Il latte di cammella esprime al contempo i valori della salute per i consumatori, il benessere animale e la resilienza delle produzioni. Le prospettive di allevamento sostenibile ed estensivo dei cammelli sono concrete e promettenti anche nel Mediterraneo e in Europa. (1)
Camel Milk – il progetto di ricerca cofinanziato da PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area), con la partecipazione della nostra squadra di FARE (2) – ha contribuito allo sviluppo di filiere virtuose, dalla Francia alla Turchia e l’Algeria, ove si è appena conclusa una conferenza internazionale sul tema. (3)
Queste preziose opportunità di sviluppo sostenibile ed evoluzione del rapporto tra uomo e animali, oltreché della zootecnia, vengono però minacciate in UE da misure nazionali deliranti. Come quella del governo olandese, che vorrebbe vietare gli allevamenti di dromedari senza alcuna giustificazione, in violazione del diritto.
1) Resilienza
Cammelli e dromedari sono gli unici grandi mammiferi capaci di sopravvivere in aree desertiche e adattarsi a varie latitudini e microclimi. Dai roventi Sahel e Maghreb, l’Etiopia e la Somalia, il Medio Oriente e l’Asia minore, l’India e il Pakistan, fino alla rigida Mongolia e l’Australia.
I ricercatori europei hanno iniziato a studiare l’utilizzo tradizionale dei cammelli, negli ultimi decenni. Soffermandosi sulla produzione di latte (oltreché di lana e carni). (4) Sono stati così avviati i primi allevamenti di Camelus Bactrianus e Camelus Dromedarius in Europa e in Nord America.
2) Sviluppo sostenibile, benessere animale
L’impronta ambientale dei camelidi è straordinariamente inferiore a quella dei bovini. Il consumo di acqua è circa il 20%, le emissioni di ammoniaca il 10-15% (ancora inferiori ove l’urina venga raccolta separatamente), quelle di metano altresì molto minori.
Il benessere animale dei camelidi è a sua volta ecologico ed economico. Non v’è bisogno di allestire le stalle con aria condizionata né impianti idrovori di vaporizzazione dell’acqua per rinfrescarne i velli. E la produzione di latte, equiparabile in Arabia e nord Europa, dimostra la loro capacità di adattamento.
2.1) Allevamenti estensivi
I cammelli sono molto intelligenti e hanno una semplice esigenza primaria, muoversi in libertà. I loro allevamenti sono perciò estensivi, senza confini nelle aree poco antropizzate. Ogni giorno percorrono fino a 20 km e assolvono tra l’altro a servizi ecosistemici, quali il controllo della propagazione di rovi, cardi e ortiche nei terreni.
Rientrano a sera, nella ‘casa’ loro allestita dagli esseri umani. I quali offrono loro acqua ed eventuali supplementi di cibo (cereali in genere). Oltre a mungere le cammelle in lattazione, le quali ben apprezzano questo servizio che riduce loro pressione e fastidi sulle ghiandole mammarie. I cuccioli iniziano infatti a mangiare erba già dopo il primo mese di vita e la loro fame di latte così si riduce.
2.2) Saggezza ancestrale e buone prassi
Il rapporto tra l’uomo e i cammelli ha tradizioni ancestrali. Soprattutto nei Paesi arabi, ove i camelidi sono motivo di orgoglio familiare e vengono trasferiti, di generazione in generazione, come il più valevole dei beni. Il rispetto degli animali è parte essenziale di questa cultura.
Isolati tentativi di intensificazione degli allevamenti sono citati in letteratura come esperimenti falliti, da non ripetere. I cammelli confinati nelle stalle accumulano rapidamente peso e perdono la capacità di riprodursi, la produzione di latte crolla.
Le buone prassi di lasciare ai camelidi ampia libertà di movimento si sono così consolidate e dovrebbero venire integrate nelle prescrizioni a garanzia del benessere animale. Anche allo scopo di prevenire ciò che è invece accaduto negli allevamenti di bovini.
2.3) Biodiversità
La diversità genetica è fondamentale e deve venire mantenuta nella sua ampiezza. Proprio in Europa gli appassionati ricercatori e allevatori stanno perciò realizzando una banca dati dei cammelli. Indispensabile, tenuto conto che:
– gli ostacoli normativi, prima ancora che logistici, all’importazione di cammelli e la mancanza di libri genealogici in Europa hanno già causato consanguineità (e impoverimento della diversità genetica),
– bisogna evitare una selezione intensiva delle specie rivolta a esasperare i livelli di produttività, come già occorso nel settore dei bovini da latte.
3) Salute
Il camel milk è da sempre riconosciuto, nei Paesi ove ha luogo la sua produzione, come un alimento prezioso per la salute. Le ricerche condotte negli ultimi decenni hanno confermato le qualità nutrizionali e salutistiche del latte di cammella. Con diversi livelli di evidenza scientifica e variabilità dei tenori di micronutrienti, nei termini che seguono.
3.1) Proprietà nutrizionali
Fonte di proteine di alto valore biologico e facile assimilazione.
Prevalenza di acidi grassi polinsaturi (PUFA), con apprezzabili tenori di Omega 3 (che variano in relazione alle aree di pascolo),
Ricchezza in vitamine C e D, ferro, calcio, zinco.
Alta digeribilità e idoneità al consumo anche da parte dei soggetti intolleranti al lattosio.
3.2) Virtù salutistiche
L’azione probiotica dei LAB (Lactic Acid Bacteria) rilevati nel latte di cammella ha effetti di:
– stimolo del sistema immunitario, grazie anche alla presenza di immunoglobuline, (5)
– funzioni antinfiammatoria, gastroprotettiva, epatoprotettiva,
– contributo alla riduzione del colesterolo ematico,
– contributo all’eubiosi intestinale,
Il lait de chamelle (o lait de chameau) si distingue anzitutto per la capacità di contribuire alla prevenzione e il trattamento del diabete, grazie anche a una proteina simile all’insulina. (6)
4) Mercati
I consumi di camel milk sono stati tradizionalmente relegati alle aree di produzione, a causa della difficoltà di conservare il latte fresco in aree remote di Paesi a basso e medio reddito.
Nel corso degli anni, gli allevatori più fortunati hanno potuto acquistare gruppi elettrogeni e frigoriferi per conservare il latte dopo la mungitura.
Alcuni sono anche riusciti a organizzare piccoli impianti di pastorizzazione e confezionamento, per garantire la sicurezza microbiologica del latte e la sua distribuzione in diversi mercati.
4.1) Opportunità di crescita
La cognizione diffusa dei pregi del latte di cammella ha favorito la crescita della domanda nei contesti urbani, sebbene il suo prezzo sia marcatamente più elevato di quello del latte vaccino (v. par. 4.3). Le tecnologie adottate da alcune imprese hanno favorito l’estensione della gamma di prodotti. Latte UHT e latte in polvere, molto apprezzato anche in Cina. Ma anche gelati, cioccolato, alimenti per bambini e formaggi. Oltre a cosmetici e saponi.
FAO stima che la produzione globale di camel milk sia aumentata, +8%, tra il 2009 e il 2019. E i dati reali potrebbero essere ben superiori, laddove il censimento dei cammelli in Chad ne ha rivelato la presenza in numero quadruplo rispetto alle stime di FAO. Le previsioni di crescita sono ben più significative, +8% annuo nel prossimo quinquennio secondo FAO, grazie alla più ampia varietà di referenze e il volano della distribuzione online.
4.1) Costi di produzione
Il maggior costo del latte di cammella rispetto a quello di vacca è legato alla fisiologia di un essere frugale che consuma poco e produce il necessario, circa 6-7 litri invece dei 30-40 delle vacche selezionate per ciò soltanto.
La lattazione dei camelidi, inoltre, dura 10-12 mesi (dopo 13 mesi di gravidanza) ed è possibile prelevare il latte solo dopo che il cucciolo nelle vicinanze si sia quasi saziato.
L’attenzione alla salute e al benessere dei camelidi è massima anche perché se la madre non accetta il piccolo, o questo muore, la lattazione si ferma. Una ragione in più per trattare gli animali con grande cura.
4.2) Formati di vendita
Il consumo del latte di cammella, in ragione del prezzo di vendita e della sua natura di superfood, si presta a formati di vendita in quantità limitate. Un cibo nutriente e di valore, naturale per davvero, da acquistare in bottiglie che raramente superano i 250 o 500 ml.
5) Olanda, messa al bando dei dromedari
La Commissione europea – come si è più volte denunciato, anche da parte della European Court of Auditors nel 2018 (7,8) – è in grave ritardo nella proposta di riforma sistemica delle regole a tutela del benessere animale. E nel vacuum legis, diversi Stati membri stanno sviluppando liste nazionali tassative degli animali domestici e da compagnia di cui si autorizzano allevamento e vendita, in quanto tali attività non rappresentino un rischio sostanziale per il benessere animale e la sicurezza dell’uomo.
In Olanda, il Ministero dell’Agricoltura, la Natura e la Qualità degli Alimenti ha pubblicato un elenco dei mammiferi ammessi all’allevamento, il 6.7.22, che comprende i cammelli ma non anche i dromedari. Ciò significa che dal gennaio 2024, se la norma non verrà modificata, i dromedari saranno banditi dal suolo olandese e i loro allevamenti dovranno cessare le loro attività. Una precedente decisione era stata presa nel 2015 e annullata nel 2017 dal Trade and Industry Appeals Tribunal (NL) per violazione delle regole UE e vizio di motivazione.
5.1) Delirio olandese
A seguito della censura giudiziaria del precedente tentativo di bandire l’allevamento dei dromedari, il governo olandese ha assoldato una ‘commissione di esperti’. I quali tuttavia, nel riaffermare il delirio della fantasmagorica ‘pericolosità’ del dromedario, ignorano 4.000 anni di storia della sua domesticazione, del tutto analoga a quella del ‘cugino’ cammello bactriano.
Lo studio scientifico in corso di pubblicazione su Animals (Smits et al., 2022) – tra i cui autori figura uno dei massimi esperti di camelidi, l’amico Bernard Faye – offre quindi una revisione critica dei teoremi dedotti dalla commissione di (in)esperti (di camelidi) arruolati dal governo di Amsterdam. (12) Evidenziando come la storia millenaria di domesticazione rifletta non solo il carattere amichevole di Camel dromedarius ma anche la sua l’evoluzione genetica. Con il supporto della rassegna di 527 studi scientifici pubblicati in peer-review.
5.2) Note legali
I produttori di camel milk e suoi derivati, in Unione Europea, seguono le stesse regole di igiene e sicurezza alimentare previste per il latte vaccino. Altrettanto vale per l’unica industria casearia extra-europea (Camelicious, Dubai, United Arab Emirates) autorizzata dal 2013 a importare in UE latte di cammella e prodotti che lo contengano.
I protocolli sviluppati dagli esperti di camelidi a garanzia del benessere animale rispondono a standard obiettivamente superiori a quelli tuttora in auge per gli allevamenti di bovini. Ed è inammissibile, oltreché contrario al diritto UE, ipotizzare divieti nazionali che possano ostacolare una filiera sostenibile promossa dall’Europa stessa in progetti di ricerca come Camel Milk.
6) Conclusioni provvisorie
Lo sviluppo della ricerca scientifica consentirà di validare le virtù salutistiche del latte di cammella che già ora – sulla base delle proprietà nutrizionali e fisiologiche – può venire qualificato come superfood o alimento funzionale (sia pure in assenza di consenso scientifico su una definizione che possa comprendere la grande varietà degli alimenti benefici per l’organismo umano).
La sinergia tra essere umano e camelidi è del resto esemplare di un’evoluzione della zootecnia, rigorosamente cage-free. Proprio come 1,4 milioni di cittadini europei hanno richiesto alla Commissione, attraverso l’iniziativa ‘End the Cage Era’. (10) L’inserimento di dromedari e cammelli nelle imprese agricole e agrituristiche contribuirà alla fioritura, anche in Europa, di un mercato giovane e promettente.
Dario Dongo
Note
(1) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Latte di camelidi, prospettiva mediterranea. GIFT (Great Italian Food Trade). 8.9.21
(2) Dario Dongo. Camel Milk, superfood. Progetto di ricerca mediterranea. GIFT (Great Italian Food Trade). 2.6.19
(3) Camel milk overview in the Mediterranean basin. International Conference. El Oued University, PRIMA. El Oued, Algeria, 22.11.22. https://fb.watch/g_qhEkwlg8/
(4) Marta Strinati. Latte di cammelli e capre per migliorare la resilienza climatica, lo studio su Nature Food. GIFT (Great Italian Food Trade). 19.8.22
(5) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Giornata mondiale del latte, un brindisi al Camel Milk. GIFT (Great Italian Food Trade). 1.6.20
(6) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Latte di cammella, una scorta di probiotici alleati della salute. GIFT (Great Italian Food Trade). 24.6.21
(7) Dario Dongo, Marina De Nobili. Benessere animale, ad maiora. Il ruolo dei ConsumAttori. GIFT (Great Italian Food Trade). 10.7.20
(8) Marta Strinati, Dario Dongo. Benessere animale, via alla consultazione pubblica per modificare la normativa UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 20.10.21
(9) Marcel Smits, Han Joosten, Bernard Faye, Pamela A. Burger. (2022). The flourishing camel milk market and its consequences for animal welfare and legislation. Animals 2022,12. x: https://doi.org/10.3390/xxxxx. www.mdpi.com/journal/animals
(10) Marta Strinati, Dario Dongo. End the Cage Age, 1,4 milioni di firme consegnate alla Commissione europea. GIFT (Great Italian Food Trade). 6.10.20
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.