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La Svezia vieta un pesticida approvato nella UE. Nuova crepa nel sistema dei veleni

La Svezia vieta l’impiego sul suo territorio di un pesticida tedesco autorizzato nella UE. La decisione ricalca quanto già accaduto in Francia e ribadisce la sovranità degli Stati membri sulla tutela del territorio e della popolazione dallo spargimento di sostanze chimiche pericolose.

Vietato in Svezia un pesticida tedesco

La decisione della Svezia di vietare il pesticida Imprid Skog, utilizzato contro i coleotteri sulle piante di conifere (abete rosso e pino), prende le mosse nel maggio 2019, quando l’Agenzia svedese per le sostanze chimiche (KEMI) ha respinto la richiesta di rinnovo dell’autorizzazione del prodotto presentata dalla tedesca Nisso Chemical.

Il ricorso dell’industria chimica è stato accolto 6 mesi dopo dal tribunale distrettuale per il territorio e l’ambiente di Nacka, che ha approvato il rinnovo dell’autorizzazione del pesticida.

La sconfitta non ha scoraggiato l’Agenzia svedese per le sostanze chimiche, che ha presentato ricorso contro la sentenza dinanzi alla Corte d’appello per l’ambiente e il territorio presso la Corte d’appello di Svea. E ha vinto, ottenendo la conferma definitiva dalla Corte suprema per il territorio e l’ambiente. (1)

Obiettivo: un ambiente non tossico

L’opposizione della Svezia al pesticida tedesco è ben motivata e non comporta svantaggi economici o pratici significativi per i proprietari di foreste.

La sentenza della Corte suprema del territorio e dell’ambiente è molto gratificante. La nostra decisione si basa sul fatto che esistono modi per proteggere le piante di conifere dai coleotteri senza sostanze chimiche e che questi metodi sono già ampiamente utilizzati. 

Ogni volta che riusciamo a ridurre l’uso non necessario di sostanze chimiche, facciamo un passo avanti verso un ambiente non tossico’, afferma Per Ängquist, direttore generale dell’Agenzia svedese per le sostanze chimiche.

Il primo caso in Francia

Il verdetto della Corte suprema svedese per il territorio e l’ambiente è una delle prime sentenze nell’UE su questa materia. A fare da apripista è stata la Francia, che nel 2018 ha vietato l’impiego sul territorio nazionale di due neonecotinoidi ammessi nella UE (qui avevamo approfondito la vicenda) e, al ricorso dell’industria chimica, si è rivolta alla Corte di giustizia europea.

La Suprema Corte Ue ha confermato le legittimità dell’operato del governo francese. Il divieto all’impiego di un pesticida autorizzato nella UE è infatti una facoltà accordata dal regolamento sui prodotti fitosanitari a tutti gli Stati membri dell’UE. (2,3)

Ciascun governo può decidere la sostituzione di prodotti chimici con altri mezzi o metodi più sicuri per la salute o l’ambiente e che non comportino svantaggi pratici. Pochi tuttavia, vi fanno ricorso, lasciando mano libera all’avvelenamento di suoli, colture, acque e popolazione. L’iniziativa dei cittadini europei #SalviamoLeApi sembra l’unica speranza di salvezza per il Vecchio Continente. Per sostenerla basta firmare qui.

Marta Strinati

Note

(1) Il testo integrale del ricorso è disponibile, in lingua svedese, a questo link 

(2) Reg. CE 1107/2009 e successive modifiche, relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari. Testo consolidato su https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A02009R1107-20191214

(3) European Court of Justice (ECJ). Causa C-514/19, Union des industries de la protection des plantes contro Premier ministre et al. Sentenza 8.10.20, su http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf;jsessionid=E1E69A59A846E086E7D7C5152772CA0Btext=&docid=232150&pageIndex=0&doclang=IT&mode=lst&dir=&occ=first&part=1&cid=12796875

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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