HomeProgressoPesticidi, appello per la raccolta e la pubblicazione di dati attendibili

Pesticidi, appello per la raccolta e la pubblicazione di dati attendibili

La trasparenza e la piena accessibilità a dati attendibili sull’uso dei pesticidi è essenziale per monitorare i rischi per la salute delle popolazioni, degli agricoltori e dell’ambiente. Questo fondamentale diritto dovrebbe venire finalmente garantito in Europa da un apposito regolamento (Statistics on Agricultural Input and Output, SAIO). Tuttavia, le norme previste sembrano acquisire opacità via via che si avvicinano alla approvazione. La società civile si mobilita affinché venga garantita la trasparenza necessaria, nel documento che segue, sottoscritto da 75 organizzazioni indipendenti. (1)

Dati attendibili e accessibili sui pesticidi, l’appello

‘Le organizzazioni sottoscritte esprimono profonda preoccupazione per la direzione che stanno prendendo i negoziati all’interno dei triloghi sulla riforma del regolamento sulle statistiche agricole (SAIO).

Invitiamo gli Stati membri a sostenere le proposte del Parlamento europeo garantendo che dati precisi sull’uso dei pesticidi vengano raccolti e pubblicati senza ulteriore ritardo.

L’importanza dei dati sui pesticidi

Per garantire che l’agricoltura europea si allontani dalle pratiche ad alta intensità di pesticidi, abbiamo bisogno di dati pubblici precisi su quali pesticidi vengono utilizzati dove, quando, su quali colture e in quali quantità. Tali dati infatti:

●  consentono di misurare in modo significativo i progressi e identificare quali settori o colture e in quali regioni incontrano difficoltà per la transizione verso pratiche di agricoltura sostenibile;

●  permettono a scienziati indipendenti e alla comunità scientifica di collegare i punti tra l’esposizione a pesticidi specifici o un loro cocktail e il danno all’ambiente e/o alle persone;

●  servono al lavoro delle autorità pubbliche per verificare se i dati trasmessi per le autorizzazioni dei pesticidi corrispondano effettivamente al loro utilizzo reale;

●  sono essenziali alle autorità pubbliche per elencare in modo più efficiente quali pesticidi finiscono nelle acque e devono quindi essere monitorati, così da adottare misure adeguate per proteggere, ad esempio, i residenti delle aree rurali e la biodiversità;

●  Ricostruire la fiducia dei cittadini dell’UE nei governi nazionali, delle istituzioni dell’UE e della loro volontà di proteggere la salute pubblica e l’ambiente nonostante il peso di interessi privati ​​come le lobby agrochimiche.

Guadagnare la fiducia dei cittadini UE

Questa fiducia dei cittadini dell’UE è attualmente infranta perché oggi è ovvio che l’uso dei pesticidi e i loro rischi per la salute umana e l’ambiente sono fuori controllo. Il nostro sistema legale doveva consentire solo i pesticidi che

i) non hanno alcun effetto dannoso immediato o ritardato sulla salute umana

ii) nessun effetto inaccettabile sulle piante e

iii) nessun effetto inaccettabile sull’ambiente.

Sfortunatamente, il modo in cui questo sistema di autorizzazione è stato applicato in pratica solleva serissimi dubbi sulla sicurezza dei pesticidi sul mercato dell’UE. Le prove di un danno inaccettabile alla biodiversità e ai lavoratori in prima linea – i lavoratori agricoli – si stanno accumulando. Questo sistema non avvantaggia gli agricoltori nemmeno economicamente ed esistono alternative fattibili all’agricoltura intensiva con pesticidi.

Accesso ai dati sui pesticidi solo tramite i tribunali

Alla luce del comprovato impatto dei pesticidi sulla salute pubblica e sull’ambiente e della necessità di passare a modelli alternativi di agricoltura, la scarsa quantità di dati sull’uso dei pesticidi raccolti e pubblicati è incomprensibile.

La California ha messo in atto un quadro completo e un database pubblico sull’argomento già negli anni ’90. Ciò che sorprende ancora di più è che i dati esistono ma non vengono sfruttati dalle autorità pubbliche.

In effetti, gli agricoltori e tutti gli altri utilizzatori professionali di pesticidi sono obbligati – da più di 10 anni – a tenere a disposizione delle autorità pubbliche i registri dei pesticidi che utilizzano. Tuttavia, questi registri non vengono raccolti sistematicamente. Per accedere a questi record, il pubblico, ad es. medici, scienziati, un sindacato dei lavoratori dell’agricoltura o una società di approvvigionamento idrico, non hanno altra scelta che seguire una procedura lunga e pesante, che spesso richiede il ricorso ai tribunali.

Gli aspetti chiave dei negoziati

Alla luce delle ultime informazioni pubbliche, i negoziati sembrano procedere in una direzione più positiva. Tuttavia, molti aspetti chiave sono ancora estremamente preoccupanti e poco chiari. Più specificamente:

● Benché accogliamo con favore il riconoscimento da parte della Presidenza francese della necessità di disporre di dati annuali sull’uso dei pesticidi e di una raccolta elettronica dei registri degli agricoltori, siamo profondamente preoccupati dal testo di compromesso proposto in quanto non garantisce che i registri degli agricoltori saranno raccolti abbastanza presto. In effetti, il primo anno in cui questi dati verrebbero raccolti sarebbe il 2028, ovvero tra 6 anni. Nel frattempo, sono destinati a verificarsi danni irreversibili alla biodiversità e alla salute delle persone a causa di un’esposizione ai pesticidi fuori controllo.

● Esiste anche il rischio elevato che questi documenti non vengano effettivamente mai raccolti, poiché ciò dipenderà dall’armonizzazione di un formato digitale da decidere in una procedura separata (atto di esecuzione ai sensi del regolamento (CE) n. 1107/2009) senza alcun vincolo di tempo o possibilità per il Parlamento europeo di avere voce in capitolo.

● In attesa del 2028, il compromesso proposto suggerisce di effettuare un solo sondaggio (nel 2026). Ciò non è sufficiente per fornire un quadro chiaro dei progressi verso gli obiettivi di riduzione fissati per il 2030 nella strategia Farm to Fork. Inoltre, tale indagine riguarderà solo una selezione di colture comuni tra Stati membri e sarà definita solo successivamente (tramite atti di esecuzione) in una procedura in cui il Parlamento europeo non avrà voce in capitolo.

● Infine, mentre accogliamo con favore il riconoscimento che le regole sull’accesso ai documenti e sull’accesso alle informazioni ambientali restano pienamente applicabili, il testo normativo proposto in merito alla diffusione dei dati lascia troppo spazio all’interpretazione. Non offre la certezza giuridica necessaria che i dati su tutti gli usi e le vendite di pesticidi saranno effettivamente pubblicati per sostanza attiva nel pieno rispetto delle norme sull’accesso alle informazioni ambientali.

Quattro richieste ai negoziatori del regolamento SAIO

Se il testo di compromesso su questi aspetti diventasse legge, i dati raccolti sull’uso dei pesticidi sarebbero troppo pochi, troppo tardivi, con una preoccupante incertezza su ciò che verrà effettivamente pubblicato.

Invitiamo pertanto i negoziatori, e in particolare il Consiglio, a tenere conto di queste preoccupazioni, e in particolare a:

1. Accorciare al 2025 il periodo di transizione per la prima raccolta digitale di tutti i registri degli agricoltori per tutte le colture. La velocità è una questione di impegno e investimento dei governi nazionali. Questo investimento è atteso da tempo: la necessità di dati sull’uso dei pesticidi era già stata riconosciuta nel 1993.

2. Rendere obbligatoria nel testo SAIO la raccolta annuale dei registri degli agricoltori. Tale raccolta è effettuata dalle autorità nazionali preposte all’attuazione del regolamento sui pesticidi.

3. Creare l’obbligo per la Commissione di adottare – con atto delegato ai sensi della SAIO – entro il 1° gennaio 2023, il formato elettronico armonizzato dei registri degli agricoltori. Perlomeno, se questo formato elettronico deve essere definito ai sensi di un atto di esecuzione ai sensi del regolamento (CE) n. 1107/2009, tale atto deve essere adottato entro luglio 2022.

4. Adottare un provvedimento sulla diffusione dei dati sull’uso e la vendita dei pesticidi simile a quanto proposto dal Parlamento, indicando esplicitamente e anticipatamente quale livello di dettaglio sarà pubblicato. È essenziale che i dati siano pubblicati per sostanza attiva, superficie trattata (ha) e per coltura.

Punti preoccupanti

Ribadiamo inoltre le nostre preoccupazioni in relazione a punti che, a nostra conoscenza, non sono stati ancora discussi nei triloghi:

● I dati sull’uso dei pesticidi almeno a livello regionale (NUTS3) sono fondamentali affinché i dati siano utili. I dati devono inoltre essere ordinati tra i pesticidi utilizzati nell’agricoltura biologica e quelli utilizzati nell’agricoltura convenzionale.

● Nella proposta della Commissione vi sono troppe potenziali deroghe che potrebbero limitare indebitamente le informazioni trasmesse a Eurostat in merito ai pesticidi. Tali deroghe o esenzioni non si applicano ai dati sui pesticidi poiché i dati sono disponibili da 10 anni e la loro raccolta è attesa da tempo.

Per un’agricoltura veramente moderna e sostenibile, i governi devono investire nei sistemi di dati rilevanti e mettere questi dati nel pubblico dominio a cui appartengono. Questo non può aspettare fino al 2028′.

Note

(1) V. https://www.pan-europe.info/resources/letters/2022/05/joint-statement-urgent-need-precise-public-data-use-pesticides-across 

Il documento è sottoscritto da 75 organizzazioni, delle quali indichiamo area d’azione e referente: ADENY (FR, Sylvie Beltrami), Agroecology Europe (EU, Lili Balogh), Alliance for Cancer Prevention (UK, Helen Lyn), Apicultural Research Educational Center (GR, Fani Hatjina), Apimondia (GR, Fani Hatjina), ÄrztInnen für eine gesunde Umwelt (AT, Hanns Moshammer), Asociación Vida Sana (ES, Ángeles Parra), Association Organic Gardens for Education (SI, Anamarija Slabe), Aurelia Stiftung (DE, Thomas Radetzki), BeeLife (EU, Noa Simon), Biom Association (HR, Željka Rajković), BirdLife Europe and Central Asia (EU, Ariel Brunner), BirdLife The Netherlands (NL, Cees Witkamp), BugLife (UK, Matt Shardlow), Center for International Environmental Law -CIEL (CH, David Azoulay), ClientEarth (EU, Anaïs Berthier), Compassion in World Farming (EU, Olga Kikou), Coordination gegen BAYER-Gefahren (DE, Jan Pehrke), Corporate Europe Observatory – CEO (EU, Nina Holland), Deutsche Umwelthilfe e.V. (DE, Sascha Müller-Kraenner), Dutch Bee Conservation (NL, Maaike Molenaar), Earth Thrive (UK, Zoe Lujic), Earth Trek (HR, Damir Grgić), Eco-Hvar (HR, Vivan Grisogono), ECOCITY (GR, Eri Bizani), Ecodesign competence centre (LV, Jana Simanovska), Ecologistas en Acción (ES, Koldo Hernandez), EEB (EU, Jeremy Wates), EFFAT (EU, Kristjan Bragason), Égalité (IT, Dario Dongo), EPBA (FR, Cindy Adolphe), EURAF (EU, Gerry Lawson), Eureau (EU, Oliver Loebel), FODESAM (ES, Carlos de Prada), Friends of the Earth Malta (MT, Martin Galea De Giovanni), Generations Futures (FR, Nadine Lauverjat), Global 2000 (AT, Helmut Burtscher-Schaden), Green Federation “GAIA” (PL, Jakub Skorupski), Health and Environment Alliance (EU, Angeliki Lysimachou), Hnutí DUHA – Friends of the Earth Czech Republic (CZ, Martin Rexa), Hogar sin Toxicos (ES, Carlos de Prada), Hungarian Agroecology Network Association (HU, Lili Balogh), IAWR (DE, Wolfgang Deinlein), IFOAM Organics Europe (EU, Eric Gall, Policy Manager), Institute Marquès (ES, Mireia Folguera), Integrated Resources Management Co ltd – IRMCo (MT, Anna Spiteri), Justice Pesticides (FR, Arnaud Apoteker), Kecskeméti Szatyor Közösség Egyesület (HU, László Szigeti), Latvian Fund for Nature (LV, Baiba Vitajevska-Baltvilka), Lipu – BirdLife Italia (IT, Federica Luoni), LPN (PT, Inês Machado), Mouvement Ecologique Luxembourg (LU, Roger Dammé), Nature & Progrès Belgique (BE, Marc Fichers), Navdanya International (International, Elisa Catalini), Neo-Agri (FR and ES, Sidney Flament-Ortun), NOAH – Friends of the Earth Denmark (DK, June Rebekka Bresson), Pesticide Action Network (PAN) Europe (EU, Martin Dermine), Pestizid Aktions-Netzwerk e.V. – PAN Germany (DE, Susanne Smolka), PAN Italia (IT, Fabio Taffetani), Pesticide Action Network Netherlands (NL, Margriet Mantingh), Plataforma Transgenicos Fora (PT, Lanka Horstink), Polish Ecological Club (PL, Maria Staniszewska), Pollinis (FR, Barbara Berardi Tadié), ROMAPIS (RO, Constantin Dobrescu), SEO/BirdLife (ES, Tamara Rodríguez Ortega), Sociedad Españoña de Agricultura Ecológica (ES, Concha Fabeiro), SNA (FR, Frank Alétru), SOS Faim Belgium (BE, Jonas Jaccard), Stadtbienen e.V. (DE, Johannes Weber), SumOfUs (International, Eoin Dubsky), Umweltinstitut München e.V. (DE, Vera Baumert), Union Nationale de l’Apiculture Française (FR, Clémence Rémy), Via Pontica Foundation (BG, Ina Agafonova), WECF International (NL, Sascha Gabizon), ZERO – Associação Sistema Terrestre Sustentável (PT, Pedro Horta).

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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