La coltivazione della canapa consente di sequestrare carbonio in misura superiore a qualsiasi altra coltura. Per questa e altre caratteristiche virtuose, la canapa industriale è al centro del progetto Hemp-30, tassello della Green Industrial Revolution lanciata dalla Gran Bretagna e incentrata su microalghe e miscanto (Miscanthus), oltre che sulla canapa. (1)
Carbon farming con la canapa
Obiettivo del progetto Hemp-30 è implementare la coltivazione della canapa industriale e implementarne la raccolta e l’impiego industriale in Gran Bretagna entro il 2030.
Il Regno Unito attualmente conta circa 800 ettari coltivati a canapa industriale. Hemp-30 mira ad aumentare in 10 anni la quantità coltivata di almeno 100 volte fino a 80.000 ettari all’anno, rendendo la canapa industriale una delle principali colture del Regno Unito.
I vantaggi della canapa
Il conseguimento degli obiettivi di Hemp-30 produrrà un incremento di 700 milioni di sterline all’economia del Regno Unito e il sequestro (o la sostituzione) di 1 milione di tonnellate di anidride carbonica ogni anno.
La canapa infatti è una pianta a crescita rapida che sequestra fino a 22 tonnellate di anidride carbonica per ettaro all’anno, più di qualsiasi altra coltura o bosco.
La funzione benefica per l’ambiente di questa coltura è inoltre rafforzata da
- il basso fabbisogno di input e
- le proprietà migliorative della salute del suolo in cui cresce.
Tanti benefici si sommano agli introiti potenziali per gli agricoltori. Oltre al raccolto, utile in diversi comparti industriali (energia rinnovabile, tessile alimentare etc.), la coltura di canapa in rotazione con i cereali si prospetta come un’utile fonte di crediti di carbonio da vendere sul mercato.
Il programma decennale
La tabella di marcia decennale di Hemp-30 prevede interventi di innovazione in quattro aree:
1) Ibridazione di nuove varietà di canapa industriale e moltiplicazione dei semi
L’Università di York ha istituito una piattaforma di selezione rapida delle piante di canapa (no OGM) per sviluppare nuove varietà di canapa ed espandere le cultivar esistenti.
2) Sviluppo di nuovi metodi per aumentare la resa della biomassa di canapa per ettaro
Il progetto introdurrà una tecnologia innovativa per la raccolta efficiente in campo della canapa industriale. Valuterà inoltre l’uso di nuovi trattamenti biologici e chimici per aumentare la resa in biomassa della canapa industriale.
3) Dimostrazione di tecnologie innovative di lavorazione della canapa in azienda
L’innovazione coinvolge anche la lavorazione della canapa industriale, presso le aziende agricole che la coltivano, per l’impiego in
- bioenergia,
- materiali da costruzione,
- fibre tessili.
4) Sviluppare catene di approvvigionamento, valore e innovazione nel Regno Unito per la canapa industriale
Lo sviluppo di un programma completo di networking, materiali di comunicazione e condivisione di informazioni dovrà infine risolvere le disconnessioni tra le parti interessate nella catena del valore della canapa industriale.
‘Con un’eccellente connettività tra coltivatori, utenti finali, ricercatori e regolatori, il raccolto sarà utilizzato come materia prima in diversi mercati per sostituire le risorse ad alta intensità di carbonio all’interno delle industrie alimentari, dei mangimi, delle costruzioni, dei biocarburanti e della bioenergia, nonché nei settori tessile e della salute, con prodotti di alto valore per il benessere’, promettono i ricercatori nel Final Report della fase 1 di Hemp-30. (2)
Marta Strinati
Note
(1) UK Government. Biomass Feedstocks Innovation Programme Phase 1: successful projects. https://www.gov.uk/government/publications/biomass-feedstocks-innovation-programme-successful-projects/biomass-feedstocks-innovation-programme-phase-1-successful-projects
(2) Hemp-30 Phase I Final Report https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1089680/Phase_1_report_-_University_of_York_-_HEMP-30_catalysing_a_step_change_in_the_production.pdf
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".