Il microbiota intestinale è al centro di due studi scientifici italiani esposti il 16.11.21, alle 17,30, anche in streaming. Le due ricerche sono state finanziate nel 2019 dall’azienda vinicola Beni di Batasiolo e selezionate, tra le 146 candidate, da una commissione nominata dall’Accademia di Medicina di Torino, che da oltre 200 anni promuove eventi formativi e scientifici.
L’evento viene introdotto dal Prof. Umberto Dianzani, immunologo dell’Università del Piemonte Orientale, e concluso dal Prof. Giancarlo Isaia, Presidente dell’Accademia di Medicina di Torino.
Microbiota intestinale, un marker di cardiopatie
Un microbiota intestinale non ottimale potrebbe costituire un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, in quanto in grado di promuovere un’attività proinfiammatoria delle molecole prodotte dai batteri.
Partendo da questo presupposto, il team guidato da Andrea Baragetti, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell’Università di Milano, ha identificato, in un’ampia popolazione di soggetti con malattie cardiovascolari, una correlazione tra la malattia, la composizione del microbiota intestinale e la variabilità della dieta.
Questa relazione è proposta come un possibile marcatore utile per l’identificazione di soggetti che, pur non avendo ancora sviluppato eventi cardiovascolari manifesti, già mostrano segni precoci della malattia. È il caso per esempio delle ‘placche’ carotidee valutate con ecodoppler.
Trattamento della colite autoimmune
L’altro progetto è coordinato da Simona Ronchetti, Professore Associato di Farmacologia dell’Università di Perugia. Esplora l’utilizzo della proteina ricombinante TAT-GILZ, come potenziale farmaco biotecnologico da utilizzare, insieme a un prebiotico (sostanza non digeribile di origine alimentare che favorisce selettivamente la crescita o l’attività di alcuni batteri intestinali) nel trattamento di un modello murino di colite autoimmune.
Il team di ricerca ha accertato l’efficacia del trattamento, sia con TAT-GILZ sia con il prebiotico (un estratto di lievito), usati anche in combinazione, nel migliorare la sintomatologia della malattia e la sopravvivenza degli animali.
L’estratto di lievito favorisce la sopravvivenza degli animali in maniera dose-dipendente. L’effetto ottimale è alla dose di 1000 mg/kg, che permette di ottenere il 100% di sopravvivenza.
Dati preliminari indicano che questo effetto protettivo dipende in modo importante da un effetto sul microbioma fungino. Nell’insieme, i risultati ottenuti dai ricercatori perugini sono promettenti circa un futuro utilizzo di TAT-GILZ e del prebiotico nella terapia della colite autoimmune.
Il programma
La presentazione delle due ricerche avviene nella seduta pubblica scientifica presso l’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino, in Via Po 18 (a Torino). L’evento è aperto a tutti previa prenotazione via email a accademia.medicina@unito.it e dietro presentazione del Green Pass.
L’evento è accessibile anche in streaming, sul sito www.accademiadimedicina.unito.it.
Nuove evidenze sul microbiota
Il Prof. Giancarlo Isaia, Presidente dell’Accademia di Medicina di Torino e della Commissione di valutazione dei progetti, esprime ‘tutta la sua soddisfazione per aver favorito, con il determinante ed illuminato supporto dell’Azienda vinicola piemontese, l’avanzamento della ricerca nel campo del microbiota, che ha condotto all’acquisizione di importanti dati scientifici, pubblicati su riviste internazionali ad elevato impatto’.
Le nuove evidenze, ‘confermano l’importanza dei batteri intestinali, e quindi della dieta, nel mantenimento della salute, sia sotto l’aspetto preventivo, con particolare riferimento alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, sia in campo terapeutico, indicando la possibilità di trattare patologie infiammatorie intestinali anche con i prebiotici’.
L’impresa dalla parte della ricerca
Valentina Dogliani, vice presidente della Batasiolo Spa, osserva che ‘Batasiolo è da sempre una realtà che pone la scienza e l’innovazione al centro del suo modus operandi: è stato per noi un passo naturale sostenere le iniziative dell’Accademia di Medicina per la ricerca sul microbiota.
Siamo particolarmente lieti di vedere come i due progetti di ricerca selezionati abbiano portato a risultati concreti ed a importanti applicazioni nel campo medico’.

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".