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Il Raboso di Cecchetto, un vino dal gusto inclusivo

La responsabilità sociale d’impresa può tradursi in esperienze di vita straordinarie, come accade nell’azienda vitivinicola Cecchetto di Tezze di Piave, che da vent’anni produce una linea di Raboso quasi interamente gestita da un gruppo di persone con sindrome di Down.

Vent’anni di vino inclusivo

La fortunata esperienza inizia nel 2005, quando un membro della confraternita del Raboso del Piave propone a Giorgio Cecchetto e sua moglie di organizzare qualche domenica in cantina assieme a famiglie con persone down. L’idea era stare assieme, mangiare e fare vendemmia.

Una domenica dopo l’altra, l’iniziativa prosegue negli anni. Le famiglie con figli down si organizzano e fondano la sezione trevigiana dell’Associazione italiana delle persone con sindrome di Down (AIPD). Oggi, a vent’anni dall’esordio, il progetto prosegue con i figli di Giorgio Cecchetto, che guidano l’azienda (società benefit) con un interesse per il benessere comune, ambientale e sociale.

Dalla vendemmia all’imbottigliamento

‘Siamo arrivati alla ventesima vendemmia. I partecipanti – tra i quali ‘ragazzi’ ormai cinquantenni – vengono il primo sabato pomeriggio più caldo di ottobre, assieme alle famiglie e agli educatori, e si dedicano alla vendemmia di due varietà di Raboso. Poi, con una macchina separano gli acini dal raspo.

Torchiano gli acini e arrivano fino all’ottenimento del mosto, raccolto in damigiane. Noi ci occupiamo poi della vinificazione’, racconta Sara Cecchetto, responsabile sostenibilità dell’azienda di famiglia.

A marzo-aprile, i ragazzi tornano a imbottigliare con metodo tradizionale e tappatura manuale con capsula termoretraibile. Un sistema sicuro, che richiede soltanto l’uso di un phon. Infine, incollano alle bottiglie le etichette che hanno disegnato durante l’inverno, complete di qr-code che rinvia al video della vendemmia.

Duemila bottiglie l’anno targate AIPD Treviso

Ogni anno dal progetto derivano circa duemila bottiglie numerate che l’associazione AIPD Treviso vende per l’autofinanziamento al Vinitaly (nello stand della Regione Veneto), nei mercatini, come bomboniere solidali o alle aziende per i cesti regalo di Natale.

Il progetto del Raboso è uno dei tanti che l’associazione organizza per promuovere l’autonomia sociale degli iscritti. Ma negli anni si è trasformato in una relazione fitta con i Cecchetto, che si alimenta con incontri e iniziative in comune.

L’inclusione che funziona

‘È bello stare con loro, parlare, sapere dei nuovi fidanzamenti’, dice Sara Cecchetto. Una osservatrice speciale (per vicinanza e continuità) della crescita dei ragazzi che vent’anni fa arrivarono in cantina. E oggi conservano nel portafoglio una foto di Giorgio Cecchetti, mancato qualche anno fa.

Della quindicina di persone che partecipano al progetto alcune lavorano in aziende, altre fanno sport. La crescita personale è palpabile. I 40-50enni coordinano le attività e seguono i neofiti. Sono molto coesi e sensibili. Quando una ragazza alla prima vendemmia è andata in crisi, tutto il gruppo si è fermato per abbracciarla e incoraggiarla. Poi tutti assieme hanno ripreso il lavoro.

Le abilità lavorative delle persone down variano, ovviamente. Generalizzando, nell’esperienza in cantina si osserva una propensione a svolgere compiti metodici, semplici, ripetivivi. E una capacità di mantenere la concentrazione ridotta in confronto agli standard necessari in una giornata di lavoro da otto ore.

Dal vino alla pasta di grano antico

Nel sodalizio tra i Cecchetto e l’associazione di AIPD Treviso è maturato due anni fa un secondo progetto: la coltivazione di un grano antico della varietà Montana e la produzione di pasta e farina.

Il momento clou è la trebbiatura, a luglio, con mezzi dei primi del Novecento forniti dal gruppo ‘I Frascassati’. Come per il vino, i ragazzi con sindrome di down disegnano le etichette da apporre sulle confezioni di pasta e farina. L’appuntamento, il 13 luglio 2024, è aperto a tutte le famiglie con bambini.

Nutrire il territorio

La responsabilità sociale nell’azienda agricola Cecchetto è declinata in una forma di inclusione che abbraccia tutto il territorio e i suoi abitanti.

Tra le altre iniziative, ricordiamo gli incontri di formazione per ragazzi sulla vita delle api, nell’apiario dell’azienda, e gli eventi nel bosco (certificato FSC) con gli studenti delle scuole medie su tematiche ambientali, con piantumazione di nuovi alberi e realizzazione di un erbario.

Marta Strinati

(In copertina, alcune etichette realizzate dai ragazzi di AIPD Treviso)

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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