L’erba medica o alfalfa (dall’arabo al-fáṣfaṣa “foraggio”), assieme ad altre colture foraggere, può contribuire a mitigare l’emergenza climatica. Il suo impiego in agricoltura e allevamento è il fulcro del progetto Medi-C-A-Rbonio, volto a ridurre le emissioni di gas-serra e l’impatto ambientale delle produzioni.
Il progetto è realizzato nell’ambito del programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione Emilia Romagna dall’Associazione Italiana Foraggi Essiccati (AIFE), con sede a Ravenna, e il Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA) di Reggio Emilia. La sua presentazione ha luogo il 23.4.21, ore 15, in web meeting.
Medi-C-A-Rbonio, l’erba medica eco-friendly
L’erba medica (Medicago sativa L.) o erba Spagna, o anche alfalfa, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Fabaceae (o Leguminose).
È nota per le proprietà benefiche in agricoltura. Come le altre leguminose, è una coltura azoto-fissatrice. Assimila l’azoto atmosferico e lo trasferisce al terreno. Una funzione preziosa, che rende inutile l’uso di concimi chimici azotati e riduce i rischi di contaminazione da nitrati delle falde acquifere.
Coltura miglioratrice senza pari, è ideale nelle coltivazioni a rotazione. Per questo viene spesso alternata a cereali autunno-vernini, come il grano e l’orzo. Inoltre, nella moderna agricoltura è capace di produrre per 4 o 5 anni. I numerosi sfalci e la continua ricrescita inducono un forte assorbimento di anidride carbonica con conseguente riduzione dell’effetto serra e consentono di evitare trattamenti con anticrittogamici e pesticidi in genere.
Caratteristiche che la rendono una coltura ideale per preparare i terreni all’agricoltura biologica.
Più proteica della soia
Oltre al profilo rispettoso della tutela dei suoli e dell’ambiente, l’erba medica, specie se disidratata, è caratterizzata da una resa proteica annua pari a circa 2500 kg per ettaro. Si tratta di un valore estremamente elevato se si pensa che la soia, coltura di elezione per l’approvvigionamento proteico, raramente arriva a 1000 kg per ettaro/anno.
La produzione annua varia da 6-8 tonnellate di sostanza secca per ettaro nelle zone semi-aride sino a 12-19 tonnellate per ettaro nelle zone ricche d’acqua.
L’erba medica made green in Italy
Una tale prodigiosa coltura è ora al centro del progetto Medi-C-A-Rbonio, che si propone di elaborare una serie di plus di compatibilità ambientale dei foraggi prodotti e commercializzati dai soci AIFE e di definire la una certificazione ecologica di prodotto ‘made green in Italy’ rilasciata dal ministero dell’Ambiente.
AIFE rappresenta il 90% della filiera italiana dei foraggi essiccati e disidratati con una produzione di circa 800.000 tonnellate/anno pari al 10% della totalità produttiva nazionale, posizionandosi seconda a livello europeo dopo Spagna e Francia.
L’Associazione Italiana Foraggi Essiccati conta circa 30 impianti di trasformazione. Qui viene conferita l’erba medica prodotta su 90mila ettari di superficie distribuiti tra Emilia Romagna, Marche, Veneto, Lombardia, Lazio, Umbria, Toscana e Abruzzo.
Come partecipare al web meeting
Il web meeting si tiene sulla piattaforma zoom. La partecipazione è gratuita previa registrazione a questo link: https://filieraitalianaforaggi.it/iscrizione dove è anche consultabile il programma dell’evento.
Intervengono Maria Teresa Pacchioli del CRPA, Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia, Germàn Giner Santonja dello European Integrated Pollution Prevention and Control Bureau, Nicola Di Virgilio della DG Agri alla Commissione europea, l’eurodeputato Paolo De Castro, Sara Cortesi di ENEA.

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".