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Pesticidi, via libera della Corte di Giustizia UE ai divieti nazionali. Salviamo le api

L’8.10.20 la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha finalmente riconosciuto la possibilità, per gli Stati Membri, di vietare sui loro territori l’utilizzo di pesticidi autorizzati in UE. (1)

Ma la battaglia di civiltà sui neonicotinoidi prosegue. In Francia, ove il contenzioso era scaturito e i bieticoltori hanno poi ottenuto una deroga al divieto. E nell’intero vecchio continente, ove l’iniziativa dei cittadini europei ‘Salviamo le api e gli agricoltori’ ha ancora bisogno delle firme di tutti noi.

Pesticidi neonicotinoidi, il casus belli

Il 27.5.18 la Commissione europea, come si è visto, ha vietato l’uso in campo aperto – non anche in serra – di tre neonicotinoidi, imidacloprid, clothianidin e tiamethoxam. (2) Sulla base delle valutazioni scientifiche di EFSA (European Food Safety Authority), che ha acclarato i gravi rischi causati da questi insetticidi alla salute degli insetti impollinatori e all’ecosistema.

Il 30.7.18 il governo francese è però andato oltre. Ha anticipato all’1.9.18 (con possibilità di deroghe fino all’1.7.20) il divieto di utilizzo dei tre veleni di cui sopra e delle sementi con essi trattate. E ha esteso il divieto ad altri due neonics, acetamiprid e thiacloprid. (3) Scatenando così la reazione delle Big 4, sempre impegnate ad ammorbare popolazioni ed ecosistemi con i loro cocktail di veleni.

Big 4 contro governo francese

L’UIPP (Union des industries de la protection des plantes), la lobby che rappresenta in Francia i monopolisti di pesticidi e sementi – le famigerate Big 4 – ha perciò presentato ricorso amministrativo contro il governo di Parigi. Per ottenere l’annullamento del decreto di cui sopra. E il Consiglio di Stato francese ha sottoposto alla European Court of Justice (ECJ) una questione pregiudiziale.

La questione riguarda la possibilità, per gli Stati membri, di giungere al divieto d’impiego degli agrotossici allorché ricorrano le condizioni stabilite per adottare le c.d. ‘misure di emergenza’. Vale a dire quando ‘esista chiaramente la probabilità che una sostanza attiva, un antidoto agronomico, un sinergizzante o un coformulante approvati, o un prodotto fitosanitario autorizzato’ in UE ‘comportino un rischio grave per la salute umana o degli animali o per l’ambiente, e qualora tale rischio non possa essere contenuto, in modo soddisfacente, mediante provvedimenti’ di minore intensità. (4)

Giustizia alla Corte

La Giustizia è stata fatta dall’omonima Corte europea. La quale ha evidenziato come la procedura stabilita nel regolamento sui c.d. ‘fitofarmaci’ abbia il preciso ‘scopo di consentire l’adozione, da parte della Commissione o in mancanza da uno Stato membro, di misure di emergenza che disciplinano l’uso o la vendita di talune sostanze o di taluni prodotti, qualora tali misure appaiano necessarie per proteggere la salute umana o degli animali o l’ambiente’. (1)

I giudici di Lussemburgo hanno altresì chiarito come questo tipo di misure possano venire legittimamente notificate a Bruxelles ai sensi della dir. UE 2015/1535. Proprio come ha fatto il governo francese. Tale direttiva, le cui origini risalgono al 1983 (dir. 83/189/CEE), disciplina la notifica preventiva di tutte normative tecniche nazionali relative alle merci e ai servizi. (5) Ed è dunque idonea anche allo scopo di adottare misure d’emergenza.

Assemblée nationale in retromarcia

Il 6.10.20 l’Assemblée nationale, la Camera dei deputati parigina, ha però inserito la retromarcia sul divieto all’impiego dei neonicotinoidi introdotto due anni prima. Approvando la proposta governativa 3.9.20, per introdurre una deroga sulle colture di barbabietola da zucchero, ove le sementi conciate con i pesticidi in questione potranno venire utilizzati fino all’1.7.23.

Paradossalmente, i bieticoltori francesi potranno proseguire fino alla campagna saccarifera 2023 l’impiego dei neonicotinoidi che saranno frattanto stati banditi in UE. (2) Praticando così – con l’avallo delle istituzioni francesi – una concorrenza sleale nei confronti dei bieticoltori degli altri Stati membri. In barba alle istanze di salvaguardia di salute e ambiente propugnate dalla società civile.

Neonicotinoidi, una battaglia di civiltà

I neonicotinoidi – una classe di pesticidi simili per composizione chimica alla nicotina, gravemente tossici per il sistema nervoso centrale degli insetti (e non solo) – sono al centro di una battaglia di civiltà che va ben oltre il contenzioso in esame. Le lobby dei veleni, oltre ad aver finanziato numerose frodi scientifiche, continuano a portare avanti inganni virali sulla loro improbabile innocuità per ambiente e biodiversità. In USA e in UE, come pure in Italia.

L’impiego dei neonics in agricoltura è stato peraltro associato riconosciuto conclamata la correlazione tra il loro impiego e il Colony Collapse Disorder (CCD), prima causa del genocidio degli insetti impollinatori che è tuttora in corso. È perciò indispensabile portare avanti con successo la raccolta di firme sull’iniziativa dei cittadini europei ‘Salviamo le Api’, il cui termine scade il 31.3.21.

FIRMA QUI, per favore.

Dario Dongo e Gioele Luchese

Immagine di copertina: Agir pour l’Environment, une association de mobilisation citoyenne nationale en faveur de l’environnement
Note

(1) European Court of Justice (ECJ). Causa C-514/19, Union des industries de la protection des plantes contro Premier ministre et al. Sentenza 8.10.20, su http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf;jsessionid=E1E69A59A846E086E7D7C5152772CA0B?text=&docid=232150&pageIndex=0&doclang=IT&mode=lst&dir=&occ=first&part=1&cid=12796875

(2) Reg. UE 2018/783, 784, 785

(3) Si è così proceduto all’aggiornamento della loi biodiversité (loi 1087/16, e del code rurale et de la pêche maritime (loi 1170/14, articolo 253.8.1)

(4) Reg. CE 1107/2009 e successive modifiche, relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari, articoli 69 e 71. Testo consolidato su https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A02009R1107-20191214

(5) Dir. UE 2015/1535, relativa alla procedura d’informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche

Laureato in giurisprudenza all’Università di Torino, frequenta il Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare (CAFLA) presso l’Università del Piemonte Orientale

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