La produzione di miele è strettamente legata alla salute degli insetti impollinatori – e così, a quella degli ecosistemi e la loro biodiversità – oltre ad avere un impatto significativo sull’agricoltura e l’economia, anche nei Paesi a basso e medio reddito (LMIC, Low and Middle Income Countries). Una breve rassegna scientifica a seguire.
1) Api, miele e agricoltura
Il miele grezzo si distingue in due categorie:
- il miele d’allevamento viene raccolto in box progettati per ospitare gli alveari, anche mobili, alla cui cura provvedono direttamente gli apicoltori
- il miele selvatico viene invece raccolto da alveari che le api formano spontaneamente in natura.
L’indice di crescita delle popolazioni di api, nelle ultime sei decadi, è stato inferiore di circa 2/3 a quello della popolazione umana. Ed è necessario invertire questo trend, anche per sostenere le numerose colture che dipendono dagli impollinatori e così la food security. (1)
Il valore globale dei servizi di impollinazione delle api è stimato in 215 miliardi di dollari l’anno. L’apicoltura è la principale fonte di reddito per milioni di persone e al contempo rafforza la resilienza dei mezzi di sussistenza degli agricoltori, oltre a integrare i loro redditi. (2)
Figura 1: Quota di produzione di miele naturale per regione, media 2012 – 2022 (5)
2) Apicoltura familiare e ‘women empowerment’
In molti Paesi l’apicoltura ha una dimensione familiare, all’interno e attorno alla comunità contadina come pure in contesti forestali. Può conferire potere alle donne e ai giovani, poiché richiede risorse minime e la manodopera è relativamente limitata.
Le donne possono condurre questa attività che è di per sé flessibile, non richiede supporto esterno – a differenza della cura del bestiame e dei raccolti partecipare ad attività economiche – ed è perciò compatibile con altri impegni.
I prodotti possono venire venduti ai vicini o ai mercati locali, senza bisogno di affrontare lunghi viaggi. Questa attività può quindi offrire una fonte di reddito affidabile, anche in periodi di difficoltà economica. (6)
3) Produzione di miele nei Paesi a basso e medio reddito
82 Paesi – prevalentemente localizzati in Asia, Africa e Sud America – sono stati indicati dalla Banca Mondiale, nel 2024, come economie a basso e medio reddito (LMIC). (7) Solo 42 di essi, secondo FAOSTAT, producono miele naturale (figura 3, nota 5). Tre di questi – India, Iran e Ucraina – figurano peraltro nella Top Ten globale dei produttori di miele (figura 3).
Figura 2: Produzione di miele naturale: i 10 principali produttori, media 2012 – 2022 (5)
Figura 3: Quantità di produzione di miele naturale nei Paesi a basso e medio reddito, media 2012 -2022 (5)
3.1) Africa
L’apicoltura viene sempre più riconosciuta come uno strumento di crescita sostenibile dell’economia rurale africana. (8) In Etiopia nord-occidentale, ad esempio, l’apicoltura consente di incrementare il reddito familiare di circa il 50%. (2) Nondimeno l’Etiopia, uno dei principali produttori di miele naturale in Africa orientale, ha subito un drastico calo produttivo, da 45,9 a 17,5 mila tonnellate/anni (kt/y) tra il 2012 e il 2022. (5)
La produzione di miele è viceversa aumentata gradualmente in Kenya, Rwanda, Guinea e Guinea-Bissau, Senegal, con importante sviluppo in Tunisia.
Figura 4: Quantità di produzione/rendimento del miele naturale in Africa + (totale) 2012-2022 (5)
L’Africa dispone tuttora di enormi superfici forestali, ed esprime tuttavia soltanto il 9,9% della produzione globale di miele. Vi è dunque un grande potenziale inespresso, a causa dei frequenti e diffusi conflitti ma anche per la carenza di know-how sull’apicoltura, oltreché di strumenti e attrezzature. La cooperazione è perciò indispensabile, ed è infatti uno degli obiettivi della organizzazione no-profit GHO, Global Honey Organization, fondata in Svizzera a inizio 2024.
3.2) Asia
L’India è il secondo produttore di miele, tra i Paesi a basso e medio reddito. La varietà delle condizioni agro-climatiche offrono un grande potenziale allo sviluppo del settore che già ora registra, presso il National Bee Board quasi 13 mila apicoltori e 1,93 milioni di colonie di api. La produzione annuale di miele è stimata in circa 133,2 kt/y (2021-2022), con export superiore al 55% (circa 74,4 kt/y nel 2020-2021, per un valore di US$ 164,835 mln).
La tecnologia ha consentito di aumentare la produzione e il controllo del miele, mantenere gli standard di qualità per i mercati nazionali e internazionali e promuovere la produzione di altri prodotti dell’alveare, quali polline d’api, cera d’api, pappa reale, propoli e veleno d’api. Ciò ha permesso di aumentare sia il reddito agli apicoltori, sia la domanda di miele e dei prodotti dell’alveare (9,10).
3.3) Centro-Sud America
In Centro-Sud America, la produzione di miele naturale è lievemente aumentata nell’ultimo decennio, dal 2012 al 2024. (5) Le economie emergenti di Messico e Brasile (non più LMIC) registrano invece una crescita più spiccata. Il miele d’api di alta qualità proveniente dal Messico è molto apprezzato tra l’altro per le sue qualità nutrizionali e salutistiche, oltreché per sapore, colore e aroma, in diversi Paesi UE come in USA.
Il Messico ha raggiunto il quarto posto a livello globale (5,7%) nelle esportazioni di miele. E ne è al contempo un grande consumatore, poiché circa la metà della produzione viene venduto nel mercato nazionale. (11) La Guyana, tra i Paesi a basso e medio reddito del Centro-Sud America, ha registrato il maggiore aumento ma la sua produzione di miele rimane marginale a confronto con altre nazioni.
4) Prospettive future per una produzione sostenibile di miele nel LMIC
Le conoscenze degli esperti sono un fattore chiave per la gestione dell’apicoltura. Ricercatori e tecnologi e ricercatori, apicoltori e custodi di api selvatiche, agricoltori, decisori politici e altri stakeholders dovrebbero promuovere sinergie per favorire lo sviluppo sostenibile della produzione di miele anche nei Paesi a basso e medio reddito.
Un approccio collaborativo può aiutare gli operatori ad affrontare i fattori meteorologici (i.e. precipitazioni e umidità relativa) e le malattie delle api, sviluppare reti e mercati, organizzare imballaggi e logistica. Con obiettivi condivisi che associano alla produzione di miele la creazione di fonti di reddito nelle comunità rurali, la tutela degli ecosistemi e la biodiversità. (12) A seguire, alcune aree di intervento.
4.1) Servizi di gestione intelligente dell’apicoltura
Utilizzo di tecnologie avanzate dell’informazione e della comunicazione, per rispondere alle esigenze delle comunità di produttori e utenti finali nei Paesi a basso e medio reddito. Tecnologie avanzate di ICT e telerilevamento possono garantire la continuità e resilienza delle produzioni, oltre a favorire l’adempimento delle normative cogenti e gli standard sempre più rigorosi nei mercati internazionali. (13)
4.2) Accordi di libero scambio
Miele e prodotti delle api ricevono crescente considerazione negli accordi internazionali di libero scambio. (14) Le esigenze sociali diffuse di offrire opportunità di reddito agli apicoltori nei Paesi di produzione, LMIC in particolare, incontrano così la crescente domanda globale di un prodotto naturale quale il miele.
Recenti normative come la Honey Directive (EU) 2024/1438, d’altro canto, introducono ostacoli al commercio internazionale di miele e discriminano i mieli realizzati in alcuni Paesi (extra-UE) rispetto ad altri (UE). Oltre a ipotizzare l’introduzione di requisiti non compatibili con alcune tradizioni produttive, nonché con i codici doganali internazionali. (15)
È necessario perciò garantire l’armonizzazione delle regole e la loro coerenza ai principi di libero scambio definiti in sede WTO, ed è questo uno degli obiettivi di GHO (Global Honey Organization).
4.3) Gestione delle malattie
Le migliori tecniche di apicoltura comprendono una corretta gestione dell’apiario, per prevenire e gestire le malattie delle api oltreché fornire prodotti sicuri e di alta qualità. (16)
Molti Paesi ad alto reddito stanno portando avanti strategie nazionali di protezione e programmi agro-ambientali (AES) per la conservazione delle api da miele.
Questi programmi dovrebbero venire adattati e messi a disposizione dei dipartimenti interessati e degli apicoltori anche nei Paesi a basso e medio reddito, secondo l’approccio ‘One Health’. (17)
4.4) Campagne di sensibilizzazione
Le popolazioni dovrebbero venire incoraggiate a dedicarsi all’apicoltura, anche all’apicoltura urbana, quale motore di innovazione sociale, condivisione e solidarietà, cura dell’ambiente e della biodiversità.
Gli istituti di formazione dovrebbero incentivare la conoscenza di attrezzature e tecnologie moderne, raccolta dei sottoprodotti, controllo dei parassiti e dei predatori e gestione delle malattie. Avendo cura di offrire assistenza anche agli apicoltori che si trovino in aree remote. (18)
I microcrediti dovrebbero venire messi a disposizione delle comunità, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito, per stimolare l’avvio di nuove imprese e la crescita di quelle attuali.
Dario Dongo e Srikanth Vuppala
Note
(1) Phiri, B.J.; Fèvre, D.; Hidano, A. Uptrend in Global Managed Honey Bee Colonies and Production Based on a Six-Decade Viewpoint, 1961-2017. Sci. Rep. 2022, 12, 1-10, doi:1038/s41598-022-25290-3
(2) Abro, Z.; Kassie, M.; Tiku, H.A.; Taye, B.; Ayele, Z.A.; Ayalew, W. L’impatto dell’apicoltura sul reddito delle famiglie: Prove dall’Etiopia nord-occidentale. Heliyon 2022, 8, e09492, doi:10.1016/j.heliyon.2022.e09492
(3) Landaverde, R.; Rodriguez, M.T.; Parrella, J.A. Produzione di miele e cambiamento climatico: Percezioni degli apicoltori, strategie di adattamento delle aziende e bisogni informativi. Insetti 2023, 14
(4) Charles, J.S. Bonbon. Honey Is Creating a Buzz in Haiti. https://www.fao.org/newsroom/story/Bonbon-honey-is-creating-a-buzz-in-Haiti/en
(5) FAOSTAT, Colture e prodotti zootecnici.
https://www.fao.org/faostat/en/#data/QCL/visualize
(6) Martin Hilmi, N.B. e D.M.R. Apicoltura e mezzi di sussistenza sostenibili. FAO Diversif. Bookl. numero 1 2011
(7) Società Internazionale della Continenza. Economie a basso e medio reddito. https://www.ics.org/join/developingworld
(8) APHA. Campione delle migliori pratiche apistiche in Ghana https://aphascience.blog.gov.uk/2024/05/20/championing-best-beekeeping-practices-throughout-ghana/
(9) Horo, A.; Singh, J.M. An Economic Analysis of Stationary Beekeeping in the Northern States of India. Indian J. Entomol. 2023, 1-5, doi:10.55446/ije.2023.1136
(10) India. Ministero dell’Agricoltura e del benessere degli agricoltori. Giornata mondiale delle api. https://pib.gov.in/PressReleasePage.aspx?PRID=1925911
(11) Chan Chi, J.R.; Caamal Cauich, I.; Pat Fernández, V.G.; Martínez Luis, D.; Pérez Fernández, A. Social and Economic Characterization of Bee Honey Production in the North of the State of Campeche, Mexico. Textual 2018, 103-124, doi:10.5154/r.textual.2017.72.007
(12) Fotso Kamga, G.A.; Bouroubi, Y.; Germain, M.; Mbom, A.M.; Chagnon, M. Expert Knowledge-Based Modelling Approach for Mapping Beekeeping Suitability Area. Ecol. Inform. 2024, 80, doi:10.1016/j.ecoinf.2024.102530
(13) Wakjira, K.; Negera, T.; Zacepins, A.; Kviesis, A.; Komasilovs, V.; Fiedler, S.; Kirchner, S.; Hensel, O.; Purnomo, D.; Nawawi, M.; et al. Smart Apiculture Management Services for Developing Countries-the Case of SAMS Project in Ethiopia and Indonesia. PeerJ Comput. Sci. 2021, 7, 1-25, doi:10.7717/PEERJ-CS.484
(14) Si veda, ad esempio, il paragrafo 2, secondo capoverso, nel precedente articolo di Dario Dongo. Via libera agli accordi UE con Cile e Kenya. GIFT (Great Italian Food Trade). 28.2.24
(15) Dario Dongo. Breakfast directives, il Parlamento europeo alza le barriere contro il miele extra-UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 12.12.23
(16) FAO Principali malattie delle api: Buone pratiche apistiche; 2018; ISBN 9789251305447
(17) Christmann, S.; Aw-Hassan, A.; Güler, Y.; Sarisu, H.C.; Bernard, M.; Smaili, M.C.; Tsivelikas, A. Due fattori abilitanti per la protezione degli impollinatori da parte degli agricoltori nei Paesi a basso e medio reddito. Int. J. Agric. Sustain. 2022, 20, 54-67, doi:10.1080/14735903.2021.1916254
(18) Abrol, D.P. L’apicoltura per lo sviluppo economico sostenibile dell’India: Sfide e opportunità. J. Indian Inst. Sci. 2023, 103, 997-1017, doi:10.1007/s41745-023-00374-9