including post-harvest losses”. A seguire una rassegna delle iniziative finora registrate in UE e UK.

EU Platform on Food Losses and Waste

La piattaforma europea sulle perdite e sprechi alimentari è stata costituita dalla Commissione europea nel 2016 per identificare soluzioni utili a ridurre “food loss and waste” (FLW), in linea con gli obiettivi della strategia Farm to Fork. (2) Attori del settore pubblico e privato partecipano alla piattaforma e ai suoi cinque sottogruppi di lavoro che pubblicano apposite raccomandazioni, suddivisi come segue:

  • Action & implementation, per aiutare le diverse organizzazioni di settore (pubbliche/private) e gli attori della filiera alimentare a identificare e attuare iniziative efficaci di prevenzione degli sprechi alimentari e facilitare l’adozione delle migliori pratiche
  • Date marking and food waste prevention, per migliorare l’uso dell’indicazione della data da parte degli attori della filiera alimentare e la sua comprensione da parte dei consumatori
  • Food donation, per condividere buone pratiche, informazioni e insegnamenti relativi al recupero e alla ridistribuzione del cibo in eccesso, in linea con la gerarchia dei rifiuti e varie normative nazionali e UE
  • Food loss and waste monitoring, per fornire identificare strumenti di misurazione e monitoraggio di perdite e sprechi alimentari, anche attraverso una Community of Practice
  • Consumer food waste prevention, per prevenire e ridurre gli sprechi alimentari dei consumatori, poiché le famiglie generano più della metà dello spreco alimentare totale nell’UE (53%, ovvero oltre 31 milioni di tonnellate).

A) Accordi volontari

Action & implementation, il primo sottogruppo della piattaforma europea, ha evidenziato l’importanza degli accordi volontari così come definiti nel progetto REFRESH (4). Il rapporto in esame illustra perciò gli accordi comunicati dai membri della piattaforma, secondo il seguente schema:

  • descrizione del voluntary agreement
  • impatto (risultati, studi, guide, strumenti di migliore pratica)
  • lezioni chiave.

A.1) Austria

In Austria il ministero federale per l’azione climatica e l’ambiente ha stipulato un accordo volontario con i distributori alimentari, per il periodo 2017-2030, quale follow-up di una precedente intesa raggiunta nel 2011. Con l’obiettivo di dimezzare gli sprechi alimentari ‘evitabili’, entro il 2030, e raccogliere i relativi dati ottenuti.

Nel 2023 il governo federale ha introdotto nel Waste Management Act l’obbligo per tutti gli operatori della filiera di fornire rapporti trimestrali sulle quantità di alimenti donati e quelle di rifiuti alimentari.

Un hub alimentare digitale sarà a breve organizzato, con la partecipazione attiva di oltre 100 partner (e.g. produttori, distributori, educatori, autorità competenti), per facilitare la logistica e distribuzione degli alimenti destinati alle donazioni alimentari.

A.2) Croazia

In Croazia l’accordo Together against food waste aspira a ridurre gli sprechi alimentari in misura del 30% entro cinque anni. L’iniziativa è aperta a tutte le parti sociali interessate a cooperare e proporre soluzioni utili a prevenire e ridurre i rifiuti alimentari.

Un apposito gruppo di lavoro, costituito da parti terze indipendenti e dipendenti ministeriali, raccoglie i dati e verifica i livelli di implementazione dell’accordo, mediante pubblicazione di rapporti annuali (a decorrere dal 2025) che potranno fornire spunti per possibili riforme normative.

A.3) Danimarca

One/Third – un think tank danese che opera per il ministero degli alimenti, agricoltura e della pesca – ha promosso nel 2019 l’accordo Denmark against Food Waste, a cui oggi partecipano 34 membri, per conseguire i Sustainable Development Goals in Agenda ONU 2030.

Una parte terza raccoglie i dati forniti dai partecipanti, armonizzati sulla base del FLW Standard e del metodo comune UE per la loro misurazione e rendicontazione. (5) I dati sono raccolto in un rapporto annuale sui progressi compiuti nella prevenzione e riduzione degli sprechi.

A.4) Finlandia

In FinlandiaThe material efficiency commitment”, un impegno congiunto stabilito nel 2019 e rinnovato fino al 2026, prevede di ridurre gli impatti ambientali legati alla produzione, distribuzione e consumo di alimenti. Anche attraverso la diminuzione di perdite e sprechi alimentari, la riduzione del packaging e i relativi rifiuti, l’incremento del riciclo.

Ogni comparto definisce i materiali da misurare, gli obiettivi da conseguire e i metodi da impiegare. Così ad esempio l’industria si occupa solo dei rifiuti alimentari complessivi, mentre la distribuzione distingue i rifiuti alimentari totali e le loro parti edibili. I dati vengono raccolti ed elaborati dal coordinatore Motiva che li pubblica periodicamente assieme alle buone pratiche e le statistiche nazionali.

A.5) Francia

Il patto nazionale contro gli sprechi alimentari è stato stilato dal ministero dell’agricoltura nel 2013 e rinnovato nel 2017, al fine di dimezzare gli sprechi alimentari nella distribuzione e nel catering entro il 2025, negli altri settori entro il 2030. Vi partecipano 60 membri, a partire dai colossi della distribuzione alimentare.

Gli operatori possono applicare appositi disciplinari per la prevenzione e riduzione di ‘food loss and waste’ e sottoporsi a audit di parte terza, per ottenere un riconoscimento ufficiale dei loro impegni che può venire apposto sulle etichette dei loro prodotti (label national anti-gaspillage alimentaire).

A.6) Germania

In Germania il ministero federale per l’alimentazione e l’agricoltura ha siglato nel 2021 un accordo decennale con otto associazioni che rappresentano i gestori di hotel e catering, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi alimentari in misura del 30% entro il 2025, 50% al 2030.

Un centro di competenza fornisce supporto ai partecipanti sulle azioni da intraprendere e la rendicontazione che deve comprendere alcuni dati essenziali (numero ospiti, quantità di alimenti impiegati e di rifiuti alimentari).

A.7) Grecia

The alliancefor the reduction of food waste è stata lanciata ad Atene nel 2020 dall’organizzazione no-profit Boroume, la quale già dal 2012 svolge attività di comunicazione e sensibilizzazione per prevenire gli sprechi a livello di consumo. Grazie anche al contributo degli esperti della EU Platform on Food Losses and Waste, e del progetto REFRESH.

L’alleanza in Grecia comprende circa 80 membri, in tutti i settori e comparti della filiera alimentare. Il coordinamento promuove l’obiettivo, definito dalla legislazione nazionale, di ridurre i rifiuti alimentari in misura del 30%, a livello di distribuzione e di consumo. Raccoglie perciò i dati, pubblica rapporti annuali, collabora con le autorità competenti e i policy makers.

A.8) Ungheria

In Ungheria già nel 2014 il ministero dell’agricoltura e la food bank nazionale avevano istituito il Food is Value Forum, che ora include 57 membri. Con gli obiettivi di misurare e ridurre gli sprechi alimentari, nonché sensibilizzare e coinvolgere gli stakeholders.

Il forum organizza conferenze su base regolare, per aggiornamenti e condivisione di buone prassi. Riferendosi in particolare alle raccomandazioni sviluppate in vari progetti di ricerca UE (e.g. FUSIONS, STREFOWA, REFRESH, LIFE-FOODWASTEPREV).

A.9) Irlanda

In Irlanda l’Agenzia per la protezione ambientale ha stabilito nel 2017 il Food Waste Charter che oggi coinvolge cinque tra i principali retailers, i quali esprimono il 70% del mercato alimentare domestico. L’accordo è integrato dalla National Food Waste Prevention Roadmap – che prevede l’obiettivo di dimezzare i rifiuti alimentari entro il 2030 – e dall’iniziativa Stop Food Waste invece rivolta ai consumatori.

Diversi sottogruppi lavorano alle categorie alimentari di riferimento (i.e. latticini, prodotti da forno, carne, pesce), per meglio declinare gli obiettivi alle rispettive specificità. Identificazione di FLW (quali perdite e sprechi alimentari, dove e perché generati), come ridurli e misurarli secondo i metodi comuni definiti dalla Environmental Protection Agency.

A.10) Lussemburgo

Solidarity Pact è un accordo non convenzionale avviato dal ministero dell’agricoltura in Lussemburgo per ridurre i rifiuti alimentari mediante adozione di un programma che comprende diverse misure tra cui linee guida e buone prassi che possono ispirare le municipalità locali per definire le proprie iniziative.

Le mense scolastiche rientrano tra i principali destinatari, in modo da identificare le cause delle perdite alimentari, sviluppare piani di gestione adeguati e identificare indicatori di performance per il monitoraggio dei risultati conseguiti.

A.11) Olanda

La Food Waste Free United Foundation è stata costituita nel 2017 dal governo olandese con l’università di Wageningen, il Dutch Nutrition Centre e 25 imprese private (divenute 110 nel 2023), grazie al progetto REFRESH. L’obiettivo prefissato è sottrarre 1 miliore di tonnellate di alimenti ogni anno dal possibile destino come rifiuti.

La gestione delle attività – i cui costi sono ripartiti al 50% tra i settori pubblico e privato – è affidata a un istituto caritatevole, il Food Waste Free United. L’università di Wageningen raccoglie e analizza i dati forniti dai membri sulla base di flussi di massa identificati mediante appositi schemi sviluppati per i diversi settori e comparti alimentari.

A.12) Norvegia

Il progetto ForMat, avviato nel 2012, ha avuto quale follow-up un accordo quinquennale di collaborazione, stipulato nel 2017, che coinvolge 5 ministeri e 12 organizazzioni private. Altre parti sociali interessate vi possono aderire impegnandosi a fornire un rapporto annuale dei dati sui rifiuti alimentari e le misure adottate per ridurli.

L’obiettivo è ridurre FLW in misura del 15% nel 2020, 30% al 2025 50% entro il 2030, nell’intero corso della filiera agroalimentare. Gli obiettivi sono riferiti alle frazioni edibili degli alimenti, da valutare in kg/per capita. Per facilitare la raccolta di dati armonizzati è stato sviluppato un metodo comune che si basa su una definizione univoca di rifiuto alimentare edibile (edible food waste).

A.13) Portogallo

In Portogallo la commissione nazionale per la lotta agli sprechi alimentari ha definito nel 2018 un accordo tra varie istituzioni pubbliche e l’organizzazione più rappresentativa del commercio al dettaglio, APED. L’iniziativa è focalizzata sulla prevenzione degli sprechi alimentari a livello commerciale e si sintetizza come segue:

  • promozione delle vendite degli alimenti in scadenza attraverso un’etichetta specifica di colore diverso, con evidenza dello sconto applicato
  • applicazione di buone prassi, le quali comprendono la donazione degli alimenti invenduti ma ancora sicuri alle organizzazioni caritatevoli
  • piano di comunicazione per aiutare i consumatori a comprendere la differenza tra la data di scadenza (‘consumare entro il’, ‘use by’), e il termine minimo di conservazione (‘consumare preferibilmente entro’, ‘best before’)
  • misurazione e rendicontazione delle quantità di alimenti venduti e donati, la riduzione degli sprechi, il numero di negozi aderenti all’iniziativa.

A.14) Svezia

SAMS (Swedish voluntary agreement for reduction of food waste) è stato stabilito nel 2020 tra tre autorità nazionali e l’industria alimentare svedese, con un comitato direttivo costituito da rappresentanti di entrambe le parti. A fine 2022 sono stati identificati circa 35 iscritti all’accordo, in rappresentanza dell’intera filiera alimentare.

L’individuazione di metodi e definizioni armonizzate, attraverso appositi schemi e linee guida per la raccolta annuale dei dati su perdite e rifiuti alimentari da parte dell’industria, rappresenta la principale sfida. In vista della comparazione dei dati raccolti presso imprese che utilizzano, nei vari settori, diversi metodi di misura.

A.15) Regno Unito

L’accordo Courtauld Commitment 2030 si prefigge una collaborazione attiva nell’intero ambito della filiera alimentare in UK, per contribuire a ridurre i rifiuti alimentari (-50% entro il 2030), le emissioni di gas serra (-50% entro il 2030) e gli stress idrici (50% di alimenti provenienti da aree con gestione idrica sostenibile). Su questa base è stato sviluppato il modello di accordo volontario definito da REFRESH.

WRAP (Waste and Resources Action Programme) coordina i lavori, raccoglie ed elabora i dati sulla base di benchmark predefiniti, utilizzando il data capture sheet adottato dall’istituto caritatevole come standard di misurazione e monitoraggio su base annuale per le industrie e le imprese aderenti.

B) FLW, altri esempi di collaborazione

B.1) Estonia

In Estonia, il ministero degli affari sociali ha sottoscritto un accordo con la Estonian Food Bank per supportare le persone indigenti e ridurre gli sprechi alimentari. Il ministero sovvenziona la banca sulla base delle quantità di alimenti salvati e redistribuiti, almeno due volte al mese, alle persone segnalate in un’apposita lista redatta dallo stesso ministero.

Il banco alimentare estone ha a sua volta siglato accordi con le principali catene di distribuzione, alcune importanti industrie alimentari e importatori di alimenti. L’ente caritatevole secondo apposite linee guida della Estonian Agriculture and Food Board, gestisce la raccolta e distribuzione e sensibilizza l’opinione pubblica.

B.2) Slovenia

In Slovenia otto parti sociali interessate hanno sottoscritto un accordo volto a realizzare gli obiettivi della strategia nazionale di riduzione delle perdite e gli sprechi alimentari (6).

La cooperazione comprende diverse attività a supporto della EU Platform on Food Losses and Waste, in linea con SDG 12.3 e gli obiettivi indicati nella Farm to Fork Strategy.

B.3) Stop Wasting Food Denmark e REMA 1000

Il movimento Stop Wasting Food Denmark e la catena di distribuzione REMA 1000 collaborano dal 2008 per eliminare gli sprechi alimentari, con l’ambizioso obiettivo ‘zero food waste’ entro il 2030.

REMA 1000 si è impegnata tra l’altro a eliminare le offerte per acquisti quantitativi (i.e. 3X2) e promuovere la vendita dei prodotti esteticamente ‘non conformi’, nonché la donazione delle eccedenze a istituti caritatevoli, tramite la Free Food Platform (7).

B.4) International Food Waste Coalition

La International Food Waste Coalition (IFWC) è un’organizzazione no-profit che include i grandi operatori nei settore dell’ospitalità e del food service, altri attori della filiera e imprese esperte in problem solving. La coalizione ha sviluppato un metodo comune per la raccolta dati su FLW che comprende un’unità di misura standardizzata.

Gli innovation labs effettuano test mirati su diverse sfide (e.g. sprechi dei consumatori, etichette sostenibili, packaging) tramite pilot eseguiti in diversi settori, come il food service e l’industria dei surgelati. I dati raccolti dalle imprese aderenti sono oggetto di pubblicazioni annuali.

C) Lezioni chiave

I voluntary agreements presentati nel rapporto hanno ottenuto risultati tangibili per ridurre gli sprechi alimentari e promuovere pratiche sostenibili in tutte le fasi della filiera alimentare, anche se in modi diversi. La loro efficacia è strettamente legata al quadro giuridico e politico, alle norme culturali e ai fattori socio-economici di ciascun Paese.

Gli esempi riportati tuttavia rivelano l’assenza di standard di misurazione e monitoraggio standardizzati a livello europeo e/o internazionale. Da ciò deriva la complessità di estrarre dati statistici rilevanti e comparabili che permettano di misurare l’effettiva entità di FLW e l’efficacia delle varie iniziative. A seguire, in sintesi, le lezioni chiave.

C.1) Maggiore coinvolgimento delle parti interessate

Attribuire priorità all’impegno e la collaborazione delle parti interessate è fondamentale per promuovere un’azione collettiva su FLW, attraverso il dialogo inclusivo e la cooperazione.

Bisogna identificare obiettivi condivisi, allineare le strategie e implementare soluzioni efficaci per affrontare le perdite e gli sprechi alimentare in ogni fase della filiera.

C.2) Investimenti nel monitoraggio e l’analisi dei dati

Sistemi di monitoraggio solidi e capacità di analisi dei dati (come quelli che si vogliono sviluppare nel progetto di ricerca UE #wasteless) sono indispensabili per tracciare con precisione le metriche dello spreco alimentare e informare il processo decisionale sulla base di dati affidabili.

Investire in infrastrutture e tecnologie per i dati (es. blockchain) è fondamentale per facilitare la condivisione trasparente dei dati e la collaborazione tra le parti interessate. La raccolta e l’analisi di dati concreti è la chiave per identificare le tendenze, misurare i progressi e le opportunità di miglioramento.

C.3) Impegni di finanziamento a lungo termine

Un finanziamento sostenibile è importante per lo sviluppo e l’attuazione delle iniziative di riduzione dei rifiuti alimentari. Garantire impegni di finanziamento a lungo termine è essenziale per sostenere gli accordi volontari e altri sforzi di riduzione dei rifiuti.

I finanziamenti pubblici hanno un ruolo significativo per garantire la resilienza finanziaria e la sostenibilità nel tempo, sebbene al contempo l’impegno finanziario delle imprese risulti fondamentale per accelerare il ritmo dell’azione.

C.4) Ruoli e responsabilità chiare per le parti interessate

Gli accordi possono venire guidati da autorità pubbliche ma anche, secondo la Commissione europea, da partner industriali di primo piano o altri stakeholder. Inclusi soggetti terzi e organizzazioni indipendenti, che in alcuni casi sono state fondate proprio per coordinare questi programmi.

La governance è in ogni caso utile a chiarire i ruoli e le responsabilità degli stakeholders, snellire i processi decisionali, minimizzare la duplicazione degli sforzi e garantire la responsabilità di tutti gli attori coinvolti negli accordi.

C.5) Innovazione, migliori pratiche e scalabilità

La promozione dell’innovazione e la diffusione delle migliori pratiche per ridurre gli sprechi alimentari hanno valore prioritario. Bisogna sostenere la ricerca, i progetti pilota e le piattaforme di condivisione delle conoscenze per incoraggiare l’adozione di soluzioni innovative nell’intera catena del valore alimentare.

La scalabilità delle iniziative, secondo la Commissione, è altresì importante per favorire lo sviluppo di nuovi modelli di business in grado di attrarre gli investimenti del settore privato. Come in effetti si è visto, con le profittevoli app ‘anti-spreco’ che pur mantengono una componente ‘sociale’.

C.6) Sostegno politico

Gli impegni assunti dalle istituzioni nazionali e locali con le organizzazioni della società civile e il settore privato dovrebbero infine stimolare la politica a promuovere iniziative di supporto agli accordi volontari.

Agevolazioni fiscali e burocratiche, aggiunge chi scrive, dovrebbero premiare gli operatori virtuosi nella riduzione e rendicontazione di FLW, oltreché nelle donazioni a enti caritatevoli.

D) Conclusioni provvisorie

La natura collaborativa dei voluntary agreements è considerata a Bruxelles il loro punto di forza principale. Gli esempi riportati nel rapporto mostrano come questo approccio (soft law) e la capacità di coinvolgere le parti interessate ‘from farm to fork’ favoriscano una cultura dell’innovazione e consentano lo sviluppo di soluzioni flessibili su misura adatte alle specifiche circostanze.

Il successo dei voluntary agreements si basa su diversi elementi chiave tra cui l’assunzione di responsabilità, la definizione di impegni e la condivisione di conoscenze, la collaborazione pubblico-privato. Sensibilizzare l’opinione pubblica e le imprese sugli impatti sociali, economici e ambientali dello spreco alimentare è la chiave per stimolare l’adozione di pratiche sostenibili.

Dario Dongo e Andrea Adelmo Della Penna

Note

(1) European Commission, Directorate-General for Health and Food Safety (2024). Reducing food loss and waste – Examples of voluntary agreements and other forms of collaborations across Europe – Deliverable of the EU platform on food losses and food waste. Publications Office of the European Union, https://data.europa.eu/doi/10.2875/212278

(2) V. https://food.ec.europa.eu/safety/food-waste/eu-actions-against-food-waste/eu-platform-food-losses-and-food-waste_en

(3) Recommendations for Action in Food Waste PreventionDeveloped by the EU Platform on Food Losses and Food Waste. 12.12.19. https://food.ec.europa.eu/document/download/7143f94e-600f-4df5-acef-5b332e7e44ec_en?filename=fs_eu-actions_action_platform_key-rcmnd_en.pdf

(4) I Voluntary Agreements sono definiti da REFRESH come ‘Impegni o patti autodeterminati con obiettivi qualitativi e quantitativi, sviluppati da entità private e/o altre parti interessate in consultazione con i loro firmatari. Sono utilizzati come linee d’azione alternative alla legislazione tradizionale, possono essere sperimentati da funzionari governativi, imprese o altri attori e possono essere utilizzati in aggiunta indipendentemente dalla legislazione esistente.’

(5) Le metodologie sono riportate nel FLW Standard del FLW Protocol, e nella decisione delegata (UE) 2019/1597 e nella decisione di esecuzione (UE) 2019/2000.

(6) Le parti interessate sono la Camera dell’Agricoltura e delle Foreste della Slovenia, Unione delle Cooperative della Slovenia, Camera di Commercio della Slovenia, Camera delle Aziende Agricole e Alimentari, Camera dell’Artigianato della Slovenia, Camera del Turismo e dell’Ospitalità della Slovenia, Associazione dei Consumatori della Slovenia e Ministero dell’Agricoltura, delle Foreste e dell’Alimentazione.

(7) V. https://www.gratismad.dk/

Andrea Adelmo Della Penna

Laureato in Tecnologie e Biotecnologie degli Alimenti, tecnologo alimentare abilitato, segue l’area di ricerca e sviluppo. Con particolare riguardo ai progetti di ricerca europei (in Horizon 2020, PRIMA) ove la divisione FARE di WIISE S.r.l. società benefit partecipa.

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