La permacultura è un insieme di pratiche, agricole e non, per vivere in sintonia con gli ecosistemi naturali. È apparsa per la prima volta in un testo legislativo dell’UE il 14.2.19, quando la commissione ENVI del Parlamento europeo si è pronunciata in merito alla proposta di regolamento recante norme sul sostegno ai piani strategici nell’ambito della politica agricola comune.
Tale locuzione è stata successivamente menzionata in ulteriori testi elaborati in seno alle istituzioni europee nell’ambito dei lavori preparatori alla riforma PAC per il periodo successivo al 2020 con specifico riferimento al paradigma agroecologico in ambito agroalimentare. (1)
Cosa è la permacultura
Il termine ‘permacultura’ è stato coniato da Bill Mollison e da David Holmgren a metà degli anni ‘70 per descrivere “un sistema integrato in evoluzione di specie animali e vegetali, perenni o a diffusione spontanea, utili all’uomo”. (2)
L’inglese ‘permaculture‘ ha posto nel tempo alcuni problemi di traduzione in quanto assume nella lingua originaria una doppia valenza che viene persa nella trasposizione nella lingua italiana. Da un lato, ha un significato limitato al contesto agricolo (permacOltura) e, dall’altro, un significato molto più generale e filosofico che va oltre il contesto agricolo (permacUltura).
Una definizione più recente di permacultura, che riflette l’allargamento dei contenuti del concetto stesso, è proposta dagli stessi Mollison e Holmgren i quali hanno spostato l’attenzione sulla prospettiva culturale del termine definendola nel modo seguente:
“paesaggi consapevolmente progettati, che imitano modelli e relazioni presenti in natura e forniscono cibo, fibre ed energia per soddisfare i bisogni locali”. (3)
Una cornice concettuale
La permacultura deve essere oggi intesa come un modo di pensare. Si tratta di una cornice concettuale, nata come risposta alla crisi ambientale, con l’obiettivo di progettare insediamenti umani autosufficienti capaci di adottare tecniche di produzione, approvvigionamento e costruzione atte a limitare la produzione di scarti e l’inquinamento e contemporaneamente preservare e incrementare naturalmente la fertilità dei terreni e la biodiversità del sistema.
I principi della permacultura sono di ordine generale, etici e progettuali. Sono brevi dichiarazioni o slogan che possono essere utilizzati per sintetizzare le complesse opzioni che ci si trova ad affrontare quando si tratta di progettare e attuare un sistema ecologico improntato a criteri di sostenibilità.
Il ‘fiore della permacultura’
I suddetti principi costituiscono la bussola concettuale che deve guidare le azioni dell’umanità all’interno dei seguenti ambiti di applicazione permaculturale, che vengono rappresentati da Holmgren con l’illustrazione del “fiore della permacultura” (4):
– costruzioni ambientali (bio architettura, case solari passive);
– strumenti e tecnologia (energie rinnovabili, riciclaggio);
– cultura ed educazione (ecologia sociale, pedagogia steineriana);
– salute e benessere spirituale (medicina olistica, yoga);
– economia e finanza (agricoltura supportata dalla comunità, LETS) (5);
– possesso della terra e governo della comunità (eco-villaggi, cooperative ed associazioni);
– gestione della terra e della natura (agricoltura biologica e biodinamica, raccolta di prodotti selvatici).
Tre regole generali
I principi etici della permacultura possono essere definiti come dei meccanismi culturalmente evoluti che tendono a guidare il comportamento umano verso scelte ecologicamente sotenibili atte a mitigare l’impatto negativo delle scelte egoistiche dei singoli.
Sono riassunti in tre regole generali di base (6):
• Prendersi cura della terra (gestire con sobrietà il suolo, le foreste e l’acqua);
• Prendersi cura delle persone (accudire se stessi, i parenti e la comunità);
• Condividere equamente (fissare dei limiti al consumo ed alla riproduzione, e ridistribuire le eccedenze);
Tali regole di condotta sono considerate comuni a tutti i popoli tribali indigeni e l’attenzione della permacultura ad apprendere da tali gruppi di individui si basa sull’evidenza della capacità di tali soggetti di esistere in equilibrio con l’ambiente sopravvivendo molto più a lungo di qualunque altro esperimento più recente di civiltà. (7)
Principi di progettazione
I principi di progettazione derivano da un modo di percezione del mondo che può essere definito “pensiero sistemico”.
Il pensiero sistemico è caratterizzato dalla comprensione dei meccanismi che regolano l’interazione tra gli elementi della realtà ed è essenziale per arginare gli effetti collaterali del pensiero analitico e lineare.
Nell’era pre-industriale, quando la vita della maggior parte degli individui era vicina alla natura e dipendente da essa, il meccanismo di pensiero sistemico era probabilmente più spontaneo, in quanto la relazione diretta tra gli eventi naturali e l’effetto che questi avevano sulla vita rendeva necessario per la sopravvivenza sviluppare un processo mentale articolato intorno alle concatenazioni di fattori.
Il recupero del pensiero sistemico
Col progressivo allontanamento dalla natura questa diretta relazione tra elementi si è gradualmente persa, lasciandoci oggi spesso incapaci di districare la complessità delle cose o consentendoci di vedere solo alcune parti del tutto.
Adottare una visione circolare, dove ogni elemento di un sistema è intimamente collegato a tutti gli altri, non è spontaneo per chi è cresciuto nel mondo moderno e distaccato dalla realtà della natura, ma non è alieno al meccanismo di funzionamento del nostro cervello ed è una parte che sarebbe estremamente utile riportare in superficie e applicare nella realtà quotidiana.
I principi base in 12 punti
David Holmgren sintetizza i principi base della permacultura in 12 punti (8):
1 – Osserva e interagisci (la bellezza è negli occhi di chi guarda). Occorre capire come funziona la natura se si vuole essere capaci di lavorare con essa. L’osservazione va accompagnata dall’interazione personale.
2 – Raccogli e conserva l’energia (prepara il fieno finché c’è il sole). Raccogliere e conservare l’energia è alla base di tutte le culture umane e non. Per energia si intende tutto ciò che può essere immagazzinato e/o mantenuto in buono stato e che è fondamentale per la sopravvivenza di una comunità/cultura (esempi: cibo, alberi, semi, energia solare).
3 – Assicurati un raccolto (non si può lavorare a stomaco vuoto). La permacultura dà particolare importanza all’autosufficienza ed all’abilità di soddisfare molti dei nostri bisogni grazie alle nostre risorse. Non dovremmo più dipendere dal sistema alimentare globale.
4 – Applica l’autoregolazione e accetta il feedback (i peccati dei padri ricadono sui figli fino alla settima generazione). La Natura tende all’equilibrio e attua sistemi di controllo di ciò che avviene e quindi di regolazione. In permacultura le azioni non appropriate devono essere limitate, circoscritte e scoraggiate. Il feedback è la risposta del sistema alle nostre azioni. Può essere positivo o negativo. È nostro compito analizzarlo ed operare di conseguenza, con un occhio puntato non tanto alla eliminazione o riduzione di questo sintomo, quanto alla radice del problema, alla causa primaria.
5 – Usa e valorizza risorse e servizi rinnovabili (lascia che la natura faccia il suo corso). L’utilizzo di risorse rinnovabili è la chiave per la creazione di stabilità: nel tentativo di apprendere dal mondo naturale e replicarlo, dovremmo considerare che raramente un ecosistema naturale utilizza tutte le sue risorse fino a lasciare un paesaggio impoverito e inutilizzabile. Il vento, il sole e l’acqua sono le risorse rinnovabili principali che possono aiutare a raggiungere la sostenibilità.
6 – Evita di produrre rifiuti (il risparmio è il miglior guadagno; un punto in tempo ne salva cento).
Occorre assicurarsi che i sistemi presenti nel progetto non producano niente che non sia utilizzabile e utile ad un altro sistema.
7 – Progetta dal modello al dettaglio (gli alberi non sono la foresta). Bisogna imparare a dare uno sguardo d’insieme prima d’immergersi nel dettaglio. È necessario utilizzare soluzioni progettuali derivate da modelli osservati in natura.
8 – Integra invece di separare (molte mani rendono il lavoro più leggero). Le relazioni tra le cose sono tanto importanti quanto le cose stesse. La permacultura consente di integrare gli elementi in modo tale che i bisogni di un elemento siano soddisfatti tramite gli altri elementi e viceversa.
9 – Piccolo e lento è bello (più sono grossi e più fanno rumore cadendo. Con lentezza e costanza si vince la corsa). Soluzioni e attività su piccola scala hanno maggiori possibilità di adattarsi alle necessità locali, sono generalmente più rispettose della natura e capaci di far emergere cambiamenti essere più facilmente capiti e monitorati.
10 – Usa e valorizza la diversità (non mettere tutte le uova in una sola cesta). Valorizzare la diversità animale e vegetale. La diversità riduce i rischi derivanti dalla gran parte delle minacce: l’ammalarsi di una specie di pianta non è la fine del raccolto. Inoltre aiuta a beneficiare dell’unicità di ogni territorio.
11 – Usa e valorizza il margine (smetti di pensare di essere sulla buona strada solo perché è molto frequentata). In ecologia si definisce “ecotono”: è un ambiente di transizione tra due ecosistemi, e più in generale tra due ambienti omogenei. Gli ecotoni contengono specie proprie delle comunità confinanti e specie esclusive dell’area ecotonale stessa, e quindi possiedono un’elevata biodiversità e ricchezza. Queste sue peculiarità rendono l’ecotono indispensabile poiché proprio attraverso queste strutture avviene il collegamento fra ambienti molto diversi tra loro (boschi-prati, laghi-foreste, acque dolci-acque salate). (9)
12 – Reagisci ai cambiamenti e usali in modo creativo (bisogna imparare a vedere le cose non solo per come sono, ma anche come saranno). Comprendendo come gli ecosistemi cambiano nel corso del tempo, è possibile adattarsi creativamente alle variazioni del sistema.
Permacultura e agricoltura
Secondo Holmgren il discorso del “come” prendersi cura del suolo rimane un tema molto controverso in quanto le questioni tecniche e le questioni etiche sono interconnesse poiché non ci è dato sapere fin dove ci si possa spingere nell’aumentare la resa del suolo per soddisfare i bisogni delle comunità umane senza alterarne la qualità e la natura stessa. L’unico dato sicuro è che l’uso scriteriato e immorale del suolo porta, con il tempo, ad esaurire la capacità del suolo di sostenere la vita. (10)
Si può in ogni caso sostenere che nell’ambito della permacultura tutti i metodi di coltivazione utilizzati hanno in comune l’obiettivo di tutelare il terreno e di ripristinarne naturalmente la fertilità facendo esclusivo ricorso a pratiche biologiche. Le tecniche comunemente utilizzate sono l’agricoltura naturale di Fukuoka, l’agricoltura sinergica e l’agricoltura biodinamica. (11)
Prospettive future della permacultura
Ad oggi la permacultura ha avuto una diffusione piuttosto circoscritta. Holmgren afferma che i motivi sono principalmente da ricercarsi nel prevalere di una cultura scientifica del riduzionismo, e quindi un approccio cauto se non ostile a metodi di natura più olistica, nel dominio di una cultura del consumismo creata da una visione puramente economica della salute e del progresso e la paura da parte delle autorità politiche globali e locali di perdere la loro influenza e potere se la popolazione seguisse pratiche volte all’autosufficienza e all’autonomia locale. (12)
Nonostante le predette difficoltà, nell’ambito politico europeo si sta assistendo ad una progressiva (seppur lenta e graduale) presa di forma delle ideologie permaculturali: lo European Green Deal, presentato da Ursula von der Leyen l’11.12.19 potrebbe concretizzarsi in un’ottima rampa di lancio per la diffusione di tali pratiche e teorie.
Luca Borghino
Note
1) Da ultimo: Emendamenti del Parlamento europeo approvati il 23.10.20, Politica agricola comune – sostegno ai piani strategici che gli Stati membri devono redigere e finanziati dal FEAGA e dal FEASR ***, P9_TA(2020)0287
2) B. Mollison, & D. Holmgren, Permaculture One, Corgi 1978;
3) D. Holmgren, Permacultura: come progettare e realizzare modi di vivere sostenibili ed integrati con la natura, Arianna editrice, seconda ed., 2014;
4) D. Holmgren, Permacultura: come progettare e realizzare modi di vivere sostenibili ed integrati con la natura, Arianna editrice, seconda ed., 2014: l’autore definisce tali ambiti come i sette “domini” necessari per sostenere l’umanità nel corso della discesa energetica;
5) Local Exchange Trading Systems: sistemi di scambio commerciale locali;
6) David Holmgren, Essenza della permacultura, https://www.permacultura.it/images/documenti/Essence_of_Pc_IT.pdf
7) Per un’esplorazione delle limitazioni evolutive del tribalismo nel mondo moderno vedi l’articolo “Tribal Conflict: Proven Pattern, Dysfunctional Inheritance” in David Holmgren: Collected Writings & Presentations 1978:2006
8) D. Holmgren, Permacultura: come progettare e realizzare modi di vivere sostenibili ed integrati con la natura, Arianna editrice, seconda ed., 2014;
9) https://it.wikipedia.org/wiki/Ecotono
10) D. Holmgren, Permacultura: come progettare e realizzare modi di vivere sostenibili ed integrati con la natura, Arianna editrice, seconda ed., 2014;
11) https://it.wikipedia.org/wiki/Permacultura#Coltivazioni
12) David Holmgren, Essenza della permacultura, https://www.permacultura.it/images/documenti/Essence_of_Pc_IT.pdf
Lead Auditor in materia di certificazioni agroalimentari ed agrotecnico, laurea in Giurisprudenza e Master di II livello in Diritto dei Mercati Agroalimentari presso l’Università degli studi di Torino.